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22 Febbraio 2024
12:45

Scuola, il ritorno al passato del ministro Valditara: «stop a smartphone: tablet a scuola, anche per motivi didattici»

Il Ministro dell'istruzione e del Merito ha anticipato le nuove linee guida per la scuola, dichiarando guerra alla tecnologia in classe: «meno distrazioni, più responsabilità». Ma siamo sicuri che la lotta alla modernità sia la strada giusta?

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Scuola, il ritorno al passato del ministro Valditara: «stop a smartphone: tablet a scuola, anche per motivi didattici»
Scuola, il ministro Valditara: «stop a smartphone: tablet a scuola, anche per motivi didattici»

Nella scuola di domani non ci sarà spazio per la tecnologia, parola di Ministro. In un'intervista rilasciata al Foglio, il Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha di fatto anticipato le prossime linee guide per il mondo della scuola, ribadendo ancora una volta l'ostilità dell'esecutivo nei confronti dell'uso di cellulari e tablet a scuola.

«Il cellulare verrà di fatto vietato alle scuole dell’infanzia, alle elementari e alle medie anche per scopi didattici. E alle elementari e alle medie verrà suggerito di evitare l’uso del tablet» ha affermato il Ministro, da sempre piuttosto diffidente nei confronti della presenza di strumenti "non-tradizionali" all'interno delle aule.

Sempre secondo Valditara l’utilizzo di smartphone e tablet potrebbe infatti diventare sempre più «un elemento di tensione» nel rapporto tra studenti e docenti, tanto portare anche ad episodi di aggressione nei confronti del personale scolastico.

Una visione già espressa in passato con una circolare risalente al dicembre 2022 in cui il cellulare veniva presentato come uno strumento che non permette di seguire le lezioni in modo proficuo e che rappresenta «una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza».

«Meno distrazioni, più responsabilità, più delega» ha infinte chiosato il Ministro, proseguendo in quell'approccio impostato sui valori di rigore e autorità che l'attuale Governo ha voluto riservare alla Scuola italiana fin dai primi mese del proprio insediamento.

L'uso della tecnologia in classe è però ormai sdoganata da anni non solo in Italia – dove a partire dall'introduzione della lavagna interattiva LIM la tecnologia sta gradualmente diventata un'alleata dell'insegnamento – ma anche in tutti quei Paesi in cui il livello e la qualità dell'istruzione risulta da sempre un modello da perseguire.

A fronte di una sempre più ridotta capacità di concentrazione dei nostri figli causata in buona parte una società iper-connesa che però non può essere estromessa dalla nostra quotidianità, l'uso guidato della tecnologia in classe potrebbe infatti essere una risorsa molto potente sia per facilitare l'apprendimento, sia per insegnare ai bambini a utilizzare in modo consapevole degli strumenti che, per quanto non possa piacere, faranno senz'altro parte della loro vita.

Non sarebbe dunque meglio fornire ai docenti la formazione e i mezzi necessari per insegnare attraverso la tecnologia, piuttosto che vietarla del tutto?

Senza parlare poi del fatto che per bambini e ragazzi con DSA (Disturbi dell'Apprendimento) la tecnologia rimane un sostegno indispensabile per l'acquisizione delle competenze e la continua stigmatizzazione di tutto ciò che è moderno potrebbe contribuire a renderli ulteriormente "diversi" agli occhi degli altri studenti.

«Con riferimento a notizie di stampa – si legge – il #MIM precisa che nelle nuove Linee guida sull’educazione alla cittadinanza, che sono in via di elaborazione, sarà contenuta la seguente dizione: “È opportuno evitare l’utilizzo dello smartphone (cellulare) nelle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado”. Si consiglia invece un uso solo didattico del tablet per le scuole primarie».

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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