Tutto quello che devi sapere sulla gravidanza gemellare

Come fa una donna a concepire due individui contemporaneamente? E qual è la differenza tra gemelli omozigoti ed eterozigoti?

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Tutto quello che devi sapere sulla gravidanza gemellare
Ostetrico
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L'OSTETRICO RICCARDO FEDERLE

Gemelli eterozigoti o omozigoti? Le parole sono già abbastanza intuitive: “omos” dal greco vuol dire “uguale”. “Eteros” vuol dire “diverso”. I gemelli omozigoti, quelli identici, provengono da una stessa cellula. I gemelli eterozigoti, quelli che non si somigliano, nascono da due cellule diverse. Questa è un po’ la chiave della gravidanza gemellare. Ma che vuol dire?

Come avviene la fecondazione

Andiamo con ordine: partiamo subito col dire che le gravidanze gemellari sono un evento abbastanza raro: pensate che in Italia rappresentano solo il 3% di tutte le nascite! Quindi solitamente le gravidanze prevedono un solo bambino. Una donna rimane incinta, infatti, quando un ovocita, la cellula uovo della mamma, viene fecondato da uno spermatozoo. L’ovocita fecondato si chiama zigote: questa è la prima cellula della vita. Lo zigote comincerà a replicarsi formando un ammasso di cellule sempre più grande che scivolerà fino all’utero dove si impianterà per poi cominciare tutta la sua evoluzione nei nove mesi di gravidanza.

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Soffermiamoci un attimo sul momento della fecondazione: la cellula uovo ha il DNA della madre, lo spermatozoo trasporta quello del padre. La combinazione dei due codici genetici dà vita al nuovo DNA del futuro bambino. Il DNA determina sesso, colore degli occhi, dei capelli etc. Insomma, tutte le caratteristiche che ci contraddistinguono. Ogni zigote, cellula uovo fecondata, ha un suo DNA distinto.

Fecondazione dei gemelli omozigoti

Nel caso dei gemelli omozigoti uno spermatozoo feconda una cellula uovo. Questa cellula inizia a replicarsi ma poi, nel corso del suo sviluppo, all’improvviso, si divide in due gruppi di cellule identiche con lo stesso codice genetico. È come se fosse una sorta di clonazione. Com’è possibile questo? Eh, in realtà la motivazione ancora non si conosce. Infatti gli scienziati non hanno ancora trovato una spiegazione. Da questi due gruppi di cellule identiche – quindi – nasceranno due bambini identici in tutto e per tutto. Anche nel sesso: le combinazioni saranno necessariamente maschio maschio o femmina femmina, non possono nascere gemelli di sesso diverso.

Fecondazione dei gemelli eterozigoti

Nel caso dei gemelli eterozigoti l’ovaio della mamma, durante l’ovulazione, rilascia due ovociti invece che uno. Questi ovociti vengono fecondati da due spermatozoi andando a formare due zigoti, ognuno con il proprio patrimonio genetico. I gemelli quindi potranno essere, per esempio, uno maschio e uno femmina e potranno assomigliarsi come due fratelli nati da gravidanze distinte.

La gravidanza di gemelli omozigoti è quindi quella più rara e anche quella più a rischio. Infatti, più tempo passa prima che avvenga la divisione, più c’è la concreta possibilità che i due futuri bambini  condividano maggiormente le fasi del loro sviluppo. Fino al caso più raro e complesso come quello dei gemelli siamesi. Ma andiamo con ordine.

Gravidanza mono o bicoriale e mono o biamniotica

Come si capisce la suddivisione tra omozigoti ed eterozigoti non è quindi l’unica suddivisione da fare in una gravidanza gemellare. Si sente infatti anche parlare di gravidanza mono o bicoriale e mono o biamniotica. Di cosa si tratta? Il termine “corion” si riferisce alla placenta e il termine “amnios” al sacco amniotico. Le gravidanze bicoriali e biamniotiche, che sono le più frequenti, vedono una situazione con due gemelli completamente separati tra di loro, ciascuno dentro il proprio sacco amniotico e con la propria placenta che lo nutre. Nelle gravidanze monocoriali biamniotiche, invece, i gemelli sono in due sacchi amniotici diversi ma vengono nutriti dalla medesima placenta. Infine, nel caso più raro, nelle gravidanze monocoriali e monoamniotiche i piccoli crescono nell’unico sacco e vengono nutriti dalla stessa placenta.

In caso di gravidanza eterozigote ogni bambino avrà il proprio sacco e la propria placenta e quindi sarà sempre una gravidanza bicoriale e biamniotica.

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Un po’ più complesso è invece il caso della gravidanza omozigotica. In questo caso, la condivisione di sacco e placenta dipende da quando è avvenuta la divisione dello zigote. Se la scissione avviene prima del quinto giorno dal concepimento, ogni gemello avrà il proprio corion e il proprio amnios, cioè la propria placenta e il proprio sacco. Sono gemelli bicoriali e biamniotici e questo tipo di divisione si verifica nel 18-36% dei casi. Se la divisione avviene dal quinto al decimo giorno, i gemelli avranno un solo corion e due amnios, cioè i gemelli vengono nutriti da una sola placenta ma si sviluppano in due sacchi distinti. Sono gemelli monocoriali e biamniotici. Questa situazione si verifica nel 60-70% dei casi. Se la scissione avviene tra il decimo e il quattordicesimo giorno, i gemelli avranno un solo corion e un solo amnios, condivideranno cioè placenta e sacco. Si definiscono gemelli monocoriali monoamniotici ma questa situazione si verifica solo nel 2% dei casi circa. Questa condizione è quella più rara e che comporta maggiori rischi per lo sviluppo di entrambi i gemelli. Infatti, se la divisione avviene dopo il 14° giorno aumenta il rischio che i gemelli rimangano congiunti: questo è il caso dei gemelli siamesi.

Chi è predisposto ad avere gemelli?

È possibile prevedere una gravidanza gemellare? Quali sono i fattori che la determinano? La gravidanza gemellare è in effetti poco prevedibile, seppur esistano in letteratura scientifica dei fattori che possono portare a una predisposizione nell’avere gemelli. Uno tra questi, ad esempio, è il far ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita con, per esempio, stimolazione ormonale per favorire l’ovulazione. Un altro, invece, è l’età materna più avanzata: quando cioè si superano i 35-40 anni. Questo potrebbe accadere perché con l’avanzare dell’età ci potrebbero essere degli squilibri ormonali che possono portare a una doppia ovulazione. Gli studi scientifici stanno indagando anche la componente ereditaria, anche se la questione su questo punto rimane ancora aperta.

Rischi della gravidanza gemellare

La gravidanza gemellare è di solito più impegnativa rispetto a una gravidanza singola, sia durante i nove mesi sia in occasione del parto. E sia la mamma che i bambini possono correre più rischi. Infatti c’è una maggiore incidenza di morte perinatale, di parto prematuro e c'è un maggiore rischio che uno dei due gemelli subisca un ritardo nella crescita. Sono più elevati anche i casi di aborto spontaneo di uno dei due gemelli: quando cioè un gemello, solitamente durante il primo trimestre, smette di crescere e l’embrione viene completamente riassorbito dal corpo.

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Anche le complicazioni a carico della madre sono più frequenti: ipertensione, diabete gestazionale, iperemesi gravidica, cioè nausea e vomito in forma acuta, sono tutte complicanze che si evidenziano in modo particolare con le gravidanze gemellari. Proprio per tutte queste complicazioni che possono sopraggiungere, le gravidanze gemellari devono essere seguite da ginecologi specialisti e i controlli sono più frequenti, con l’obiettivo di  assicurarsi che tutto proceda per il meglio.

Parto cesareo o naturale?

Per quanto riguarda il parto, non è detto che una gravidanza gemellare debba necessariamente concludersi con un cesareo. Infatti si può optare per un parto naturale quando i due feti non condividono né la placenta né il sacco amniotico, e se sono entrambi posizionati con la testa direzionata verso il canale del parto. In alcuni casi più rari sono stati riportati anche parti spontanei di gemelli che condividono la placenta, ma sempre con due sacchi amniotici diversi.  Il parto cesareo invece viene praticato in tutti gli altri casi o comunque quando viene evidenziata una situazione non sicura per uno o entrambi i bambini o per la madre  e viene generalmente programmato tra la 32esima e la 37esima settimana di gestazione.

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Riccardo Federle
Ostetrico
Laureato in ostetricia nel 2013 con 110/110 e lode, dopo una specializzazione triennale dedicata alla medicina non convenzionale (2017) nel 2020 ho conseguito un master in “Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza” e uno in “Medical Humanities”. Nel 2023 ho terminato un master in “Management per le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie”. Ostetrico e referente rischio clinico presso l’Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda, sono socio fondatore e presidente dell’associazione di divulgazione scientifica “La Lampada delle Scienze”. Mi occupo inoltre di progetti scolastici e consulenze aziendali.
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