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16 Maggio 2023
14:00

13 scuole romane rifiutano l’iscrizione di 4 alunni disabili: «Tanto i vostri figli non faranno mai grandi cose»

13 licei pubblici dicono di no all'iscrizione di 4 alunni con disabilità a Roma. Una mamma estenuata dall'odissea per l'iscrizione del figlio denuncia l'accaduto e il Ministro Valditara predispone immediatamente un'ispezione per poter intervenire in risposta a questa situazione scandalosa.

A cura di Sophia Crotti
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13 scuole romane rifiutano l’iscrizione di 4 alunni disabili: «Tanto i vostri figli non faranno mai grandi cose»
ragazzo disabile scuola

Scegliete un’altra scuola, cosa vi cambia, i vostri figli non faranno mai grandi cose” sono queste le parole di un’insegnante di sostegno che hanno spinto una mamma romana a denunciare all’Ansa la situazione di totale impreparazione delle scuole della capitale ad accogliere la disabilità di suo figlio.

13 istituti Romani sono stati passati in rassegna da questa mamma, prima di trovare la scuola superiore pronta ad accogliere suo figlio per l'anno scolastico 2023-2024. Il problema? Non l'indecisione del ragazzo sul percorso di studi da intraprendere finita la scuola, nemmeno cavilli burocratici durante l'iscrizione, ma la sua disabilità.

scuola e disabilità

L'Emilio Sereni, il Domizia Lucilla, il Vespucci, l'istituto Enrico Fermi, il Pascal, il Calamandrei e il liceo scientifico Farnesina, ecco i nomi degli istituti che hanno risposto alla domanda di iscrizione di questa mamma per il figlio disabile con un forte "No grazie". Oltre al ragazzo, lo stesso trattamento è stato riservato ad altri 3 suoi coetanei disabili che cercavano un istituto superiore nella zona di Roma nord.

Le scuole hanno rifiutato gli alunni perché non appartenenti al loro bacino scolastico

Tutto questo è in netta contrapposizione con la legge 104/92 sulla disabilità che all'articolo 21 e all'articolo 33, parlando di luoghi di lavoro o graduatorie per l'accesso agli uffici pubblici, garantisce priorità assoluta alle persone con certificazione di disabilità. Nonostante questo le scuole si sono appellate al fatto che i ragazzi non appartenessero al loro bacino scolastico, ossia che non abitassero nella zona di competenza della scuola, che gli avrebbe garantito la priorità sugli altri alunni.

La notizia ha mobilitato il mondo della scuola e della politica. La mamma ha scritto un accorato appello al Ministro Giuseppe Valditara, ricordandogli che la scuola deve essere un luogo accogliente e soprattutto che garantisca il diritto allo studio ai ragazzi disabili, come specificato dal Miur.

Il Ministro si è attivato per accertare i fatti accaduti, si legge dal comunicato stampa del Ministero, e ha scritto sul suo profilo Twitter che se confermato il racconto dei genitori serve dare una risposta nell'immediato alla situazione allarmante che queste famiglie si sono trovate ad affrontare.

Ad essersi mobilitato, riporta l’Ansa, è stato anche Marco Furfaro, capogruppo Dem in commissione Affari Sociali alla Camera e componente della segreteria del Partito Democratico che ha denunciato la situazione al Ministro Valditara chiedendo lui se fosse a conoscenza di questa situazione e se sì, di intervenire. «Oggi ho denunciato questo scandalo. Bene che il Ministro Valditara abbia deciso di intervenire. Ma sarò felice solo quando saprò che i ragazzi hanno ottenuto il loro posto a scuola». Scrive Marco Furfaro sul suo profilo Instagram.

Sarò felice quando saprò che i ragazzi hanno ottenuto il loro posto a scuola

L'accaduto mette in mostra l'estrema difficoltà da parte delle scuole ad integrare gli alunni con disabilità, nonostante esistano delle linee guida ministeriali. E se il luogo della cultura per eccellenza lascia ai margini chi ha bisogno di aiuto, non dandogli la libertà di scegliere il percorso di studi più adatto a lui, cosa farà la società una volta che l'alunno lascerà la protezione delle mura scolastiche?

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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