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24 Gennaio 2024
12:30

6 consigli per aiutare un figlio con DSA a scuola

Con il giusto sostegno, è possibile facilitare il processo di apprendimento e promuovere il successo accademico dei bambini con DSA a partire dalla scuola primaria. La diagnosi precoce e personalizzata è il primo passo, dopodiché si possono pianificare piani di studio ad hoc e offrire strumenti alternativi per uno studio più efficace e sereno.

A cura di Sara Polotti
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6 consigli per aiutare un figlio con DSA a scuola
consigli DSA

Bambini e ragazzi con un DSA, o disturbo specifico dell'apprendimento, possono incontrare diverse difficoltà nello studio, e non solo per quanto riguarda la velocità di lettura. Ci sono la fatica nel fare i calcoli, la difficoltà di memorizzazione lineare, i problemi di comprensione del testo o l'incapacità di concentrarsi per lunghi periodi, per esempio.

Per aiutare un figlio con DSA a scuola si possono però mettere in atto diverse strategie, come per esempio la diversificazione delle modalità di apprendimento, con un focus sul canale visivo, che in molti casi si rivela un approccio benefico per gli studenti con dislessia, consentendo loro di sfruttare al meglio le proprie capacità e facilitando il processo di memorizzazione e comprensione.

Va ricordato, però, che il primo supporto arriverà dalla scuola stessa. La Legge 170 dell'8 ottobre 2010, infatti, "riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati DSA. Il diritto allo studio degli alunni con DSA è garantito mediante molteplici iniziative promosse dal MIUR e attraverso la realizzazione di percorsi individualizzati nell’ambito scolastico", come spiegano dal Ministero dell'Istruzione.

Gli insegnanti e i genitori, lavorando in tandem, possono dunque rendere la vita scolastica degli studenti con DSA più semplice e lo studio più efficace.

Cos'è un DSA e come si manifesta

I Disturbi Specifici dell'Apprendimento (identificati con l'acronimo DSA) sono condizioni neurobiologiche che influenzano l'acquisizione e l'uso delle abilità di lettura, scrittura e/o matematica. Questi disturbi possono manifestarsi in modi diversi e presentano differenti peculiarità nel processo di apprendimento.

La dislessia, per esempio, è caratterizzata da difficoltà nella corretta lettura delle parole, mentre la disgrafia comporta problemi nella scrittura a mano. La discalculia, dal canto suo, influisce sulla comprensione e sull'uso dei concetti matematici.

L'identificazione precoce dei DSA è cruciale poiché una valutazione accurata può rivelare le specifiche esigenze del bambino, prendendo in considerazione le sue peculiarità e consentendo così interventi tempestivi e mirati. E in questo senso la collaborazione tra insegnanti, specialisti e genitori è fondamentale per una diagnosi accurata e l'avvio di interventi appropriati.

Come aiutare un bambino con DSA a studiare

Per aiutare un figlio con DSA nello studio bisogna adottare alcune strategie, coinvolgendo tanto la famiglia quanto la scuola, ma soprattutto il bambino stesso, protagonista del percorso ad hoc.

Si tratta di consigli e tattiche che possono fornire un supporto efficace per migliorare l'esperienza di studio di bambini e ragazzi con DSA. Sempre con pazienza e costanza.

Creare una routine di studio

Prima di tutto, a casa e a scuola è bene assicurarsi che il luogo in cui l'alunno studia sia confortevole, ben illuminato e privo di distrazioni. Un ambiente di studio adatto può infatti favorire di molto la concentrazione e la produttività, facilitando tutto il processo di apprendimento.

Una volta stabilito l'ambiente giusto, l'ideale sarebbe puntare sulle abitudini e sulle routine: stabilire una routine regolare aiuta infatti il bambino a sviluppare un senso di sicurezza e prevedibilità. La coerenza nell'approccio allo studio può ridurre l'ansia e migliorare la concentrazione.

Usare mappe concettuali, riassunti e schemi

Genitori e insegnanti possono facilitare la memorizzazione degli studenti con DSA offrendo loro diverse strategie. Gli studenti affetti da dislessia spesso, infatti, incontrano difficoltà nella memorizzazione di informazioni verbali. Una strategia efficace per superare questo ostacolo consiste nel favorire la memorizzazione attraverso il canale visivo, più globale e intuitivo.

La forme di supporto visivo sono diverse: schemi, mappe concettuali e tabelle. Questi, nello specifico, permettono una maggiore personalizzazione nell'organizzazione delle informazioni, che a sua volta può rendere più accessibili e comprensibili i concetti, anche chiarendo le relazioni tra le idee.

Sfruttare le tecnologie e le app

A questo proposito tornano utili anche gli strumenti compensativi, soprattutto tecnologici. Gli strumenti compensativi sono "dei dispositivi, digitali o cartacei, che ogni persona può utilizzare per raggiungere il proprio obiettivo compensando le proprie difficoltà". Lo dicono dall'Associazione Italiana Dislessia, specificando anche come non ne esista uno uguale per tutti.

Gli strumenti compensativi sono quei dispositivi da utilizzare per raggiungere l'obiettivo compensando le proprie difficoltà.

Chi ha una diagnosi di dislessia, per esempio, potrebbe trovare più semplice "ascoltare" la lettura, per esempio con un audiolibro. Altre persone trovano evidenziare le parole più importanti più scorrevole. E a volte delle semplici mappe concettuali digitali possono venire in aiuto.

Stimolare le abilità e gli interessi del bambino

Per aiutare un figlio con DSA a scuola e a casa è utile considerare e supportare la sua autostima, che in molti casi è messa a dura prova a causa della concezione spesso errata dei disturbi dell'apprendimento e che di conseguenza languisce o addirittura manca del tutto.

Impostando attività giocose o didattiche che indaghino questa dimensione e ricordando di sottolineare sempre i successi e i pregi del bambino o della bambina, l'autostima può uscirne rafforzata, andando a migliorare anche i successi accademici in un circolo virtuoso.

Per questo motivo, è consigliato personalizzare l'apprendimento in base alle abilità e agli interessi del bambino: concentrarsi sulle qualità, più che sulle difficoltà, può rendere lo studio più soddisfacente e quindi più efficace. Integrare argomenti di interesse può motivare il bambino a superare le difficoltà.

Incoraggiarlo e sostenerlo emotivamente

Le difficoltà scolastiche che i DSA portano inevitabilmente con loro, spesso provocano negli alunni serie di emozioni negative tra cui ansia, frustrazione e desiderio di abbandonare il compito che stanno svolgendo. Questi stati emotivi, a loro volta, influiscono negativamente sul processo di apprendimento.

È cruciale, dunque, che insegnanti e genitori affrontino e non sottovalutino queste emozioni. Gestirle e dare i giusti strumenti per vivere meglio la scuola e lo studio fa davvero la differenza. Per farlo, è possibile e consigliato rivolgersi anche a dei professionisti della salute mentale.

Il metodo di studio per bambini e ragazzi con DSA

Per quanto riguarda il metodo di studio, sviluppare strategie di studio personalizzate può fare la differenza. Ecco perché, una volta ricevuta la diagnosi, è prima di tutto la stessa scuola a sviluppare un Piano Didattico Personalizzato.

Questo conterrà, oltre ai dati della persona, la pianificazione delle attività didattiche individualizzate e personalizzate, gli strumenti compensativi da utilizzare, le misure dispensative e le forme di verifica e valutazione personalizzata…

Oltre al piano personalizzato, si può sempre impostare un metodo di studio, fornendo i giusti consigli ai bambini. Passo passo, è possibile impostarlo in questa maniera:

  • Suddividere il materiale di studio in parti gestibili per far sì che i bambini non si sentano sopraffatti dalla mole di lavoro.
  • Utilizzare colori e evidenziatori per distinguere le informazioni chiave nel singolo compito.
  • Ripetere gradualmente le informazioni.
  • Celebrare il successo ogni volta che un concetto viene imparato o memorizzato.
  • Utilizzare una varietà di approcci, inclusi visivi, uditivi e tattili, per adattarsi alle diverse modalità di apprendimento del bambino.
Fonti
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