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17 Gennaio 2024
14:00

Anche la Cina ha smesso di crescere: nel Paese asiatico si fanno sempre meno figli

Perfino la Cina, per decenni il Paese più popoloso al mondo, si ritrova a fronteggiare un evidente calo delle nascite. Le coppie, scoraggiate dal costo alto della vita e dalle scarse tutele per le madri lavoratrici, sono restie dall'avere più di un figlio. Eppure nel Paese orientale fino a poco tempo fa vigeva ancora la politica del figlio unico.

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Anche la Cina ha smesso di crescere: nel Paese asiatico si fanno sempre meno figli
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La Cina, che per decenni ha detenuto il titolo di Paese più popoloso del pianeta, ha arrestato la sua corsa. È stato confermato per il secondo anno di fila il calo delle nascite della nazione guidata da Xi Jinping. Nel 2023 i neonati sono stati poco più di 9 milioni, 560 in meno del 2022, mentre i decessi hanno superato gli 11 milioni. In sostanza, la popolazione sta invecchiando e il tasso di natalità crolla, nonostante nel 2021 il limite di figli per coppia fosse stato alzato da due a tre. Perché in un Paese in cui fino a pochi anni fa si combatteva la sovrappopolazione con la politica del figlio unico oggi si fanno sempre meno figli? Le ragioni sono da ricercare nella pandemia da Covid-19 da un lato e nelle difficoltà economiche dall’altro.

Il declino demografico della Cina, superata nel 2023 dall’India come nazione più popolosa al mondo, sta accelerando. Secondo i dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica cinese, nell’anno appena concluso la popolazione cinese è diminuita di oltre due milioni rispetto alla fine del 2022, il primo anno in cui si era registrato un calo dopo 60 anni. Il tasso di natalità attuale è il più basso mai registrato, pari a 6,39 nascite ogni 1.000 persone.

Già lo scorso anno, alla luce dei preoccupanti dati del 2022 sul calo demografico, Pechino e diverse amministrazioni locali si erano attivate per introdurre misure finalizzate ad aumentare il tasso di natalità del Paese e facilitare le coppie ad avere figli, compresi incentivi finanziari e potenziamento delle strutture per l’infanzia. Ma le politiche attuate non sono riuscite, almeno fino ad oggi, ad incoraggiare le coppie ad avere più figli, o non sono state adeguatamente implementate dai governi locali, in crisi dopo la gestione “zero-Covid” della pandemia voluta da Xi Jinping. Come riporta il The Guardian, per i cittadini cinesi le coppie non fanno più figli a causa di:

  • Costo alto della vita in Cina (specie nelle grandi città)
  • Scarso sostegno alle donne nel mondo del lavoro
  • Cambiamento sociale per quanto riguarda i tradizionali ruoli di genere e le aspettative familiari

«La popolazione cinese è calata di oltre due milioni rispetto alla fine del 2022, il primo anno in cui il numero di morti aveva superato le nascite» ha dichiarato He Dan, direttore del Centro di ricerca sulla popolazione e lo sviluppo cinese, ai media statali al Global Times.

Anche se ad oggi risulta paradossale, fino a pochi anni fa in Cina esisteva ancora la politica del figlio unico (PFU), una misura introdotta nel 1979 per frenare la crescita incontrollata della popolazione e controllare le nascite attraverso una “pianificazione familiare". Al tempo infatti il Paese asiatico ospitava circa un quarto della popolazione mondiale. L’iniziativa, se da un lato ha aiutato a contenere le nascite, dall’altro ha contribuito a registrare nei decenni numerosi aborti forzati e infanticidi. La politica del figlio unico è stata abbandonata nel 2016 e il limite di figli per coppia è stato alzato a tre, eppure le ultime ricerche dimostrano che il più dei cinesi oggi non ha intenzione di avere più di un figlio. Il Paese si ritrova con una popolazione vecchia e un crescente calo demografico arrivato prima del previsto, tanto che il Governo teme gli strascichi sul sistema pensionistico della Cina.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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