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13 Ottobre 2023
14:00

Come affrontare la fase del no nei bambini

La fase dei no inizia intorno ai 18 mesi e dura fino ai 3 anni circa. Si tratta di una normale fase di crescita dei bimbi, fondamentale per scoprire la propria individualità.

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Come affrontare la fase del no nei bambini
fase del no dei bambini

La fase del no dei nostri bambini arriva sempre. Può giungere presto o tardi, ma inesorabilmente fa la sua comparsa. Molti genitori si trovano impreparati e non sanno come affrontare la fase del no nei bambini. Gli esperti in pedagogia sottolineano di mantenere la calma il più possibile, di agire in modo chiaro e trasparente, di non cedere sulle proprie posizioni (anche perché i no riguardano quasi sempre le regole che abbiamo stabilito in famiglia) e di cercare sempre il dialogo con i nostri figli.

Certamente, è più facile a dirsi che a farsi. Perdere la pazienza è facile di fronte ai continui no dei nostri bambini e al loro atteggiamento negativo nei confronti di ogni decisione presa o richiesta fatta. Per poter affrontare al meglio questa fase, scopriamo insieme come agire nel pieno benessere dei bimbi.

Qual è l'età dei no?

La fase dei no arriva per tutti i bambini. Anche quelli che sono sempre apparsi tranquilli, sereni, obbedienti. È un momento fisiologico nella crescita di tutti i bimbi, che cominciano ad avere un atteggiamento oppositivo e scontroso nei confronti di ogni scelta e decisione non solo dei genitori, ma di tutte le figure adulte di riferimento in generale. A che età inizia la fase dei no?

La fase dei no serve ai bimbi per conoscere la propria individualità

Secondo gli esperti, si manifesterebbe indicativamente tra i 18 mesi e i 3 anni di età. La fase della crescita è molto importante: il bambino inizia a rifiutare le regole imposte dal mondo dei grandi e reagisce con rabbia o capricci, iniziando a "imporsi" come individuo, riconoscendo la propria individualità, dotata di volontà e personalità, che non è la stessa di mamma e papà, con cui fino ad allora si è identificato.

Quanto dura la fase del no dei bambini?

La fase oppositiva, o comunemente chiamata la fase dei no, può durare poco o tanto. Ogni bambino è una storia a sé. Quello che possiamo dire con certezza è che è una tappa della crescita di ogni bimbo fondamentale, per definire la sua identità. Coincide anche con i famosi "Terribili due", dalla definizione americana dei "Terrible two", che indica i capricci che i bambini iniziano a fare intorno ai due anni di vita. La durata è di circa un anno, ma ci sono dei casi in cui può durare di più. Soprattutto se l'atteggiamento di genitori e figure adulte di riferimento è volto a negare e cancellare tali reazioni e non ad accoglierle e comprenderle per il bene del bambino.

bambini dicono no

Cosa fare con un bambino che dice sempre no

Innanzitutto, per affrontare al meglio la fase dei no, è bene capire non solo che è normale, ma anche che aiuterà nostro figlio a crescere. Potrebbe mettere in difficoltà i genitori, che non sanno come gestire questi piccoli o grandi "atti di ribellione". Ma in questo modo i piccoli iniziano a esplorare il mondo dei grandi andando per tentativi, imparando dagli errori e crescendo giorno dopo giorno.

In caso di fase oppositiva dei nostri figli, anche i genitori devono andare per tentativi, cercando di supportare i bambini che stanno scoprendo emozioni che non sempre sanno gestire al meglio. Gli esperti in pedagogia consigliano di:

  • mantenere sempre la calma
  • non alzare mai il tono di voce
  • mantenere ferma la propria posizione
  • ascoltare e cercare di capire le ragioni dei bambini
  • fermarsi a capire qual è la strada migliore da percorrere per trasformare quell'opposizione in qualcosa di positivo
  • proporre delle alternative, senza però cedere ai ricatti
  • ridurre le regole e renderle più chiare, ma pretenderne sempre il rispetto

Spesso basta, ad esempio, dare un'alternativa prima dell'esplosione della rabbia e del no. Oppure mettersi nei loro panni, guardarli negli occhi e capire cosa davvero stanno cercando di dirci. Rimanere sulle proprie posizioni quando si parla di regole è fondamentale, ma lo è anche ascoltare i nostri figli.

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