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1 Dicembre 2023
12:30

Come cambiano le amicizie quando si diventa genitori?

All’arrivo di un figlio cambiano tanti aspetti della vita dei genitori, tra cui le amicizie. Nonostante si viva nell’epoca dell’iperconnessione, tante mamme e papà si definiscono soli dopo la nascita del figlio. Il distacco più evidente dagli amici si verifica quando il piccolo ha 3 anni, dopodiché la vita sociale torna a migliorare. Ecco cinque consigli per tenere vivi i rapporti.

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Come cambiano le amicizie quando si diventa genitori?
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All’arrivo di un figlio, cambiano le amicizie e si tende a rimanere più soli, specie se si è i primi ad avere figli all’interno di una comitiva di amici. Anche se viene considerato poco, il rischio di isolamento nei neogenitori colpisce circa il 32% delle mamme e dei papà alla nascita di un figlio, come ha rivelato il Parenting Index, uno studio del 2021. Le vecchie amicizie vengono parzialmente rimpiazzate da nuovi rapporti intessuti principalmente con le mamme e i papà di altri bambini, conosciuti ai corsi preparto, a scuola, in occasione delle attività extrascolastiche dei figli o nella chat di classe dei genitori. Il rischio è quello di rimanere isolati o di avere legami dettati esclusivamente dal proprio ruolo genitoriale. Nonostante quella attuale sia l’epoca dell’iperconnesione, in cui parenti e conoscenti si trovano a un messaggio di distanza, è facile sentirsi soli con un neonato in braccio. Ma perché dopo il parto gli amici vengono dati per scomparsi?

Perché si perdono le amicizie dopo i figli?

È risaputo che la nascita di un figlio stravolga la vita. Cambia la routine, l’orario del buongiorno e della buonanotte, il numero di lavatrici giornaliere, il canale televisivo più visto, i litri di latte scaldati, la playlist sullo smartphone, improvvisamente svuotata di hip hop e rimpinzata di ninnenanne e rumori bianchi. E si perdono le amicizie.

In un articolo pubblicato sul New York Magazine dalla scrittrice Alison P. Davis, i più piccoli vengono definiti degli «adorabili piccoli detonatori». «La nostra amicizia è sopravvissuta a brutti appuntamenti, malattie, matrimoni, litigi. Perché non può sopravvivere al tuo bambino?» è la domanda provocatoria che precede il testo. «Più del matrimonio, più di un nuovo lavoro, più del trasferirsi all’estero, – si legge nell’articolo, che riporta la testimonianza di una donna che racconta di essersi progressivamente allontanata dagli amici del liceo dopo la nascita dei loro figli – penso che non ci sia nulla che rappresenti una  sfida o una minaccia più grande per le amicizie tra adulti della genitorialità. Ha cambiato radicalmente le mie relazioni».

Dopo la gravidanza, il baby shower, il gender reveal e la visita di benvenuto al piccolo arrivato, le conversazioni con gli amici si diradano. Pian piano, la frenesia per l'ecografia e per il pancione scema, l’entusiasmo per il berretto rosa regalato da X e il braccialetto d’oro donato da Y si spengono, i messaggio di congratulazioni finiscono, e le relazioni si raffreddano. I rapporti d’amicizia, anche i più solidi, vengono generalmente destabilizzati dall’arrivo di un figlio, a meno che gli amici non diventino entrambi mamme o papà a distanza di poco tempo, condividendo l’esperienza della genitorialità.

Chi non ha figli vede l’amico che diventa genitore trasformarsi in un alieno, che vive in funzione di una piccola creatura capricciosa, che ha trasformato la sua cabina armadio in un ripostiglio per pannolini e tutine di ricambio e che ha sostituito il drink del venerdì con un litro di caffè per contrastare le occhiaie scure sotto gli occhi. Il genitore, a sua volta, vede l’amico come un extraterrestre, che vive in una realtà ormai lontana dalla sua e che è incapace di comprendere fino in fondo i suoi piccoli problemi quotidiani. Percependosi come abitanti di Pianeti diversi, si crea inevitabilmente distanza.

Il cambiamento delle amicizie con la genitorialità è diventato oggetto di studio. Una ricerca pubblicata nel 2017 sulla rivista Demographic Research si è posta come obiettivo quello di indagare come avere figli influenzi le relazioni sociali. Dallo studio emerge che diventare mamme e papà aumenta il contatto con i vicini e diminuisce quello con gli amici, anche se esistono delle differenze a seconda che la genitorialità sia precoce, puntuale o tardiva e in base al genere.

Quanto prima gli uomini e le donne hanno figli, tanto più difficile diventa mantenere i rapporti con gli amici e stabilire un contatto con i vicini. Il distacco più evidente si verifica quando il piccolo ha circa 3 anni, cioè quando i bisogni del figlio sono più intensi. Dopodiché, trascorsi i “terribili due”, e i tragici tre, qualora lo si desideri, genitori e amici tornano a ricucire i rapporti, anche se a volte la distanza che si è creata risulta ormai incolmabile e irrecuperabile.

Le amiche con figli che spariscono

A volte sono le amiche e gli amici con figli a ritirarsi completamente dalla vita sociale quando diventano genitori e a non rispondere più a messaggi e chiamate.

La separazione dagli amici non è necessariamente una rottura drammatica, anzi, generalmente viene vissuta come un lento spostamento tettonico che inizialmente risulta quasi inavvertito. Si tratta di una spaccatura lenta che può ferire sia gli amici senza figli che i neogenitori, che si ritrovano con una vita sociale atrofizzata.

L’isolamento diventa quasi inevitabile in caso di assenza di servizi per le famiglie e di mancanza di aiuti come i nonni. In una società che è respingente nei confronti dei genitori, specie se giovani e con disponibilità economiche limitate, è complicato ritagliarsi del tempo da dedicare alle uscite e allo svago con gli amici. Si pensi ad esempio all’ingente costo di una babysitter, alla difficoltà di trovare qualcuno che si occupi dei figli quando si desidera uscire, o alle scarse opzioni di scelta di locali quando si tratta di uscire con dei bambini al seguito.

Come conservare le amicizie dopo la nascita di un figlio

La bacchetta magica non esiste e sono molteplici i fattori che destabilizzano i rapporti d’amicizia. Esistono, tuttavia, dei piccoli consigli e accorgimenti che a volte aiutano a mantenere vivi i rapporti, quali:

  • Dimostrare interesse reciproco: se si ha la fortuna di avere amici premurosi che alla nascita dei figli inviano messaggi di congratulazioni, sostegno o semplicemente per chiedere “come stai?”, è sensato ricambiare, iniziando di tanto in tanto delle conversazioni. Anche loro, infatti, magari sono in un periodo particolarmente complicato e stressante per il quale hanno bisogno di sfogarsi o, al contrario, stanno vivendo un momento felice e vorrebbero condividere il loro entusiasmo. Cercarsi a vicenda e dimostrare interesse reciproco mantiene vivo il rapporto. Dopotutto, l’amicizia, come l’amore, deve essere annaffiata e curata nella quotidianità o almeno con regolarità per durare nel tempo.
  • Non usare gli amici come “sfogatoio”: i veri amici sono anche buoni ascoltatori, tuttavia non si deve abusare della loro disponibilità. Confidarsi con gli amici aiuta ad alleggerirsi di carichi emotivi accumulati in famiglia, ma ciò non significa dilungarsi in confessioni infinite sulle ansie riguardanti i figli, senza lasciare spazio ad argomenti diversi.
  • Non autoconvincersi che gli amici siano disinteressati alle faccende da genitori: talvolta si tende ad evitare di intavolare un discorso con un amico che non ha figli per paura di non essere compresi, tuttavia magari si tratta di timori privi di fondamento.
  • Ritornare occasionalmente alla vecchia vita: non c’è nulla di male a ritagliarsi del tempo da trascorrere con gli amici fuori casa. Magari ci si accorge solo una volta tornate a casa di quanto ci era mancata quella chiacchierata al bar con l’amica del cuore.
  • Ritrovare il proprio ritmo dopo la nascita del figlio: avere un figlio stravolge la vita, perciò a volte ci si impiega del tempo per ritrovare il ritmo giusto, assestarsi, creare una routine funzionale e per conciliare la vita sociale, oltre che professionale, con quella da genitore.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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