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2 Aprile 2023
13:30

Come spiegare l’autismo ai bambini

Sapere che alcuni bambini nascono con bisogni speciali è il modo migliore per far capire fin dai primi anni come l'autismo non sia né una malattia dalla quali tenersi alla larga, né qualcosa di cui avere paura. Ecco qualche consiglio per parlare con i più piccoli di questo importante argomento.

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Come spiegare l’autismo ai bambini
autismo spiegato ai bambini

Il 2 aprile in tutto il pianeta si celebra la World Autism Awareness Day, la Giornata Mondiale per la consapevolezza sull'autismo, una ricorrenza che proprio come auspica il suo nome può rappresentare la giusta occasione per parlare ai bambini di una condizione molto particolare e con cui potrebbero entrare in contatto nel corso della loro crescita.

Perché spiegare l'autismo ai bambini?

I bambini che soffrono di un disturbo dello spettro autistico hanno difficoltà a relazionarsi con gli altri e talvolta possono assumono comportamenti particolari, come dondolare il capo o emettere versi ripetitivi, che possono apparire anche un po' spaventosi per dei piccoli che non abbiano idea di cosa stia accadendo.

Spiegare loro dell'esistenza dell'autismo, dunque, non solo serve a rapportarsi senza pregiudizi nei confronti di chi vive un'esistenza più complessa, ma anche a non avere paura di fronte alle manifestazioni più visibili del disturbo, come uno scatto improvviso o un momento di agitazione.

Come spiegare l'autismo ai bambini?

Per prima cosa è bene dire ai bambini che l'autismo non è né una malattia né un morbo contagioso.

Tante persone infatti soffrono di un disturbo nello spettro ma vivono lo stesso esistenze non solo normali, ma addirittura straordinarie. Possiamo portare l'esempio di Greta Thunberg, la cui Sindrome di Asperger (una delle forme di autismo) non le ha certo impedito di diventare l'attivista più famosa del mondo nella lotta contro il cambiamento climatico.

Gli autistici non sono né mostri, né stupidi, ma solo persone che percepiscono il mondo in modo differente

Il secondo passo risiede nel chiarire cosa sia effettivamente l'autismo. Lasciamo stare termini medici e paroloni complicati: è sufficiente raccontare come alcune persone – in questo caso alcuni bambini – vedano e sentano ciò che accade intorno a loro in modo differente.

Un bambino autistico, ad esempio, può trovarsi a ripetere continuamente un'azione fisica come l'aprire e chiudere le mano o il battersi le orecchie contro le orecchie. Questo comportamento – che si chiama stimming, ma ai piccoli non importa – serve loro per concentrarsi e dominare le proprie emozioni.

Un'emotività travolgente (anche se non si vede)

Ecco, le emozioni rappresentano un altro punto cruciale da toccare quando si parla di autismo con i bambini.

Chi soffre di un disturbo dello spettro autistico infatti trova grande difficoltà sia nel gestire le proprie emozioni che nel riconoscere quelle degli altri, poiché la loro condizione rende molto complicato anche solo decifrare le espressioni facciali altrui come un sorriso.

Attraverso degli esempi possiamo quindi spiegare ai piccoli che alcune persone provano i nostri stessi sentimenti (felicità, rabbia, tristezza…) ma in modo molto amplificato e quindi le loro reazioni possono apparirci esagerate o poco comprensibili. Proviamo a pensare a quando siamo così arrabbiati che finiamo per sbattere le mani sul tavolo in un'eccesso d'ira: ecco, spesso chi soffre d'autismo prova sensazioni simili quando qualcosa non gli va a genio…

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I consigli d'inclusività

Benché un bambino possa apparirci diverso, questo non deve diventare un pretesto per ignorarlo o evitare qualsiasi tipo di contatto. Anzi, il nostro aiuto può risultare molto importante per farlo sentire meglio. Basta solo fare un po' più di attenzione a determinati comportamenti

  • Evitiamo di abbracciarlo o baciarlo se vediamo che non gradisce
  • Non ci spaventiamo quando si agita, ma rimaniamo calmi senza reagire in modo scomposto
  • Non facciamo caso ad alcuni gesti ripetitivi che potrebbe compiere
  • Evitiamo di urlare o produrre rumori troppo forti in sua presenza (potrebbero spaventarlo)
  • Cerchiamo di non scombinare l'ordine che potrebbe aver creato durante un gioco (magari spostando apposta i mattoncini con cui sta giocando alle costruzioni)

Come parlare di autismo a scuola?

Quando un compagno di classe soffre di un disturbo dello spettro autistico, il compito di un insegnante o di un educatore dovrebbe essere quello di normalizzare la situazione, spiegando (in assenza del bambino) la situazione agli altri alunni e invitandoli a prendersene cura con affetto.

Questo significa non prenderlo in giro, non mostrarsi spaventati e , soprattutto, includerlo in tutte le attività, dai compiti insieme ai momenti di gioco. Imparare a conoscere e gestire questa realtà potrebbe diventare una meravigliosa lezione per tutti.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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