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13 Aprile 2023
17:00

Cosa succederà ad Enea e alla neonata lasciata al Buzzi? Ecco come funziona l’iter di adozione adesso

Chi si occupa dei bimbi lasciati alla nascita dalle donne che li hanno partoriti? Il Tribunale dei minori li prende in carico e li affida alle cure dell'ospedale nel quale i neonati si trovano, si attiva poi per cercare una coppia che sia perfetta per le esigenze del bambino. In Italia nel 2021 erano quasi 9000 le coppie in attesa di un piccolino nel nostro Paese.

A cura di Sophia Crotti
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Cosa succederà ad Enea e alla neonata lasciata al Buzzi? Ecco come funziona l’iter di adozione adesso
Genitori neonato

Dopo il caso del piccolo Enea lasciato dalla sua mamma alle cure della clinica Mangiagalli di Milano, e la situazione molto simile della bimba partorita in un capannone e poi lasciato all’ospedale Buzzi, sorge in noi tutti una domanda. Che ne sarà di questi bambini? Terminato il periodo di cura nelle strutture ospedaliere, dove i medici stanno accertando lo stato di salute dei piccoli, chi li crescerà? Chi potranno chiamare genitori?

L’adozione di minori abbandonati alla nascita

L’adozione è normata dalla legge 183 del 1984, rivista e aggiornata dalla legge 149 del 2001. Secondo il testo di legge un bambino viene dichiarato in stato di adottabilità dal Tribunale dei minorenni di riferimento, in questo caso quello di Milano se ha le seguenti caratteristiche:

I minori di cui sia accertata la situazione di abbandono perché privi di assistenza morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi, purché la mancanza di assistenza non sia dovuta a causa di forza maggiore di carattere transitorio. (L.149/01)

Diverso è il caso però dell’anonimato della madre, che è un diritto che va tutelato proprio perché spesso è l’unico motivo che spinge le madri a partorire comunque un bambino che non potrebbero o non vorrebbero crescere, in cui il Tribunale dei minorenni, salvo ripensamenti della mamma prende immediatamente in carico il minore. Il Tribunale, affida il bimbo al reparto di neonatologia dove può essere curato.

I genitori biologici del piccolo hanno diritto a un periodo di tempo per poter tornare sui loro passi, se non lo fanno il minore è ufficialmente in stato di abbandono e quindi adottabile da una futura coppia. L’atto di adottabilità, dichiarato dal tribunale ha 10 giorni di tempo per essere trascritto.

neonato Milano

Tantissime nel nostro Paese sono le coppie che attendono un bambino tramite adozione nazionale, per quanto pensando all’adozione immediatamente a ognuno di noi venga in mente quella internazionale. In particolare, in Italia nel 2021 sono state 8678 le coppie ad aver fatto domanda per l’adozione nazionale e 1487 le sentenze di adozione nazionale.

Questo per rispondere alla necessità di una famiglia per Enea, per la piccola lasciata all’ospedale Buzzi, che sono solo due dei più di 1000 bimbi dichiarati in stato di adattabilità ogni anno nel nostro Paese, secondo i dati forniti dall’Anfaa.

La futura mamma e il futuro papà

Parliamo di mamma e papà anche se consapevoli delle molteplici tipologie di famiglie presenti nel nostro Paese, perché la legge italiana concede solo a coppie eterosessuali l’adozione. I genitori di questi piccoli per legge dovranno essere sposati e conviventi in modo stabile e continuativo da almeno 3 anni, avere 18 anni più del piccolo ma non superare la sua età di 45 anni. «Nel caso però di un neonato abbandonato alla nascita viene scelta una coppia giovane e in tempi brevi» afferma Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in un’intervista a “Dire”.

Genitori e neonato

I due genitori sono già pronti ad accogliere il loro futuro bambino, perché ogni Tribunale dei minorenni ha a disposizione una lista di coppie che hanno consegnato la richiesta di adozione nazionale al tribunale e che hanno superato positivamente un’indagine condotta dai servizi sociali.

Tra le coppie viene scelta quella più adatta alle esigenze del piccolo

Tra le coppie viene scelta quella più adatta alle esigenze del piccolo, la quale viene avvisata anche dell’entità del rischio giuridico al quale va incontro, ossia la possibilità che il bambino venga riconosciuto dai suoi genitori e che quindi sia sospeso il suo stato di adottabilità. Carla Garlatti specifica nell'intervista a "Dire": «A questo punto il Tribunale può accordare la sospensione dello stato di abbandono fino a un massimo di 2 mesi purché il bambino nel frattempo sia accudito».

Abbinato il piccolo alla coppia segue un periodo chiamato affidamento pre adottivo, durante il quale il bimbo ha una figura di riferimento che non sono i suoi genitori ma un tutore legale. Questo periodo ha una durata variabile, dipende molto dalle tempistiche del tribunale dei minorenni cui il piccolo fa riferimento.

Le tempistiche per trovare una famiglia

Il testo di legge spiega che, prima di dichiarare lo stato di adottabilità del piccolo il Tribunale si deve accertare che non vi sia nessuno disponibile a prendersi cura del bambino, indagando fino ai parenti di quarto grado. Questo perché deve essere sempre svolto tutto nell’interesse del minore.

Quando si parla di un minore abbandonato alla nascita le procedure dei tribunali sono più rapide

Nel caso specifico di un mancato riconoscimento alla nascita, quindi di neonati ai quali trovare una famiglia adottiva, ha spiegato però Carla Garlatti che i tempi sono più snelli: «La procedura, in questi casi, è molto più veloce di quando, invece, si deve dichiarare lo stato di adottabilità di un bambino più grande. In quel caso, infatti, prima di poter dichiarare lo stato di adottabilità bisogna fare tutto il possibile per consentire al bambino di vivere all’interno della sua famiglia e quindi devono essere posti in atto tutti quegli interventi che consentano il recupero delle capacità genitoriali, in modo che il bambino viva con i suoi genitori».

Famiglia

I bimbi per ora sono affidati temporaneamente al reparto di neonatologia, che si sta occupando di loro, ma molto presto saranno tra le braccia di chi chiameranno per sempre mamma e papà.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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