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23 Settembre 2023
9:00

Così si può insegnare ai neonati la comunicazione gestuale: scopriamo insieme il Baby Sign Language

Il Baby Signs language è un sistema di comunicazione gestuale che può essere usato dai bambini piccoli che ancora non sanno parlare, per comunicare con gli adulti di riferimento.

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Così si può insegnare ai neonati la comunicazione gestuale: scopriamo insieme il Baby Sign Language
Baby Sign Language

Il Baby Sign Language può essere considerato come un primo metodo di comunicazione per tutti i neonati e bambini udenti che ancora non sanno parlare. Fino a quando non dicono le prime paroline, infatti, i nostri piccoli esprimono quello che provano con il pianto, con gesti del corpo, con espressioni che molto spesso non sono comprensibili. Da qui la difficoltà di capire le loro reali esigenze e soddisfarle.

Da tempo si parla di Baby Signs, un linguaggio che si basa sui segni, più o meno come la lingua dei segni (anche se vedremo che le differenze sono diverse), che permette ai bambini che ancora non parlano di esprimersi e di essere compresi dagli adulti di riferimento che si occupano della loro cura. Scopriamo insieme di che cosa si tratta e perché potrebbe essere molto utile nei primi anni di vita dei bebè.

Cos'è il linguaggio Baby Signs

I neonati tentano di comunicare con noi genitori fin dai primissimi tempi. Il problema è che non usiamo lo stesso linguaggio. Noi parliamo e ascoltiamo, ma loro non sanno ancora parlare. Comprendere i loro bisogni a volte è decisamente difficile, con la conseguenza che i piccoli, dopo un po', si mettono a piangere disperati perché noi non li comprendiamo, mentre noi adulti ci disperiamo e ci sentiamo frustrati perché non riusciamo a capire di cosa hanno bisogno.

Il programma di comunicazione gestuale è stato ideato da due psicologhe americane

Il Baby Signs è una risposta a questa necessità, da parte di neonati e genitori, di comprendersi parlando la stessa lingua. Il programma di comunicazione gestuale è stato ideato 40 anni fa negli Stati Uniti per opera di due psicologhe, Linda Acredolo e Susan Goodwyn. Si basa sul presupposto che tutti i bimbi usano i gesti per parlare e lo fanno in modo consapevole e intenzionale: sfruttare questo linguaggio potrebbe aiutare grandi e piccini a comprendersi.

Attenzione, però, perché non è una vera e propria lingua dei segni, dal momento che non ha una struttura sintattica o una grammatica, quindi non può considerarsi una vera e propria lingua. Ma piuttosto un linguaggio che si compone di gesti che rappresentano parole o concetti che i bambini possono usare per esprimersi. È di fatto un supporto per arrivare alla parola parlata, per comprendersi in questa fase di transizione.

I benefici del Baby Signs

Il Baby Signs si è diffuso presto in tutto il mondo, supportato anche da diversi studi dell'Accademia Americana di Pediatria. Nel nostro paese è arrivato solo nel 2015. I benefici sono davvero molti. Il Baby Signs, infatti,

  • migliora la concentrazione e la capacità di apprendimento
  • aumenta l'autostima dei bambini
  • ha risvolti positivi sulla relazione tra genitori e figli
  • aiuta a migliorare le capacità comunicative
  • permette al piccolo di sentirsi finalmente capito e compreso
  • consente un miglior approccio con la lingua parlata
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A che età usare il linguaggio Baby Signs

Il programma si può iniziare a seguire sin dalla nascita, sin da quando il piccolo vede le mani degli adulti, anche se non riuscirà ancora a imitare il segno. Potrà però comprendere le parole e associarle ai gesti, aumentando la propria attenzione di fronte a questo metodo di comunicazione.

A partire dai sei mesi, poi, i bambini inizieranno a rispondere con questo tipo di comunicazione gestuale, perché saranno in grado di farlo in modo intenzionale. Di solito i piccoli lo usano fino ai 24 mesi di età, quando poi iniziano ad avere una migliore padronanza della lingua parlata.

Come insegnare il linguaggio ai bambini

Il linguaggio Baby Signs si compone di 175 segni codificati: in Italia ci sono corsi svolti da personale qualificato che consentono di impararli e di imparare a insegnarli ai figli, ma possiamo creare anche i nostri segni che dovranno essere semplici, facilmente ricollegabili alla parola o al concetto di riferimento, realizzati con una o due mani. Ogni volta che si fa il segno va pronunciata anche la parola o la frase corrispondente, così da favorire anche l'apprendimento del parlato.

Ripetendo più volte i segni e rispondendo con entusiasmo ai bambini quando li usano correttamente, in poco tempo si otterranno ottimi risultati. Sarà anche divertente coinvolgere tutte le altre persone che stanno vicino ai bambini, come fratelli e sorelle maggiori o nonni.

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