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12 Marzo 2024
18:00

Il dialetto si può insegnare a scuola?

Teoricamente sì, il dialetto può essere insegnato a scuola, ma non sono molti gli istituti italiani che lo prevedono. Ci sono pro e contro e fazioni molto divise: ecco le ragioni dell'una e dell'altra.

A cura di Sara Polotti
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Il dialetto si può insegnare a scuola?
dialetto a scuola

Il dialetto si può insegnare a scuola? Sì, ma solo nel caso di corsi facoltativi e lezioni aggiuntive. Non vi sono infatti vincoli o legislazioni in merito all'insegnamento obbligatorio dei dialetti nelle scuole italiane, anche se c'è chi lo vorrebbe inserito nei piani di studio a partire dai nidi e dalle scuole dell'infanzia. Ogni scuola, però, può decidere di proporre agli studenti dei corsi ad hoc e delle lezioni specifiche, "extra" rispetto ai curriculum e ai programmi didattici standard.

Naturalmente non parliamo di lingue di minoranza (tutelate dal MIUR e dalla scuola) o di zone in cui già le scuole sono bilingui, ma di vero e proprio dialetto: quello lombardo, quello veneto, quello napoletano, quello torinese, quello ligure, quello maceratese… Ecco ciò che c'è da sapere.

Si può insegnare il dialetto a scuola?

Nella scuola dell'obbligo non ci sono lezioni obbligatorie di dialetto, ma in passato c'è chi l'ha proposto. È il caso per esempio della Regione Veneto, che propose, oltre all'inserimento del veneto tra le lingue delle minoranze, l'insegnamento dello stesso in tutte le scuole.

L'idea del partito che propose la legge (la Lega) era quello di aprire a tutti i dialetti a scuola, a partire da quella dell'infanzia, in modo da insegnare a bambini e bambine la "lingua materna", insegnandola durante gli anni dell'infanzia e usandola come lingua per l'insegnamento dalla scuola primaria in poi.

In realtà la definizione "lingua materna" è errata, dato che la lingua materna nel nostro Paese è per tutti e tutte l'italiano. Con naturali eccezioni, per esempio, in Trentino Alto Adige e in altre zone in cui il bilinguismo è diffuso oppure nelle quali vi siano minoranze linguistiche tutelate (come il ladino, tra le altre).

Diverso è il discorso per le lezioni facoltative o i laboratori: ci sono diverse scuole che li prevedono, ma sotto forma di corsi aggiuntivi o lezioni sperimentali.

C'è chi vuole conservare la lingua

Chi spinge per il dialetto a scuola lo fa con precisi intenti identitari e culturali.

Secondo alcuni, infatti, il dialetto è parte integrante della cultura di un territorio: nella grammatica, nei termini e nei modi di dire ne racchiude storia e tradizioni.

Non studiarlo e non parlarlo significherebbe inoltre perderlo per strada, rischiando che il dialetto scompaia completamente nel giro di pochissime generazioni.

Le ragioni del "no"

D'altro canto c'è chi sottolinea i problemi dietro a un ipotetico obbligo di insegnamento del dialetto a scuola. Tra questi:

  • Il rischio di esclusione e discriminazione nei confronti di chi non conosce il dialetto perché di famiglia originaria di altrove (altri Paesi, ma anche altre regioni o città, semplicisticamente). Ma anche nei confronti di chi non ha interesse di parlarlo.
  • Il rischio di sacrificare la grammatica italiana, già messa a dura prova secondo i dati a disposizione. Anche l'Accademia della Crusca, infatti, fa notare come le competenze linguistiche degli studenti e delle studentesse d'Italia – misurate dalle prove come l'Invalsi – non siano così solide da permettere alla scuola di aggiungere un'altra lingua.
  • Il pericolo di "inventare" una lingua che di fatto non esiste: il dialetto è per sua natura una lingua popolare non scritta e ingabbiarlo in regole arbitrarie rischierebbe di snaturarlo, contaminando così anche tutta la parte culturale e tradizionale che si vuole preservare.
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