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2 Aprile 2023
18:00

Disprassia nei bambini: cos’è, come si manifesta e come aiutare un bimbo disprassico

La disprassia è un disturbo dello sviluppo, che si presenta in tenera età e accompagna chi ne soffre fino all'età adulta. Non esiste una cura definitiva, ma trattamenti volti a migliorare la qualità della vita di bambini, ragazzi, adulti disprassici.

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Disprassia nei bambini: cos’è, come si manifesta e come aiutare un bimbo disprassico
disprassia

La disprassia è un disturbo del neurosviluppo. Si manifesta con un deficit della coordinazione motoria, che rende difficile l'automatizzazione di alcuni gesti semplici e quotidiani, a casa o a scuola. La disprassia nei bambini può influenzare molto lo sviluppo e la crescita, così come i rapporti sociali.

Secondo il DSM-5 questa condizione fa parte dei DCD (Developmental Coordination Disorder, Disturbo dello Sviluppo della Coordinazione) e appartiene ai disturbi del movimento. Le cause sono diverse, così come differenti possono essere i sintomi, che è bene conoscere per cogliere il prima possibile i segni di questo disturbo dello sviluppo, così da arrivare velocemente a una diagnosi e mettere in atto i trattamenti migliori per aiutare il bambino.

Come si riconosce un bambino disprassico e come aiutarlo

La disprassia è un disturbo dello sviluppo ancora poco conosciuto. Si caratterizza per un deficit nell’acquisizione e nell’esecuzione di abilità motorie coordinate. Le difficoltà si manifestano con goffaggine ( per esempio: cadere, sbattere contro gli oggetti) o con lentezza o imprecisione nello svolgimento delle attività motorie (per es: afferrare un oggetto, usare le forbici, scrivere a mano, guidare la bici o partecipare ad attività sportive. Per essere considerata una condizione clinica, il deficit motorio deve compromettere in maniera significativa il funzionamento dell’individuo nei vari contesti di vita.

La disfunzione può essere:

  • acquisita, in seguito a un trauma cranico o altro danno cerebrale
  • associata a un ritardo dello sviluppo neurologico o altro disturbo del neurosviluppo
La disprassia compare nell'età dello sviluppo

La disprassia è una condizione che fa il suo esordio durante lo sviluppo, persistendo anche in età adulta, e che può manifestarsi con diversi sintomi e presentarsi con differenti gradi di severità. Può coinvolgere una sola capacità oppure più abilità. Le conseguenze sono importanti per quello che riguarda l'equilibrio e la motricità dei bambini, sia a livello generale, quindi in tutto il corpo, sia in specifici distretti.

Prevalenza

La prevalenza del disturbo dello sviluppo della coordinazione motoria è del 5-6% nei bambini tra 5 e 11 anni. I maschi sono colpiti più spesso delle femmine con un rapporto maschio femmina tra 2:1 e 7:1.

A seconda dell'età del bambino, ci sono diversi segnali da cogliere per capire se un bambino è disprassico.

La disprassia si manifesta in modo chiaro in età prescolare, perché i bambini possono mostrare difficoltà: a salire e scendere le scale, a camminare senza inciampare, a correre senza sembrare goffi, a coordinarsi, a vestirsi e allacciarsi le scarpe, a mangiare da soli, ad acquisire nuove abilità. Non hanno, poi, il senso del pericolo, non riescono a usare gli oggetti in modo corretto (ad esempio afferrare una palla o andare in bici), non riescono a giocare con i coetanei e a fare attività di coordinazione come puzzle e costruzioni o a disegnare e ricopiare. Inoltre, non riescono a concentrarsi bene, a esprimere le emozioni.

Oltre a questi segni, facilmente riconoscibili, altri sintomi che accompagnano la disfunzione sono:

  • scarse abilità nei movimenti, nella coordinazione, nell'equilibrio
  • goffaggine e lentezza nei movimenti
  • deficit o ritardo del linguaggio
  • gestualità difficoltosa
  • deficit dell'attenzione, iperattività, scarsa memoria
  • difficoltà nell'organizzarsi
  • bassa autostima
  • irritabilità
  • scarsa autonomia
La disprassia può associarsi ad altri disturbi e condizioni

Può manifestarsi senza altri disturbi oppure sovrapporsi ad autismo, ADHD, disturbi del linguaggio e disgrafia. Per tutti questi sintomi e segnali, i bambini provano disagio psicologico, possono provare paura, fobia, ansia, disturbi somatici come mal di testa e mal di pancia che non sembrano avere cause apparenti, fobia sociale.

disprassia nei bambini

Quando si notano alcuni o molti dei segnali prima elencati, è bene parlarne subito con il pediatra, che saprà fare tutte le valutazioni del caso ed eventualmente rimandare a uno specialista. La diagnosi di disprassia viene fatta da un neuropsichiatra infantile, che si avvale della collaborazione di altre figure professionali.

I bambini disprassici vanno aiutati senza giudicare

Per aiutare un bambino disprassico, per prima cosa dobbiamo metterci nei suoi panni e cercare di capire come si sente quando non riesce a fare le cose che vorrebbe. Mai giudicare e mai criticare, mai usare frasi del tipo "Ma come, alla tua età non ci riesci", che non farebbero altro che indebolire ulteriormente la sua autostima. Dobbiamo aiutarlo a comprendere che insieme si possono compiere anche i passi che sembrano più difficili e dobbiamo supportarlo in ogni modo. Magari cercando di facilitare alcuni compiti che per lui sono difficili:

  • evitare lacci, bottoni e cerniere: meglio il velcro per i capi di abbigliamento
  • accompagnare il bambino mentre mangia, per aiutarlo nei movimenti e nella postura
  • offrire al bambino posate e penne e matite con impugnatura grande
  • per aiutarlo a muoversi nello spazio, usare colori, frecce, cartelli

Inoltre sono tante le attività che si possono fare per dargli una mano a superare i limiti dettati dalla condizione: fare percorsi in giro per casa, giocare al gioco dei mimi o al gioco delle coppie, evitare giochi troppo difficili e creare momenti di svago con regole di facile memorizzazione e altre attività analoghe. A scuola, come previsto dal disegno di legge 904, gli studenti con diagnosi di disprassia/DCD possono usare strumenti compensativi per poter seguire le lezioni con i compagni.

Si guarisce dalla disprassia?

Per la disprassia non esiste una medicina o una cura, nel senso che non esistono al momento trattamenti definitivi che possono evitare il manifestarsi dei segni clinici e della sintomatologia che accompagnano il disturbo. Si può però agire proprio sui sintomi e sullo sviluppo del bambino, per aiutarlo a superare i limiti che la condizione gli pone.

I trattamenti per la disprassia sono volti a migliorare la qualità di vita dei pazienti

La terapia per la disprassia è volta a migliorare la qualità della vita dei bambini, a rendere meno pesanti le difficoltà collegate a questa disfunzione, a migliorare le abilità necessarie e a ottenere autonomia nei gesti quotidiani. I sintomi possono ridursi tantissimo, ma non si guarisce mai del tutto.

Anche quando la terapia è perfetta per i piccoli, si potrà sempre notare una lentezza nell'esecuzione dei gesti e manifestazioni clinici della condizione del neurosviluppo, che comunque accompagneranno l'individuo, anche se in forma minore, anche nell'età adulta.

Risulta comunque fondamentale seguire le indicazioni di pediatra e specialisti, in particolare per quello che riguarda figure professionali come il logopedista o lo psicomotricista.

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