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13 Luglio 2023
18:00

È vero che i bambini bilingue parlano in ritardo? Un mito da sfatare

Il dibattito attorno a questo argomento è molto comune tra i genitori e gli educatori. Molti credono che i bambini bilingue abbiano maggiori difficoltà nello sviluppo del linguaggio rispetto ai loro coetanei monolingue. Ma è davvero così?

A cura di Sara Polotti
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È vero che i bambini bilingue parlano in ritardo? Un mito da sfatare
bilinguismo

Il bilinguismo è una realtà sempre più diffusa in tutto il mondo, anche grazie alla globalizzazione e ai flussi migratori e non solo, quindi, perché un numero sempre maggiore di genitori sceglie di insegnare una lingua estera fin dalla nascita ai propri bambini (affidandosi quindi a persone esterne o a scuole specifiche).

Tuttavia, ci sono ancora molte opinioni contrastanti sui vantaggi e gli svantaggi che il bilinguismo può avere sullo sviluppo del linguaggio dei bambini. Una delle preoccupazioni più comuni riguarda la possibilità che i bambini bilingue parlino in ritardo rispetto ai loro coetanei che parlano in casa una sola lingua. C'è della verità in questa affermazione? In realtà le implicazioni sono diverse e sfaccettate.

Le critiche al bilinguismo

Le critiche che vengono mosse al bilinguismo, dette in parole semplici, riguardano la quantità di vocaboli e di regole grammaticali che i bambini e le bambine imparerebbero, che secondo i detrattori del bilinguismo sarebbero troppi per non creare confusione. Imparare due lingue contemporaneamente, in sostanza, implicherebbe un ritardo del linguaggio o dei disturbi dello stesso a causa delle difficoltà implicite di due idiomi. Se già imparare a parlare è dura, dire le prime parole in due lingue risulterebbe ancora più difficoltoso.

In realtà così non è. Soprattutto, non bisogna proiettare le difficoltà degli adulti su dei bambini che stanno sviluppando tutta la loro capacità cerebrale. In questo caso è proprio giusto parlare di "spugne": il cervello dei bambini è come una spugna ed è più naturale imparare una nuova lingua.

Il ritardo nel parlare e i disturbi del linguaggio, quindi, non sarebbero legati al bilinguismo: se compaiono in un bambino bilingue è più probabile che siano dovuti alla sua natura, e non alle due lingue parlate.

Lo spiega bene anche un recente progetto chiamato DISCOURSE BISLI (Discourse coherence in bilingualism and SLI), finanziato dall’UE, che ha permesso di studiare lo sviluppo del linguaggio di bambini bilingue (in questo caso russo-tedesco e russo-olandese) confrontandolo con quello di bambini monolingue con e senza uno sviluppo del linguaggio tipico.

Bilinguismo e disturbi del linguaggio

Secondo questo studio, "usare gli errori di produzione del linguaggio per determinare se un bambino bilingue soffre di un disturbo del linguaggio o no è molto difficile e a volte impossibile", proprio perché il modo di apprendimento è assolutamente diverso.

Secondo i ricercatori, quindi, ai bambini e alle bambine bilingue spesso vengono diagnosticati disturbi del linguaggio in maniera errata, poiché non hanno – come chi presenta effettivamente un disturbo del linguaggio – difficoltà ad apprendere la semantica e la grammatica; in realtà compiono errori "a causa dell’influenza della loro lingua dominante, ma conoscono il significato corretto della parole e le regole grammaticali".

I bambini bilingue parlano in ritardo?

Lo stesso studio, così come numerosi altri nel mondo, ha determinato anche un altro mito da sfatare. Si tratta di quello ancor più diffuso nel senso comune, ovvero quello che vorrebbe i bambini e le bambine bilingue più lenti nell'apprendere la lingua e quindi più lenti nel parlare. Ricercatori e ricercatrici sostengono infatti che:

Il bilinguismo non comporta necessariamente problemi e ritardi nel linguaggio. I bambini bilingue diventano particolarmente bravi se imparano entrambe le lingue dalla nascita, anche se la loro lingua minoritaria (quella che non si parla nel paese dove risiedono) in genere è più debole rispetto alla loro lingua dominante.

La conclusione, quindi, è chiara: ogni bambina, ogni bambino, ha i suoi tempi. Un ritardo nel linguaggio non dipende dal bilinguismo, ma dalla natura stessa della persona.

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