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3 Febbraio 2024
9:00

È vero che il latte vaccino fa male?

Il latte vaccino (o latte di vacca) è un alimento ricco di nutrienti preziosi e completo, ma va assunto con moderazione. Non va mai somministrato prima del primo anno di vita del bambino e anche dopo va introdotto con cautela nella dieta del piccolo, per evitare un eccesso proteico.

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È vero che il latte vaccino fa male?
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Il latte vaccino, o latte di vacca, è uno degli alimenti più consumati al mondo per il suo elevato valore nutrizionale, per la sua gradevolezza al gusto e per la sua diffusa disponibilità, anche se non va mai somministrato prima dei 12 mesi di vita. Per comodità, nel linguaggio comune ci si riferisce al latte vaccino con il più generico termine “latte”. Si tratta di una straordinaria fonte di calcio, oltre che di sali minerali e vitamine. Tuttavia, il latte vaccino non è indicato prima del primo anno di vita del piccolo per la sua composizione, non adatta al lattante.

Cosa si intende per latte vaccino?

Il latte vaccino, latte di vacca, o, genericamente, latte, è l’alimento ottenuto dalla mungitura delle mammelle delle mucche. Si tratta di un alimento ricco di nutrienti e completo, composto prevalentemente da acqua, grassi, proteine e lattosio. Insieme ai suoi derivati, il latte è ritenuto un alimento basilare nella dieta mediterranea, come sottolinea il Ministero della Salute, ed il suo consumo è fortemente raccomandato, pur con delle cautele legate all’età del singolo individuo, alla quantità della dose giornaliera e alla presenza di eventuali intolleranze o allergie.

La quantità di grassi contenuta determina la distinzione tra latte intero, parzialmente scremato e scremato che troviamo nella sezione latticini dei supermercati:

  • Latte intero: +3,5% di grassi
  • Latte parzialmente scremato (o semi-magro): 1.5-2% di grassi
  • Latte scremato (o magro): -0,5% di grassi

I grassi rappresentano un’ottima fonte di energia, specialmente per quanto riguarda i più piccoli, e contengono vitamine. Tuttavia, come riporta il Ministero della Salute, assumere una quantità eccessiva di grassi, specie se saturi, può comportare nei ragazzi più grandi e negli adulti un apporto calorico eccessivo e, quindi, un rischio di sovrappeso, obesità, alto livello di colesterolo nel sangue, eventi cardiovascolari come infarti o ictus. Per questo motivo a volte il medico consiglia al paziente di preferire il latte scremato al latte intero per ridurre il contenuto di grassi della dieta.

Ciò, comunque, non riguarda i più piccoli. Come riporta il Ministero della salute, dopo il primo anno, se si usa latte di mucca, deve trattarsi di latte intero, non totalmente o parzialmente scremato. Questi prodotti devono essere evitati almeno fino a dopo i due anni d’età  per il basso contenuto di energia e vitamine liposolubili.

Per garantire che il latte sia microbiologicamente sicuro, è essenziale che sia pastorizzato o bollito prima del consumo.

Il latte vaccino fa bene o male?

Il latte vaccino, o di mucca, è una fonte straordinaria di calcio e di diversi elementi nutritivi perciò la comunità scientifica ne consiglia caldamente il consumo, tuttavia esistono delle cautele e indicazioni legate a età, quantità e intolleranze o allergie di cui tenere conto.

Età

Innanzitutto, il latte vaccino non va mai somministrato ai bambini durante il primo anno di vita poiché non contiene il giusto apporto di sostanze nutritive. Fino ai 12 mesi di età, quindi, si raccomanda di offrire al piccolo il latte materno o, come unica alternativa valida, il latte adattato ovvero in formula.

Quantità

La dose giornaliera raccomandata di latte cambia sensibilmente tra infanzia ed età adulta.

Per gli adulti, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, si consigliano 2-3 porzioni di latte e yogurt al giorno, una dose che consente di soddisfare quasi la metà del fabbisogno di calcio di un individuo.

Diverso è il caso dei bambini tra 1 e 3 anni, i quali hanno un fabbisogno giornaliero di calcio di 350 milligrammi (mg), che corrispondono a circa 300 millilitri (ml) di latte.

Intolleranze e allergie

Il consumo di latte in individui predisposti è associato a reazioni indesiderate. Nello specifico, l’intolleranza al lattosio consiste nell’incapacità di digerire il lattosio, uno zucchero presente nel latte e nei latticini, causata da una presenza insufficiente dell'enzima lattasi. Esiste pure l’allergia al latte, in grado di scatenare reazioni allergiche in caso di assunzione di latte.

Quando i bambini possono iniziare a bere il latte vaccino?

Il latte vaccino intero non va mai somministrato ai lattanti nel primo anno di vita a causa dell’elevato apporto proteico, del ridotto contenuto di ferro e del ridotto apporto di acidi grassi essenziali.

0-1 anno

Il latte vaccino – così come il latte di pecora e di capra – non va mai somministrato ai lattanti durante il primo anno di vita perché non contiene il giusto equilibrio di nutrienti, quindi rischia di sbilanciare l’apporto proteico alimentare complessivo, oltre che causare carenze di ferro.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) raccomanda l’allattamento esclusivo al seno fino ai 6 mesi di vita del piccolo. L’unica alternativa valida al latte materno è il latte in formula, o artificiale, mentre il latte vaccino non va proposto al lattante prima dei suoi 12 mesi di vita. Il contenuto proteico del latte vaccino infatti è di circa tre volte superiore rispetto a quello materno.

1-3 anni

Dopo l’anno di vita è consentita l’assunzione di latte vaccino intero se non si allatta più al seno.

Quali sono le dosi suggerite? Per un bambino non allattato al seno dopo i 12 mesi si raccomandano:

  • Se altri cibi di derivazione animale sono inclusi nella dieta: 200-400 ml di latte vaccino intero non diluito al giorno
  • Se non sono inclusi nella dieta altri cibi di derivazione animale: 300-500 ml di latte vaccino intero non diluito al giorno

«Solo dopo l’anno di vita – precisa il Ministero della Salute –, ove non sia ancora in corso l’allattamento materno, può essere introdotto il latte vaccino intero come componente lattea della dieta, che comunque non dovrebbe essere assunto in quantità superiori ai 200-400 ml/die, per evitare un eccessiva assunzione di proteine».

Le proteine infatti devono costituire il 10% dell’apporto quotidiano di nutrienti per i più piccoli, per il resto derivante da carboidrati (50%) e grassi (40%), come riportano i Livelli di Assunzione di Riferimento ed Energia per la popolazione (Larn). Assumere più proteine del dovuto espone il piccolo a futuri problemi metabolici e di obesità.

Fino ai 2 anni di età, poi, si consiglia di evitare il latte  scremato per il basso contenuto di energia e vitamine liposolubili.

"Come ricorda la società Italiana di Pediatria nella PIRAMIDE ALIMENTARE TRANSCULTURALE  l'alimentazione ha un ruolo centrale nello sviluppo fisico e una crescita armoniosa del bambino. I pediatri raccomandano nella dieta giornaliera, sin dall'età prescolare,  il  consumo giornaliero di 1-2 porzioni di latte-yogurt. "

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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