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5 Aprile 2023
10:00

Favole della buonanotte e giochi di luci incantano i piccoli pazienti dell’Ospedale di Grosseto

Nel reparto di pediatria dell’Ospedale Misericordia di Grosseto i volontari Abio leggono le favole ai piccoli pazienti in un’atmosfera suggestiva. Per l’occasione, la sala giochi della clinica è trasformata in un teatro con luci soffuse, un cielo stellato, coperte e cuscini, immagini dipinte a mano, e, in sottofondo, la voce narrante di uno dei volontari, che racconta favole ricche di significati morali.

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Favole della buonanotte e giochi di luci incantano i piccoli pazienti dell’Ospedale di Grosseto
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Chi legge le favole della buonanotte ai piccoli pazienti degli ospedali pediatrici? Per evitare che i giovani  ospiti del reparto di pediatria dell’Ospedale Misericordia di Grosseto rinuncino al magico appuntamento serale della lettura di avvincenti racconti fra le lenzuola, i volontari dell’associazione Abio hanno organizzato, nella sala giochi della clinica toscana, delle serate per leggere le storie della buonanotte ai bambini ricoverati. L’appuntamento con i cantastorie, dal titolo “La favola della buonanotte”, torna ad animare le corsie di pediatria dell’Ospedale, dopo tre anni di sospensione a causa della pandemia.

Giochi di luci, un cielo stellato proiettato sul soffitto, soffici cuscini, morbide coperte, immagini disegnate su tavole di legno, anelli luminosi. E in sottofondo, la voce narrante di uno dei volontari, che racconta una storia della tradizione popolare o inventata. È lo spettacolo che si presenta agli occhi dei piccoli pazienti dell’Ospedale di Grosseto nelle serate dedicate alle storie della buonanotte.

«Non si tratta del consueto racconto della favola della buonanotte, ma di una vera esperienza sensoriale ed emozionale che i nostri piccoli pazienti vivono in prima persona e noi con loro – afferma la dottoressa Susanna Falorni, direttore Pediatria e Neonatologia – Dopo un giorno in reparto, magari a fare visite o anche trascorrendo molto tempo in camera, per i bambini è un sogno poter passare qualche ora divertendosi insieme, tutto a vantaggio della loro salute».

I piccoli sono all’oscuro dello spettacolo fino all'ultimo: sul far della sera, i volontari s’intrufolano nelle stanze del reparto di pediatria e donano ad ognuno dei bambini ricoverati un anello luminoso, con cui li invitano a farsi strada fino alla sala giochi, dove, sulle note della musica, ha inizio lo show. Lì, i piccoli rimangono incantati di fronte alle luci, al cielo stellato proiettato sulle pareti e sul soffitto della sala, al miniteatro allestito fra coperte e cuscini colorati.

«È un momento davvero incredibile – ha raccontato Stefania Guarrera, presidente Abio Grosseto – i bambini sono entusiasti, vengono completamente rapiti dal racconto e dall’ambiente che li circonda, si mettono comodi, si rilassano e si abbandonano al racconto. Non c’è cosa più appagante che vedere i loro visi felici, si percepisce che si sentono protetti e una sera quasi dimenticano dove e perchè si trovano lì».

Le storie raccontate sono differenziate per fasce d’età, sono ricche di insegnamenti morali e a volte richiamano l’esperienza dei piccoli malati e convalescenti. Per esempio, uno dei racconti più apprezzati narra di un’isola in cui accorrono gli animali per curarsi e stare meglio. Una strategia per coinvolgere i giovani ascoltatori in prima persona e spiegare, con parole semplici, il perché della loro permanenza lì, lontano da casa. Coccolati dalla voce narrante e da un’atmosfera suggestiva, i bambini in cura all’Ospedale Misericordia si rilassano, prima di addormentarsi e lasciare spazi ai sogni.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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