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30 Marzo 2023
13:30

A Catanzaro il pediatra che prescrive la gentilezza, associando a ogni piccolo paziente un aggettivo

Il pediatra di libera scelta di Catanzaro, Davide Zicchinella si è sempre contraddistinto per un'estrema umanità, ma da qualche tempo scrive accanto ai nomi dei suoi piccoli pazienti nelle ricette mediche un aggettivo gentile. Lo scopo? Rendere la medicina umana e incentivare il rapporto tra medico e paziente.

A cura di Sophia Crotti
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A Catanzaro il pediatra che prescrive la gentilezza, associando a ogni piccolo paziente un aggettivo
Pediatra

Dopo l'ormai celebre storia del pediatra che nelle prescrizioni mediche, oltre ad antibiotici e spray per la gola, prescriveva gelati e dolci per rallegrare i suoi piccoli pazienti, è la volta di Davide Zicchinella. Il pediatra in barba alla tecnologia che aiuta ma fa perdere il contatto tra le persone, umanizza le sue ricette scrivendo accanto al nome dei suoi pazienti un aggettivo che li caratterizzi.

Davide Zicchella è una persona di estrema umanità, sia nell'amministrazione del Comune di Sellia, del quale è sindaco, che nella sua professione. Nell'ottobre 2022 si è infatti recato in Burkina Faso per prendere parte a un progetto in un ospedale locale e portare il suo amore per la medicina e i piccoli pazienti dove ce n'era più bisogno.

Le ricette con parole piene d'amore

Quante volte gli specialisti ci inondano di grossi paroloni che non comprendiamo affatto, e se non li capiamo noi figuriamoci i nostri bimbi. I piccoli, col moccolo al naso, entrano un po' spaventati nello studio del pediatra, spesso perché non capiscono, alzando la maglietta a fatica perché lo stetostocopio è freddo, il tampone li spaventa e non vedono l'ora che sia tutto finito.

Pediatra

Il pediatra Davide Zicchinella, invece, ha deciso di puntare sull'importanza della comunicazione, scegliendo le parole più belle per essere compreso dai suoi giovanissimi pazienti.

Il pediatra mette al centro il paziente e non la sua patologia

"Alice che è bellissima, deve prendere lo sciroppo per la tosse", "Matteo che è gentile, deve mettere 3 goccine nelle orecchie prima di andare a dormire" e "Martina simpaticissima, tra una risata e l'altra deve prendere il paracetamolo". Così facendo il medico mette al centro il paziente, che non è un cliente, ma una persona che ha bisogno di conforto perché in quel momento non sta bene.

La tecnologia ha dematerializzato la medicina

Un altro problema che riscontra il pediatra è che sempre meno persone portano i bimbi nel suo studio, i genitori si fanno prescrivere i medicinali via whatsapp e la medicina si è completamente disumanizzata, per via della dematerializzazione.

Pediatra

«Va recuperato un vero rapporto tra medico e paziente, che non può prescindere dal  guardarsi negli occhi cercando di trasmettere sentimenti puri. Una soluzione può essere quella di veicolare parole d’amore, io li chiamo pixel di amore». Così riporta il pediatra al notiziario online "Catanzaro Informa". Dunque quando la ricetta deve per forza essere scritta e poi letta dal telefonino o dal pc, può comunque essere abbellita dalle parole giuste.

Servirebbero anche pagelle della valorizzazione, piene di complimenti

L'iniziativa del pediatra è piaciuta tantissimo ai genitori dei suoi piccoli pazienti, che hanno condiviso l'idea del pediatra sui social. Sotto il post sono piovuti messaggi meravigliosi, un papà ha scritto: "Verrò apposta per queste ricette d'amore" e una mamma ha proposto addirittura che questa sua iniziativa si allargasse alle pagelle scolastiche: "Servirebbero pagelle della valorizzazione, piene di complimenti. Sarebbe bello che si ufficializzasse l'umanizzazione della burocrazia ormai dematerializzata".

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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