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4 Gennaio 2024
9:00

Genitori, non sapete proprio come parlare con i figli adolescenti? Provate a tavola, davanti al loro piatto preferito

Uno studio condotto su 2000 famiglie inglesi ha affermato che il momento dei pasti è il migliore per dialogare con i figli adolescenti, soprattutto davanti al loro piatto preferito.

A cura di Sophia Crotti
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Genitori, non sapete proprio come parlare con i figli adolescenti? Provate a tavola, davanti al loro piatto preferito
cibo preferito a tavola

Una ricerca condotta su 2000 famiglie inglesi ha messo in luce le difficoltà dei genitori a parlare con i propri figli adolescenti, e la possibilità di riuscirci nel migliore dei modi tutti riuniti a tavola.

Questo perché per il 78% degli intervistati il pasto è l'unico momento che si trascorre insieme, per il 47% è l'unica situazione in cui tutti i membri della famiglia sembrano rallentare un po' e per il 37% è proprio il cibo, accompagnato da altri argomenti leggeri a sancire l'inizio di conversazioni anche molto importanti.

Spesso si dice che il silenzio a tavola è un buon segnale per i cuochi, significa che a tutti i commensali piace così tanto ciò che stanno addentando con gusto, che non hanno intenzione di muovere la bocca per parlare.

In realtà non è così, un recente studio condotto su 2000 famiglie inglesi con figli adolescenti o preadolescenti, di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, ha rivelato che l'occasione di trovarsi tutti a tavola per un pasto, sia la migliore per parlare a ruota libera in famiglia.

Sì perché 2 genitori su 5, alla domanda di cosa parlate maggiormente e con più facilità con i vostri figli, hanno risposto " di cibo". Chiedere ai propri figli cosa desiderano mangiare per cena, piuttosto che domandare loro come va a scuola, come stanno, quali progetti hanno per il proprio futuro, è indubbiamente più semplice. I genitori hanno anche affermato nell'89% dei casi, che sedersi a tavola per mangiare tutti insieme, quando accade, è il momento migliore, però per poter finalmente chiacchierare con i propri figli. Il 49% di loro ha anche detto che è proprio a tavola che i loro figli riescono finalmente a parlare a ruota libera di ciò che accade nelle loro vite.

La professoressa Susanna Forwood, dell'Università Anglia Ruskin di Cambridge, insieme alla piattaforma Talking Futures ha condotto dunque questa ricerca che mettesse in luce le caratteristiche delle discussioni che si instaurano tra genitori e figli proprio a tavola.

I temi caldi a tavola in famiglia sono la vita scolastica, le amicizie e la vita in famiglia, un tabù invece la morte o la salute mentale

Innanzitutto i temi caldi a tavola sono per il 64% degli intervistati la vita scolastica dei figli, per il 54% discorsi sugli amici e i programmi che i figli hanno con loro per trascorrere il tempo insieme e per il 52% la vita in famiglia, con tanto di spartizione dei compiti per tenere in ordine la casa.

Altri argomenti di cui i ragazzi parlano davanti ai piatti fumanti sono i compiti, le vacanze, i progetti sul futuro, programmi televisivi, spettacoli e celebrità.

Argomenti che invece piombano come un piatto freddo e indigesto sulle tavole degli inglesi sembrerebbero essere la morte, difficile da affrontare a tavola per il 22% degli intervistati, la salute mentale, di cui il 16% delle famiglie preferisce non discutere e le relazioni amorose dei propri figli, argomento che si risolve nel silenzio per il 14% degli intervistati.

Ad avere però un ruolo fondamentale sulla buona riuscita delle conversazioni in famiglia, ha affermato la psicologa, sarebbe una sensazione di sicurezza che i ragazzi riescono a provare a tavola se si verificano due situazioni.

«Parlare con adolescenti e giovani adulti della loro carriera e delle loro decisioni in materia di istruzione può essere difficile. Ma pianificare un pasto regolare in cui le famiglie possano recuperare il loro cibo preferito può aiutare» ha spiegato la psicologa Suzanna Forwood. Dunque è importante trovare almeno un pasto, magari la cena, che diventi un momento di ritrovo per tutta la famiglia, un rituale insomma da mantenere nel tempo per creare la giusta intimità con i propri figli.

Un altro elemento centrale a tavola e nelle conversazioni conviviali è però anche il cibo che viene offerto: «Il momento del pasto è un momento in cui il nostro corpo si rilassa e mangiare i nostri cibi preferiti produce emozioni positive che ci fanno sentire sicuri. (…)Questi fattori che aiutano sia gli adolescenti che i loro genitori ad aprirsi quando mangiano, dando luogo a conversazioni di supporto e ad una migliore comprensione tra genitore e figlio» ha commentato l'esperta.

I ragazzi sono più portati a parlare a ruota libera di loro, davanti a un comfort food

Il cibo dinnanzi al quale i ragazzi si sentirebbero maggiormente a loro agio è proprio quello che gli inglesi chiamano "comfort food", ossia quel cibo a cui ciascun individuo attribuisce un valore consolatorio, che sia una vaschetta di gelato, le lasagne della nonna o il risotto che cucina il papà.

Inoltre, inutile mentire, per quanto i genitori siano cuochi provetti non c'è miglior invito per i ragazzi a tavola se non quello di dire loro "stasera ordiniamo una pizza, il cinese, fast food". A confermarlo è stato ben l'87% dei genitori inglesi. Questo perché, spesso è proprio il cibo o la scelta condivisa di una pietanza preferita a dare inizio alle conversazioni tra figli e genitori.

Dunque vale la pena di concedere di tanto in tanto uno strappo alla regola, sederci tutti a tavola, davanti al cibo d'asporto preferito dei nostri figli e chiacchierare di come vanno le nostre vite. Saremo anche tutti più distesi pensando che non ci saranno nemmeno i piatti da lavare a fine pasto.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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