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10 Ottobre 2023
10:00

Hikikomori: chi sono i giovani che si escludono dal mondo

Gli hikikomori rappresentano un complesso e delicato fenomeno sociale che richiede un'attenzione significativa. È importante per la società e per le famiglie coinvolte cercare di comprendere le cause sottostanti e cercare modi efficaci per aiutare gli individui a superare l'isolamento sociale e a migliorare la loro salute mentale.

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Hikikomori: chi sono i giovani che si escludono dal mondo
hikikomori

Negli ultimi decenni, un fenomeno sociale noto come Hikikomori ha catturato l'attenzione dell'opinione pubblica, dei ricercatori e degli esperti di salute mentale in tutto il mondo. Gli hikikomori sono individui, quasi sempre ragazzi o giovani adulti, che si ritirano dalla società, evitando il contatto sociale e isolandosi nelle proprie case per periodi prolungati, spesso mesi o addirittura anni.

Ma cosa spinge dei ragazzi o delle ragazze nel fiore degli anni a murarsi in casa, spesso con il Web come unica finestra affacciata sull'esterno? Le ragioni possono essere molteplici tuttavia, in mancanza di un'adeguata conoscenza del problema, è facile scambiare questo profondo disagio per semplice pigrizia o volontà di sottrarsi ai propri doveri lavorativi o scolastici.

Il mondo di un hikikomori però è molto più complesso e senza un adeguato aiuto il buio della stanza entro le quali si confina rischia di trasformarsi velocemente in un abisso senza più vie di uscita.

Chi sono gli Hikikomori?

La parola hikikomori deriva dalla lingua giapponese e significa "stare in disparte" o "essere reclusi".  Gli hikikomori infatti tendono ad isolarsi dal resto del mondo, segregandosi volontariamente all'interno delle mura dimestica per ridurre al minimo le relazioni dirette con l'esterno.

Tale condizione però non riguarda solo il Giappone, Paese dove il fenomeno è stato identificato e appare maggiormente diffuso, ma è presente anche in molte altre parti del mondo, sebbene con variazioni culturali.

Nel Paese del Sol Levante, infatti, la diffusione degli hikkikomori è legata a filo stretto con le fortissime pressioni che il sistema scolastico (e quindi anche i genitori) riversa sui giovani. In Giappone l'insuccesso scolastico spesso preclude l'accesso a carriere prestigiose o professioni socialmente apprezzate, dunque un brutto voto viene facilmente scambiato per una validazione negativa della persona stessa.

Tuttavia la scuola non è certo l'unica causa scatenante del fenomeno e anche in Occidente si stanno moltiplicando i casi di giovani "auto-reclusi" che cercano di estraniarsi da situazioni familiari pesanti, episodi di bullismo o vissuti traumatici.

In generale dunque, gli hikikomori sono tendenzialmente individui giovani, spesso adolescenti o giovani adulti, che si ritirano completamente dalla vita sociale perché insoddisfatti, spaventati o addirittura disinteressati al mondo esterno. Si chiudono in casa, evitano il contatto con amici, familiari e spesso anche con il resto della società.

Possibili Cause

Le cause degli hikikomori sono complesse e possono variare da individuo a individuo. Alcuni dei fattori potenziali che possono contribuire a questo comportamento includono:

  • Pressione sociale: in alcune culture – come appunto quella giapponese – vi è una forte pressione per il successo scolastico e professionale, il che può portare a elevati livelli di stress tra i giovani. Quando il di aspettative si fa troppo opprimente dunque, alcuni ragazzi reagiscono ritirandosi nella propria stanza, unico spazio confortevole e nel quale si sentono al riparo dal giudizio del prossimo.
  • Depressione e ansia: molti hikikomori soffrono di disturbi mentali come la depressione e l'ansia, che possono rendere difficile per loro affrontare situazioni sociali.
  • Bullismo: l'esperienza di bullismo può portare alcuni giovani a ritirarsi dalla società come meccanismo di difesa per evitare nuovi soprusi o per la vergogna scaturita da un episodio infamante (come una chat trafugata o la diffusione di contenuti pesantemente derisori)
  • Isolamento tecnologico: l'accesso costante e senza limiti aia dispositivi digitali può rendere più allettante per alcuni giovani trascorrere il loro tempo online piuttosto che interagire fisicamente con gli altri. Quando ciò accade, con il passare del tempo, la realtà virtuale finisce per essere preferibile al mondo vero e l'hikikomori preferisce passare il suo tempo online o sui videogame piuttosto che fare i conti con ciò che lo circonda
  • Problemi familiari: Le dinamiche familiari disfunzionali o le tensioni familiari possono spingere un giovane a isolarsi per sottrarsi ai problemi che inquietano la quotidianità domestica.

Sintomi

Non trattandosi di una patologia vera e propria ma di un comportamento su cui i (pochi) studi a riguardo non hanno ancora ben definito la situazione, non è facile chiarire con esattezza una "fenomenologia" dell'hikikomori.

In assenza di una classificazione psichiatrica ufficiale e di sintomi specifici però, possiamo distinguere alcuni elementi ricorrenti. Oltre all'isolamento sociale – progressivo o repentino – i ragazzi e le ragazze hikikomori sono infatti maggiormente esposti a:

  • Disturbi del sonno
  • Difficoltà nella concentrazione
  • Disforia (ossia alterazione patologia dell'umore)
  • Schizofrenia
  • Ansia sociale
  • Disturbo evitante di personalità

Spesso anche la presenza di un disturbo  dello spettro autistico favorisce le dinamiche riconducibili al fenomeno hikikomori.

Implicazioni sociali e psicologiche

Gli hikikomori affrontano numerose sfide sociali e psicologiche. L'isolamento sociale può portare a una diminuzione dell'abilità di comunicazione e di relazione, rendendo difficile il loro ritorno nella società.

Inoltre, l'assenza di interazioni sociali può esacerbare i problemi di salute mentale già presenti, come la depressione e l'ansia.

Per le famiglie degli hikikomori, il fenomeno può essere altrettanto devastante. I genitori e i familiari possono sentirsi impotenti nel cercare di aiutare i loro cari a superare questa situazione difficile e l'assenza dio un adeguato supporto psicologico potrebbe indurre a soluzione sbagliate o raffazzonate che rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione.

Se ad esempio un ragazzo o una ragazza inizia ad alienarsi dalla realtà rifugiandosi nel mondo virtuale, a nulla serviranno rimproveri o divieti nell'uso di computer o device tecnologici. Il malessere troverà altri modi di manifestarsi e in alcuni casi si potrebbe sfociare nell'autolesionismo o in istinti suicidi.

Come aiutare un Hikikomori

L'approccio per aiutare gli hikikomori a reintegrarsi nella società richiede un approccio complesso e mirato. Spesso, è necessario coinvolgere professionisti della salute mentale per affrontare i problemi di salute mentale sottostanti. Terapie come la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia di gruppo e il supporto familiare possono essere efficaci.

Inoltre, i servizi sociali e le organizzazioni non profit possono svolgere un ruolo cruciale nel fornire risorse e sostegno a coloro che lottano con l'hikikomori.

Prevenzione

Come suggerito dallo stesso Istituto Superiore di Sanità, poiché la condizione s'innesca a causa di una rottura tra la persona che si esilia dal mondo e il resto della società (famiglia, parenti e amici inclusi), «le azioni di prevenzione dovrebbero riguardare non solo la persona malata ma anche tutti i contesti di vita in cui è inserita».

Ciò ovviamente passa da una conoscenza più diffusa del fenomeno (molti ancora ignorano del tutto l'esistenza di questi ragazzi e ragazze) e un'educazione orientata verso il dialogo e la condivisione delle emozioni, un'educazione cioè che abitui i figli a parlare dei propri problemi senza il timore eccessivo di essere giudicati.

Anche la società però svolge un ruolo importante nella riduzione di questi casi limite, favorendo politiche efficaci contro la dispersione scolastica e supportando le famiglie che si trovano ad avere a che fare con un disagio così impattante come un figlio o una figlia che decide di seppellirsi entro i confini della propria cameretta.

Fonti mediche
ISS
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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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