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18 Ottobre 2023
9:19

I cinque indizi della menopausa precoce: quando la fine della fertilità arriva con largo anticipo

Per menopausa anticipata (precoce o prematura) si intende l’interruzione definitiva delle mestruazioni prima dei 40 anni. I sintomi coincidono con quelli di una menopausa che arriva dopo i 45 anni e il segnale più evidente è l’irregolarità delle mestruazioni.

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I cinque indizi della menopausa precoce: quando la fine della fertilità arriva con largo anticipo
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In Cina la menopausa è chiamata «seconda primavera». Nella tradizione della medicina orientale la scomparsa delle mestruazioni è concepita come una rinascita che ristabilisce l’equilibrio femminile e inaugura una novella stagione della vita. Una visione decisamente lontana da quella dell’Occidente, dove nell’Ottocento e nel Novecento si diffuse addirittura l’idea di menopausa come malattia e si svilupparono terapie bizzarre, perfino pericolose, che promettevano di “curare” la menopausa. Il Ministero della Salute non lascia spazio a dubbi: «la menopausa non è una malattia ma un momento fisiologico della vita della donna, che coincide con il termine della sua fertilità». Una presa di posizione, quella scientifica, che non esclude strascichi negativi: la menopausa è un appuntamento biologico in grado di influenzare il benessere fisico, emotivo, mentale e sociale di chi lo sperimenta, che a volte si presenta senza sintomi, mentre in diversi casi è accompagnato da disturbi e disagi – fisici e/o psicologici – anche invalidanti. Come la si accoglie, tuttavia, quando bussa in largo anticipo alla porta di una donna, che magari è ancora in cerca di un figlio?

La menopausa si verifica quando le ovaie smettono di rilasciare ovuli per la fecondazione. Uno stravolgimento ormonale che si aspetta generalmente fra i 45 e i 55 anni di età, anche se non sono rari i casi di menopausa anticipata. Una delle prime a raccontare pubblicamente la sua esperienza di perdita precoce della fertilità è stata l’attrice britannica Naomi Watts, oggi 53enne, che recentemente ha rivelato di essere stata sorpresa dalla menopausa in giovane età, a 36 anni.

Per «early menopause» (menopausa “precoce”), in gergo medico, si intende l’interruzione permanente delle mestruazioni prima dei 45 anni, che riguarda circa il 5% delle donne, mentre per «premature menopause» la menopausa “prematura" che avviene prima dei 40 anni.

Diverso è il caso della «Primary Ovarian Insufficiency» (POI), cioè l’insufficienza ovarica primaria, una condizione che colpisce parecchie donne anche prima dei 40 anni per cui le mestruazioni si interrompono in modo non definitivo e l'ovulazione è intermittente. In sostanza, si tratta di una diminuzione della riserva ovarica, non di un suo annientamento, che perciò non decreta inequivocabilmente la fine della fertilità e l’ipotesi di una futura gravidanza. La POI veniva precedentemente chiamata “Premature Ovarian Failure”, cioè fallimento ovarico prematuro, un’etichetta che fortunatamente è stata cambiata dalla comunità scientifica quando la ricerca ha dimostrato che le donne a cui era stata diagnosticata la POI riuscivano comunque ad avere un’ovulazione intermittente e, in alcuni casi, a rimanere incinte spontaneamente, senza trattamento per l’infertilità.

È un tema, quello della menopausa, precoce e non, accerchiato da luoghi comuni, stereotipi, falsi miti e su cui regna la disinformazione. Non è vero, ad esempio, che chi ha iniziato prima a mestruare, rischia di andare prima in menopausa. L’arrivo della menopausa e l’interruzione delle mestruazioni dipendono dalla riserva ovarica e quindi dalla quantità di follicoli presenti nelle ovaie. È una questione fisiologica, quindi, sui cui incidono fattori esterni, come patologie autoimmuni, e fattori di rischio, come il fumo. Esistono casi, peraltro, in cui la menopausa “in anticipo” è dovuta a interventi chirurgici o terapie.

Non esiste una “regola d’oro” della menopausa: il suo arrivo non è prevedibile sulla linea del tempo della vita biologica di una donna, come i suoi effetti e le sue conseguenze. C’è chi la accoglie serenamente e in salute, e chi con difficoltà e sperimentando dolori, disturbi, depressione. C’è chi la attende a tarda età con gli occhi puntati sull’orologio, e chi viene colto alla sprovvista. A divergere sono pure i sintomi con cui preannuncia il suo arrivo, anche se la scienza, come riporta l’OMS, ne ha identificati cinque, i più comuni:

  1. Vampate di calore e sudorazioni notturne (sintomi del calo ormonale)
  2. Cambiamenti nella regolarità e nel flusso del ciclo mestruale
  3. Secchezza vaginale, dolore durante i rapporti sessuali e incontinenza
  4. Difficoltà a dormire e insonnia
  5. Cambiamenti di umore, ansia e/o depressione, senza motivo apparente

I sintomi di una menopausa anticipata corrispondono a quelli di una menopausa che arriva in un’età compresa fra i 45 e i 55 anni. Il più chiaro dei segnali è tuttavia l’irregolarità delle mestruazioni: il dubbio nasce quando il “periodo rosso” si interrompe del tutto senza un motivo valido (come una gravidanza, sindromi cliniche come quella dell’ovaio policistico, o altro), diventa raro o, al contrario, gli episodi di mestruazioni sono ravvicinati. Si è entrati in menopausa quando non si ha il ciclo mestruale per dodici mesi consecutivi (in assenza di specifiche condizioni o patologie che lo interrompono).

Esiste un test per avere un dato attendibile, in caso si sospetti che la menopausa sia in agguato. Si tratta dell’esame del sangue capillare che misura gli estrogeni e gli ormoni correlati, come l’ormone follicolo-stimolante (FSH), i cui  livelli nel sangue salgono quando si è in menopausa.

Oltre che per i rischi di salute, la menopausa anticipata a volte preoccupa perché determina la fine della fertilità a un’età in cui, magari, la donna è intenzionata a rimanere incinta. Parecchie donne e mamme scoprono che la loro riserva ovarica è agli sgoccioli e che quindi sono vicine alla menopausa quando hanno in programma un figlio. Fortunatamente, ad oggi  esistono tecniche di fecondazione assistita, come l’ovodonazione, che restituiscono la speranza di riuscire ad avere un figlio anche in caso di insufficienza ovarica.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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