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4 Aprile 2024
9:00

I profumi che riportano alla mente ricordi felici d’infanzia sono importantissimi e si percepiscono già nel pancione

I profumi che ci ricordano l'infanzia, come i panni stesi, il ragù della nonna, l'odore della nostra prima casa, sono importantissimi e fanno parte della memoria olfattiva, che inizia a svilupparsi già nel pancione. Numerosi studi hanno dimostrato che influiscano sui rapporti umani e sulla felicità di ogni individuo.

A cura di Sophia Crotti
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I profumi che riportano alla mente ricordi felici d’infanzia sono importantissimi e si percepiscono già nel pancione
profumi d'infanzia

Il profumo acre dei pastelli a cera e del pongo, quello avvolgente del ragù a casa dei nonni, l’odore di pulito dei panni stesi al sole e quello del cibo caldo della mensa della scuola rievocano in noi ricordi dal passato incredibilmente vividi. Quello che accade quando il nostro naso intercetta una profumazione familiare è descrivibile come un momento di stand-by del nostro cervello e dell’intero corpo che, preso da una fortissima nostalgia, rivive i ricordi d’infanzia che quei profumi evocano. Si tratta della memoria olfattiva, un meccanismo intuito e descritto da Proust e ancora largamente studiato nell’ambito delle neuroscienze.

Il naso sembrerebbe essere l’organo più in grado, una volta percepito un odore noto, di far riaffiorare alla mente ricordi con un grosso carico emotivo. Secondo i neuroscienziati che hanno condotto uno studio sul fenomeno di Proust , infatti la molecola del profumo annusato raggiungerebbe l’epitelio del naso, il quale invierebbe il segnale al bulbo nasale, che si trova appena dietro agli occhi. Questo arriva alla corteccia olfattiva che identifica e classifica l’odore. La corteccia comprende anche l’amigdala, legata ai ricordi emotivi e a sua volta connessa all’ippocampo responsabile della memoria umana.

Ecco che quindi come Proust, che quando addentava la sua madeleine rievocava improvvisamente alla mente ricordi del passato, un qualsiasi profumo della nostra infanzia è perfettamente in grado di farci rivivere le emozioni positive vissute tanti anni prima.

Lo sviluppo della memoria olfattiva inizia nell’utero e dura per sempre

Ci sarà capitato di chiederci come mai i profumi rimandino sempre a ricordi d’infanzia,  la spiegazione è molto semplice, è proprio nei primi anni di vita che l’olfatto risulta essere maggiormente sviluppato e in grado di costruire una serie di ricordi molto vividi.

La chemiocezione nasale ossia la capacità dei bambini di ricevere stimoli sensoriali annusando, inizia quando ancora sono nella pancia della mamma, in particolare nel terzo trimestre di gravidanza. È già qui a seconda delle molecole odorose che lo stile di vita della mamma, la sua genetica e la sua alimentazione fanno permeare nel liquido amniotico, che il bambino inizia a sviluppare le proprie preferenze olfattive. A seconda che la mamma introduca o non lo faccia affatto, nella sua dieta, alimenti come aglio, carote, formaggio, verdure verdi, tutti cibi fortemente odorizzanti, il bimbo avrà una diversa reazione quando una volta nato questi alimenti gli saranno riproposti in una pappa.

profumo d'infanzia

Importantissimo per i bambini è anche l’odore materno, proveniente dal seno o dalle ascelle, grazie a questa profumazione i bambini impareranno già nei primi giorni di vita ad associare profumi e odori a contesti piacevoli, familiari e di sicurezza. L’odore del latte materno, per esempio, ricorda immediatamente ai bimbi quello che hanno già avuto modo di sentire all'interno del pancione e, se interrogati 5 giorni dopo il parto, i bambini mostreranno già una netta preferenza per il profumo della loro mamma e in generale del contesto familiare in cui hanno vissuto. I profumi con i quali i piccoli durante l’allattamento entreranno in contatto, grazie alla varietà dell’alimentazione materna saranno fondamentali per accettare con più facilità entro i 6 anni di vita nuovi alimenti.

«Le madri sono per i neonati dei mosaici olfattivi» specifica uno studio pubblicato sulla National Library of Medicine, infatti è stato dimostrato che a 4 mesi i neonati in assenza della loro mamma ma in presenza del suo profumo su altre donne, tendano a guardarle a lungo, perché grazie ai profumi imparano riconoscere gli individui che li circondano. Nella crescita, però, i piccoli a poco a poco perdono questa abilità, un po’ perché diventando grandi si allontanano dai propri genitori e un po’ perché superati i primi mesi di vita riescono a riconoscerli non più solo grazie all’olfatto ma con tutti e 5 i sensi.

I bimbi però in età scolare, come hanno dimostrato diversi test fatti a gruppi di compagni di classe di 9 anni, riescono perfettamente a riconoscere attraverso il profumo degli indumenti i compagni o le compagne del loro stesso sesso, proprio perché a questa età è con loro che trascorrono la maggior parte del tempo.

I profumi dell’infanzia placano l’ansia anche da adulti

Quindi è quando siamo bambini, grazie al profumo della mamma, del papà o di chi si prende cura di noi, quando la nostra modalità audiovisiva che nella crescita diventerà preponderante, è ancora in fase di maturazione, che impariamo senza accorgerci ad attribuire alle fragranze familiari una immensa importanza.

Il profumo di chi ci ha cullato nei primi giorni di vita e ci ha cresciuto prima, e di chi ci è amico o amiamo poi, sarà per noi per sempre una fonte di rilassamento e sicurezza. Ecco perché quando sentiamo profumi come quello della casa dei nonni o dei luoghi d’infanzia, la nostra mente prova un senso di sicurezza e nostalgia legato a quei ricordi più o meno felici. La nostalgia che sentiamo pervaderci annusando il ragù che mangiavamo da bambini ha numerosi benefici psicologici, è in grado di rafforzare la nostra autostima, di farci sentire profondamente connessi alle persone che ci stanno attorno e ci fa riscoprire il significato profondo della vita.

profumo d'infanzia

Insomma la felicità e la serenità hanno un profumo ben preciso: quello dell'infanzia e a dircelo è anche una recente ricerca che ha indagato la correlazione tra i profumi, i ricordi e la depressione.

La professoressa di psichiatria dell'Università di Pittsburgh, Kymberly Young, ha scoperto insieme ad un gruppo di ricercatori che gli odori con i quali i pazienti hanno familiarità, sarebbero in grado di richiamare ricordi d'infanzia nei pazienti con diagnosi depressiva. I ricordi autobiografici d'infanzia che annusare il lucido per le scarpe o una spremuta o il caffè o un balsamo le persone con diagnosi di depressione, analizzate, hanno maturato sono sempre stati felici e hanno permesso loro di provare gioia e fiducia in sé. Dallo studio è anche emerso che più grave era lo stato depressivo diagnosticato, più i pazienti faticavano a sentire i profumi, come a testimoniare nuovamente quanto l'olfatto e quei profumi che ricordano casa giochino un ruolo importantissimo nella vita di ognuno di noi.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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