17 Maggio 2023
14:30

La dispersione scolastica: aule vuote, tempo ridotto e niente mense per gli studenti del sud Italia

105 adulti sono nei guai a Quarto e a Pozzuoli per non aver mandato i loro bimbi tra gli 8 e i 14 anni a scuola. Questo fenomeno si chiama dispersione scolastica, e nel nostro Paese colpisce con percentuali più alte il sud Italia. Bisogna investire per garantire ai bambini e alle famiglie servizi scolastici ed educativi di qualità.

A cura di Sophia Crotti
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La dispersione scolastica: aule vuote, tempo ridotto e niente mense per gli studenti del sud Italia
classe vuota

La dispersione scolastica è un fenomeno che si muove tra i banchi di scuola lasciandoli vuoti. I dati maggiori di abbandono si riscontrano nel sud Italia, non a caso negli ultimi giorni sono state segnalate alle autorità 105 adulti tra le province di Pozzuoli e Quarto che non hanno mandato i loro figli di età compresa tra gli 8 e i 14 anni a scuola, per l'intero anno scolastico.

Ma perché le aule rimangono vuote e cosa può fare il nostro Paese per ricominciare a puntare sull‘educazione dei minori?

Il fenomeno della dispersione scolastica

Con dispersione scolastica si intende la tendenza di giovani e giovanissimi ad abbandonare la scuola prima della fine dell’obbligo scolastico.

Questo fenomeno è dovuto a una serie di fattori, l’estrema povertà delle famiglie, la mancanza di strutture scolastiche adeguate a soddisfare i bisogni di tutti gli studenti, stress e ansia ingestibili che si riscontrano sempre più spesso negli scolari.

Il tasso di dispersione scolastica complessiva in Italia supera il 20%

Il tasso di dispersione scolastica in Italia supera il 20%, sommando la percentuale di dispersione esplicita, ossia banchi vuoti, e dispersione implicita, data dai risultati delle prove Invalsi che dimostrano che moltissimi studenti non raggiungono gli obiettivi minimi per la loro età e quindi molto probabilmente non continueranno gli studi.

Il caso di Pozzuoli e Quarto

Sono state denunciate 105 persone, tra genitori e tutori di minori, perché nell’area metropolitana di Napoli 65 bimbi tra gli 8 e 14 anni non hanno frequentato la scuola dell’obbligo in questo anno scolastico. Non si parla di assenze momentanee e giustificate, ma di periodi lunghissimi. I carabinieri quindi hanno agito legalmente, informando la Procura ordinaria, la Procura dei minorenni e i servizi sociali presenti sul territorio.

bimbo

La situazione è allarmante già da mesi anche nelle altre scuole partenopee, infatti per studiare il fenomeno è nata una piattaforma alla quale gli insegnanti possono accedere per segnalare i casi di dispersione scolastica del Comune. Il 26 ottobre la piattaforma ha iniziato a funzionare e in soli 3 mesi le segnalazioni di piccoli assenti alle lezioni da diverso tempo e in maniera ingiustificata sono state 558.

I motivi della dispersione scolastica

La dispersione scolastica dipende spesso da offerte di infrastrutture scolastiche e servizi educativi carenti in alcune zone del nostro Paese. Save the Children ha infatti pubblicato un'analisi sull'offerta delle strutture scolastiche italiane uscita a settembre 2022, dal titolo "Alla ricerca del tempo perduto". Ne sono emersi dati che hanno dimostrato un'estrema disparità tra nord e sud d'Italia.

Il tempo pieno

Proprio nei territori dai quali provengono studenti che hanno alle spalle famiglie con possibilità socio-economiche più basse, si registrano percentuali minori di scuole che offrono tra i servizi il tempo pieno.

In Campania su 14265 classi delle scuole elementari solo il 18.8% (2678 classi) offre ai piccoli studenti 40 ore di lezioni alla settimana, ossia il tempo pieno. Contro il tempo pieno garantito con percentuali che superano il 50% nel Lazio, Toscana, Basilicata e in Lombardia.

bimbe fanno i compiti

Garantire agli studenti il tempo pieno si traduce spesso nel fatto che possano socializzare maggiormente, studiare e fare i compiti in spazi adatti alle loro necessità che magari nelle loro case non hanno, avere un'alimentazione sana, varia ed equilibrata, grazie al servizio mensa.

Il servizio mensa

Le scuole che dichiarano di avere un servizio mensa attivo si concentrano nel nord e centro Italia. Nella provincia di Napoli una percentuale di scuole compresa tra il 5 e il 20% ha confermato di avere la mensa per le elementari, tra il 2 e il 20% per le scuole medie.

Grazie al servizio mensa, anche i minori che vivono in condizioni di estrema povertà hanno accesso a un'alimentazione varia, ricca di nutrienti fondamentali per la loro crescita e che a volte a casa non trovano.

Agibilità delle strutture

Solo 4 scuole su 10 a livello nazionale consegnano il certificato di agibilità. Attraverso questo documento le scuole dichiarano di avere spazi scolastici di qualità, servizi educativi eccellenti, palestra, servizio mensa e tempo pieno per gli studenti.

mensa a scuola

Nelle province campane e della Basilicata, circa la metà delle scuole sono prive di questi servizi e dunque della certificazione.

Ansia stress e discriminazione

Ansia e stress sono la piaga del nostro tempo per i giovani e gli studenti, i dati che hanno seguito la pandemia hanno riportato che più della metà degli studenti soffre di un'ansia faticosa da gestire e causata dalla scuola. Il 20% degli studenti ha pensato anche di abbandonare la scuola per questo.

Un'altra piaga è il bullismo e le discriminazioni, il 43% delle persone transgender abbandona i banchi di scuola già a 12 anni.

Problemi che potrebbero essere ovviati con l'introduzione di un supporto psicologico valido nelle scuole, che gli studenti richiedono da tempo.

Le soluzioni

L'obbligo di frequenza scolastica è tutelato dalla legge, non mandare i propri figli di età compresa tra i 6 e i 16 anni a scuola è un reato punibile dalla legge, come specifica l'articolo 731 del codice penale, con sanzioni pecuniarie a carico di chi ne esercita la patria potestà.

Serve un investimento a favore della scuola pari a 1 miliardo e 445 milioni

Per venire in contro a queste situazioni di estrema povertà che sono presenti nel nostro Paese e riuscire a raggiungere uno degli obiettivi presenti nell'Agenda 2030, ossia che la dispersione scolastica italiana scenda sotto il 9%, servirebbe un investimento pari a 1 miliardo 445 milioni a favore della scuola.

Questi soldi servirebbero ad ampliare l'organico, rendere le strutture scolastiche adeguate alle esigenze degli studenti e dunque appianare le disparità. Servirebbero 40.820 insegnanti, 81.639 classi nuove a tempo pieno e circa 6.000 nuovi collaboratori. Grandi numeri, che non sono mai abbastanza grossi però quando si tratta di traguardi da raggiungere per dare possibilità di futuro a coloro che sono il futuro dell'umanità, i bambini.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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