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28 Gennaio 2024
9:00

La scuola d’arte Bergognone di Lodi, dove tutti sono artisti: «Le famiglie di ragazzi disabili si rivolgono a noi per disperazione, con l’arte tornano felici»

La scuola d'arte Bergognone è nata a Lodi, ormai quasi cinquant'anni fa, con l'unico obiettivo di dare a ciascuno gli strumenti adatti alla sua libera espressione artistica. Alle attività della scuola partecipano i bambini, gli adulti, chi sta affrontando un brutto momento e i ragazzi disabili. Ci ha raccontato la storia e le attività della scuola Matteo Vecellio, direttore del museo "Folligeniali", dove vengono esposte le opere della scuola.

A cura di Sophia Crotti
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La scuola d’arte Bergognone di Lodi, dove tutti sono artisti: «Le famiglie di ragazzi disabili si rivolgono a noi per disperazione, con l’arte tornano felici»
Intervista a Dott. Matteo Vecellio
Direttore del museo "Folligeniali" della scuola Bergognone di Lodi
scuola d'arte Bergognone
Scuola d’arte Bergognone

A Lodi c'è una scuola di arte molto particolare. Si chiama Bergognone ed è stata fondata quasi cinquant'anni fa da un artista Angelo Frosio, che potremmo definire un precursore dell'arte-terapia.

Frosio non voleva che la sua scuola insegnasse l'arte, ma desiderava che, invece, fornisse a ciascuno studente gli strumenti adatti a lui, per esprimerla.

Qui gli studenti hanno le età e le necessità più disparate. I bimbi delle elementari vengono stimolati con esperienze di arte-gioco, in modo che rappresentino le proprie emozioni senza censure. Poi c'è chi sta vivendo un momento difficile della vita, talvolta perfino depressivo, e può trovare nell'espressione artistica una valvola di sfogo. Infine ci sono ragazzi, giovani adolescenti o adulti che presentano grosse disabilità: a loro la scuola d'arte offre loro un posto di ritrovo e permette alle loro famiglie di non sentirsi sole nell'affrontare la disabilità di un figlio.

Tra le pareti di questa scuola ognuno trova il suo posto, ognuno si sente speciale.

Ma qual è dunque il super potere curativo dell'arte? Lo abbiamo chiesto a Matteo Vecellio, che si definisce un volontario in continua formazione, ma è il direttore del museo "Folligeniali", dove vengono esposte le opere prodotte dai ragazzi della scuola. In tutta sincerità Matteo ci ha detto che è impossibile rispondere a questa domanda:«sarebbe come chiedersi come si fa ad essere felici: non lo sapremo mai». Ma di vedere la potenzialità dell'arte ogni volta che un ragazzo, che pensava che nel mondo non ci fosse un posto per lui, vede le sue opere appese ad una mostra e si emoziona, sentendosi davvero, come tutti gli altri.

Come nasce questo istituto d’arte Bergognone a Lodi?

La scuola d’arte nasce per iniziativa Angelo Frosio, un artista tutt’ora presidente dell’associazione e dell’ente, nel 1975. La scuola è stata fondata proprio a Lodi poiché lui oltre ad essere un artista, di mestiere fa il tecnico lattiero caseario, e si trovava a Lodi per lavoro.

Proprio in questa città, coltivando la sua passione per l’arte e parlandone con chi lo circondava, incontrò tantissime persone appassionate, che accoglieva a casa sua. Fino a che l'ambiente domestico divenne troppo stretto e decise dunque di aprire una scuola, dove chiunque avesse voluto avvicinarsi all’arte avrebbe potuto farlo.

Cosa si impara alla scuola d'arte Bergognone?

La scuola è stata un esperimento pilota, iniziato da Angelo Frosio con una sola convinzione: che l'arte sia qualcosa per tutti. Ai tempi, l'arte era ancora considerata un privilegio per pochi, qualcosa per le élite e c'era una grossa barriera tra gli artisti, considerati degli intellettuali, e la massa.

Il compito della scuola non è quello di insegnare l'arte piuttosto quello di creare le condizioni per cui ciascuno si possa esprimersi

Frosio si inserisce in questa dialettica, perché secondo lui tutti siamo artisti, nasciamo e dentro di noi abbiamo l'arte, anche se nessuno sa esattamente cosa l'arte sia. Quindi per Frosio il compito della scuola non è quello di insegnare l'arte piuttosto quello di creare le condizioni per cui ciascuno si possa esprimersi. Durante i corsi di arte-gioco per bambini delle elementari ci si accorge che l'arte è già dentro di loro, compito del maestro e dell'educatore è quello di portarla ad emergere con un metodo e un approccio rigoroso.

Forsio si accorse, prima che nascesse l'arteterapia, che l'avvicinamento all'arte poteva avere un effetto molto positivo anche per chi stava passando un momento difficile, magari depressivo, nella sua vita. Intuendo questa potenzialità, Frosio ha fatto partire un percorso sperimentale in modo da utilizzare l'arte come strumento di socializzazione e recupero anche per persone con gravi disabilità fisiche o psichiche. La scuola Bergognone, però non è neanche da intendere come una scuola per disabili, è un istituto che mette al centro le persone. È un luogo in cui l'arte viene intesa come attività umana, come strumento per esprimersi e raggiungere la propria felicità e autorealizzazione.

Si impara in questa scuole che le persone con qualsiasi tipo di problema, se da un lato possono avere alcuni vincoli, per esempio fisici, dall'altro lato possono essere anche avvantaggiate. C'è una dialettica interessante che accomuna tutti, volontari, persone con problemi, genitori, famiglie, educatori, in un'esperienza che ha qualcosa da insegnare a tutti. In questa scuola chiunque può portare il proprio contributo.

Quali attività fanno i bambini? 

Per anni abbiamo organizzato corsi di arte-gioco che i bimbi fanno a partire dai 5-6 anni, e poi ci sono corsi per tutte le fasce d'età fino al termine della scuola dell'obbligo.

I bambini durante i corsi vengono motivati e stimolati ad avvicinarsi all'arte, viene data loro piena libertà, in modo che ognuno dimostri le proprie preferenze. Non tutti i bimbi amano l'arte grafica, per esempio, una lezione per loro alla scuola Bergognone è come se fosse un esperimento, un modo per permettere ai piccoli di esprimersi, dando inizio a un fiume di capacità espressive.

bimbi artisti

La cosa più bella ed efficace è aiutare i bambini a non auto censurarsi, come invece fanno gli adulti. Devono capire che anche uno scarabocchio ha un valore artistico importante.

Quando poi portiamo le famiglie al museo di arte contemporanea, vedono degli scarabocchi che a loro sembrano cose di poco valore e invece sono paragonabili a grandi opere di arte contemporanea. Direi che tra i destinatari del messaggio ci sono più i genitori che i figli. I bambini sanno cos'è l'arte non devono impararlo. È come nuotare, lo sappiamo fare poi lo disimpariamo, perché ci poniamo una serie di limiti.

Come si avvicinano alla scuola e all'arte le persone disabili?

E poi ci sono le persone disabili. L'avvicinamento all'arte può avvenire in qualsiasi modo, in genere, ma i disabili in particolare spesso si interessano per disperazione. La famiglia inserisce il figlio o la figlia nella scuola dell'obbligo, in strutture la cui efficacia formativa dipende sempre dai singoli casi e dalle singole iniziative. Quando i figli hanno 17-18 anni le famiglie non sanno che fare, dell'università nemmeno si parla. La famiglia dunque deve arrangiarsi e tra le varie opzioni che hanno, c'è quella di inserire qui i disabili.

Le famiglie di ragazzi disabili spesso si interessano alla scuola per disperazione, finite le superiori, non sanno che ne sarà dei loro figli

I ragazzi disabili arrivano finita la scuola dell'obbligo e vi rimangono per tutta la vita. Un altro aspetto che spesso non viene compreso bene della disabilità, a meno che uno non ne abbia degli esempi in casa, è che nonostante si parli di arte terapia non bisogna pensare che l'attività artistica faccia superare tutte le difficoltà che non rendono la persona indipendente, donando l'autonomia, anzi, ci sono casi di persone vincolate per tutta la vita.  Chi passa di qua è un essere umano che vuole vivere bene, essere felice e trovare nella scuola un'opportunità di socializzazione, realizzazione personale e dialogo.

Cosa vive una famiglia che ha un figlio con disabilità e cosa trae dalla scuola?

La famiglia è sola a gestire le persone con disabilità, dunque deve utilizzare la creatività per impegnare il tempo con il ragazzo o la ragazza. La Bergognone, come primo sollievo alla famiglia, consente di poter lasciare il figlio, anche una volta che ha terminato il percorso di studi, in modo che sia impegnato tutto il giorno in attività che gli permettono di socializzare e di sentirsi realizzato.

ragazzo disabile fa arte

Cerchiamo anche di coinvolgere le famiglie in gite, attività per creare un gruppo in cui tutti si sentano sostenuti. La prima domanda alla quale spesso ci troviamo a rispondere è: "cosa faccio io con mio figlio?". Durante il lock down per esempio la scuola Bergognone, con un gesto di grande coraggio, aprì la scuola molto prima della fine del lock down, perché eravamo tempestati da richieste delle famiglie che avevano bisogno di una mano.

Quali sono gli altri corsi proposti dalla scuola?

Ci sono corsi settimanali aperti a tutti, di arte grafica e restauro del legno. Ci sono poi corsi mirati per alcune categorie, per esempio il corso di arte e scienza per i dirigenti di aziende, perché l'approccio artistico può essere un incentivo alla creatività, in qualunque campo professionale.

Organizzate delle mostre in cui esponete i quadri dei "Folligeniali", chi sono?

I folli geniali sono un gruppo di artisti senza limiti di età, formazione e provenienza che si sono formati attorno alla scuola Bergognone, alcuni sono ancora gli allievi originali, creano opere, molte delle quali vengono lasciate alla scuola e conservate nel museo "folli geniali". Nel loro nome si sintetizza la vera dinamica dell'arte, rapporto tra follia e genialità che attraversa l'arte dalle origini.

In che modo l'arte ha effetti curativi?

Diverse tesi di laurea dedicate al cosiddetto "Metodo Bergognone" hanno cercato di dare risposta a questa domanda. Potremmo definire la scuola Bergognone come un esperimento, un progetto pilota che dura da quasi cinquant'anni. Io penso che questo sia uno dei grandi misteri dell'arte, nonostante i risultati si vedano. Siamo tutti esseri umani, ci assomigliamo e abbiamo tutti bisogno della stessa cosa, sentirci valorizzati per poter essere felici. Per una persona con problemi questo diventa difficile. Qualcuno ci chiede "non vi sembra di star illudendo queste persone dicendo loro che sono artisti?". Già da questa domanda si capisce che sono tutti convinti che l'arte sia una certa cose e gli artisti certe persone. E invece io vi dico che i nostri studenti sono artisti. Tutti.

La scuola è un posto bello, dove è bello stare con gli altri e tutti si sentono protagonisti

Come funziona il potere curativo dell'arte è un grande mistero, ma è come chiedersi come si fa ad essere felici: non lo sapremo mai. Nella sostanza però posso dire che il fatto che un ragazzo possa eseguire un'opera, vederla esposta in un museo, sapere poi che fa parte di una collezione che va in giro per il mondo, è motivo di grande soddisfazione. Le persone si sentono protagoniste.

C'è anche un aspetto di grande socializzazione, che la scuola regala perché è un posto bello e accogliente. Una delle idee forte dei fondatori e degli architetti è stata quella di costruire un posto bello; molte persone vengono a dipingere in giornata, è un posto dove è bello stare con gli altri, si cerca sempre anche di dare gioia e leggerezza all'ambiente. Per questo non si chiama "accademia" ma "scuola".

Fate altre attività oltre all'arte? 

I corsi sono quelli istituzionali che ci sono da cinquant'anni, quindi corso di restauro, di arte grafica, di arte gioco, i ragazzi vengono tutti i giorni dalle 8.00 del mattino alle 17.00. Fanno attività grafica, attività di restauro ligneo o di quadri, orticoltura, corsi di storia dell'arte, inglese, informatica, attività fisica e ginnica, corsi mirati di formazione con gruppi di professionisti.

scuola d'arte Bergognone
Scuola d’arte Bergognone

Spesso accogliamo scolaresche che vengono in visita e i ragazzi sono coinvolti, la guida del museo è una ragazza non vedente dalla nascita, guida le persone spiegando le opere e ha un suo quadro esposto al museo. Ci sono anche attività che si svolgono al di fuori della scuola, che abbiamo fatto all'estero.

La scuola è al pari di una scuola statale?

Abbiamo una parte di scuola che è un centro soci0-educativo (CSE), riconosciuto da regione Lombardia ed è specificamente strutturato come un CSE, le altre attività sono corsi fatti da professionisti, che eroga la Bergognone come ente privato. In breve non siamo una scuola pubblica ma siamo un ente di formazione certificato e riconosciuto da Regione Lombardia per diversi corsi. Ma non siamo una scuola parificata, al pari della scuola dell'obbligo.

Quali professionisti lavorano nella scuola?

Nel tempo la scuola si è strutturata, oggi ha 7 dipendenti, operatori professionisti laureati in scienze dell’educazione, che si occupano delle attività formative ed educative, specificatamente mirate a un gruppo di persone diversamente abili. Accanto a loro c’è un gruppo di volontari e un gruppo di artisti, ci sono esperti restauratori, un gruppo di architetti, professionisti in campo alimentare, per l'attività legata alla formazione anche in quel settore.

Come si amalgamo le competenze artistiche e quelle di educatori nella vostra scuola?

Per gli educatori è una grande sfida, perché sicuramente hanno alle spalle il percorso di formazione canonico, quindi si laureano e hanno specifiche competenze educative e psicologiche.

L'educatore non insegna, ma impara a trasferire un metodo e a far uscire ciò che è dentro alle persone

All'interno della Bergognone tutti fanno un percorso di formazione, anche gli specialisti, l'educatore non insegna quanto imparato nel suo percorso formativo ma impara a trasferire un metodo e a far uscire ciò che è dentro alle persone, una delle competenze più complesse.

C'è un'opera d'arte a cui sei particolarmente affezionato?

Sono tantissime, penso ad un'opera a colori realizzata da una ragazza non vedente dalla nascita, che dunque ha solo un'intuizione dei colori ma non sa veramente come siano fatti. Il fatto che abbia realizzato un'opera con le mani è molto bello. Un'esperienza unica per chi viene in visita al museo è anche avere proprio lei come guida alle opere d'arte.

Scuola d'arte Bergognone
Scuola d’arte Bergognone

Sono molto legato poi anche alle opere collettive, fatte da allievi e volontari, che chiunque visiti la mostra può contribuire ad aggiornare. Il valore dell'opera per la scuola Bergognone non è la realizzazione statica dell'opera stessa, ma il processo che ha portato alla sua crezione, il contributo di ognuno. L'opera d'arte è un processo che porta alla luce la ricchezza dell'anima umana ancora inesplorata.

Ci sono opere di artisti straordinari che dipingono alla Bergognone e sono sconosciuti, nonostante non abbiano nulla da invidiare a Picasso o Gauguin, e nessuno ha insegnato loro come si facesse arte.

Anche le mostre fatte all'estero mi hanno dato grosse soddisfazioni. Abbiamo visto le opere esposte alla Biennale di Venezia, opere al Parlamento europeo di Strasburgo, addirittura Chicago.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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