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30 Ottobre 2023
12:00

Lo chef stellato Anthony Genovese ai genitori: “Non date solo la pasta al pomodoro ai bimbi, educateli ai sapori”

Lo chef stellato Anthony Genovese invita i genitori a non dare da mangiare ai bambini solo pasta al pomodoro, per permettere così loro di sperimentare sapori diversi ed educarli al buon cibo.

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Lo chef stellato Anthony Genovese ai genitori: “Non date solo la pasta al pomodoro ai bimbi, educateli ai sapori”
bambini e pasta al pomodoro

I bambini adorano la pasta al pomodoro. Perché un piatto semplice della tradizione gastronomica italiana e perché, forse, le famiglie lo preparano spesso, proprio perché è facile da realizzare, anche all'ultimo minuto, e il suo sapore piace di solito a tutti. Di fronte a questa abitudine, però, c'è chi storce il naso. Lo chef stellato Anthony Genovese chiede ai genitori di non dar da mangiare ai bambini solo pasta al pomodoro, ma di far assaggiare ai propri figli anche sapori diversi.

Lo chef del ristorante due stelle Michelin Il Pagliaccio di Roma, ne ha parlato in occasione di un incontro con Luca Ferrua, durante il Festival "C'è + Gusto a Bologna" a Palazzo Re Enzo, organizzato dall’hub del Gruppo Gedi Il Gusto. Sul palco ha chiesto ai genitori di non dare ai bambini solo la pasta al pomodoro. Secondo lo chef, infatti, bambini e adolescenti non sono abituati dai genitori ad assaporare nel modo giusto i sapori della cucina.

«Tanti giovani vengono a mangiare con i genitori nel mio ristorante e troppo spesso, purtroppo, chiedono una pasta al pomodoro. Perché non proviamo a far assaggiare ai nostri figli un piatto con il vero gusto del pesce, di un crostaceo o di una pasta fatta in casa?».

pasta al pomodoro

Queste le parole dello chef stellato, che racconta come nel suo ristorante a due stelli arrivino famiglie con ragazzi anche grandi e adolescenti che chiedono una pasta in bianca con parmigiano a parte o una pasta al pomodoro. «Il cibo non è solo quello che ti hanno insegnato da bambino, che ti hanno lasciato fare, poi tocca a te insegnare ai ragazzi che c'è ben altro», sostiene lo chef, che poi ricorda che «gustare vuol dire essere se stessi, essere se stessi vuol dire essere liberi».

Lui ricorda anche di quando da ragazzino viveva in Francia e la nonna gli preparava come merenda del pomeriggio un panino con le polpette, con le proteste degli amici che dicevano che la sua merenda puzzava. Ma per lui quella era cucina sana, anzi, era cucina. Invece, continua lo chef, oggi i ragazzi mangiano solo patatine e nessuno sa più apprezzare il buon cibo. «Cultura non significa spaventare la gente, è insegnare giorno per giorno a riconoscere la qualità di un prodotto, e non significa lusso. La tradizione va bene, ma non deve rinchiudere il mondo moderno».

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