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19 Ottobre 2023
12:00

Nonna o babysitter? Una donna cinese ha vinto in tribunale contro figlia e genero per essere pagata

Una nonna cinese ha citato in causa la figlia e il genero. A fare scalpore è la motivazione: ha chiesto loro un risarcimento per aver lavorato come nonna negli ultimi cinque anni, con un carico al pari di una babysitter. E il tribunale le ha dato ragione.

A cura di Sara Polotti
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Nonna o babysitter? Una donna cinese ha vinto in tribunale contro figlia e genero per essere pagata
nonna cina

Ma il lavoro di nonne e nonni va retribuito? Sono paragonabili a dei babysitter o il legame affettivo annulla ogni diritto di chiedere un equo riconoscimento, anche economico?

Solleva diverse domande (pressanti anche in Occidente) la notizia di questi giorni che ha visto una nonna cinese fare causa alla propria figlia e al genero, chiedendo di essere ricompensata per il lavoro di caregiver del loro figlio, che ha accudito per diversi anni mentre i genitori lavoravano a centinaia di chilometri di distanza.

La vicenda vede protagonista quella che alcuni giornali hanno identificato nella signora Duan, della città di Guangan nella provincia di Sichuan. La nonna ha citato in giudizio sua figlia Hu e il suo genero Zhu chiedendo loro di essere ricompensata per il lavoro svolto come babysitter del nipote per un periodo di cinque anni (da febbraio 2018 a luglio 2023).

Bisogna però fare un passo indietro. Hu e il marito, impiegati a Chengdu (a 300 chilometri di distanza), già corrispondevano alla nonna un compenso mensile di 1000 yuan (135 dollari statunitensi), unitamente a una tariffa aggiuntiva di assistenza all'infanzia di 2000 yuan. In totale ha quindi ricevuto, negli anni, circa 8000 dollari.

A luglio, tuttavia, la nonna ha ritenuto che per il lavoro svolto – secondo lei paragonabile in tutto e per tutto a una professione a tempo pieno – tali assegni non fossero sufficienti. Ha chiesto quindi alla figlia e al genero un totale di 192mila yuan (circa 26mila dollari). E il tribunale a cui si è rivolta le ha dato in parte ragione, ordinando un rimborso di 82mila e 500 yuan (11.450 dollari, più o meno).

La motivazione data dai giudici riguarda la capacità finanziaria della coppia, che secondo loro, essendo finanziariamente stabile, non aveva legalmente bisogno di affidarsi alla nonna.

La vicenda è poi proseguita legalmente e probabilmente proseguirà ancora per un po', poiché la coppia citata in giudizio si trova anche nel bel mezzo di un divorzio, e questo, secondo le leggi cinesi, pone altre questioni che possono riguardare anche i nonni.

Di fondo, resta una richiesta che ha diviso l'opinione pubblica: c'è chi vede la causa della nonna come una pretesa egoista e inelegante e chi invece sottolinea la necessità di parlare di un lavoro, quello del caregiver familiare, purtroppo oggi non ancora riconosciuto legalmente o economicamente, ma certamente e indubbiamente stressante e faticoso.

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