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13 Gennaio 2024
14:00

ParentGPT: arriva l’intelligenza artificiale che aiuta e consiglia i genitori

La startup americana Oath Care ha sviluppato un nuovo chatbot per aiutare i genitori a trovare risposte accurate e personalizzate per tutti i dubbi riguardanti la cura dei figli più piccoli.

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ParentGPT: arriva l’intelligenza artificiale che aiuta e consiglia i genitori
intelligenza artificiale e genitori

L'intelligenza artificiale vuole aiutare i genitori a prendersi cura dei loro figli. Dopo mesi di test e sperimentazione, la startup americana Oath Care ha infatti lanciato ParentGPT, un nuovo chatbot che potrà aiutare le mamme e i papà in difficoltà a superare i problemi più disparati, dalla gestione dei capricci alle prime pappe, passando per gli gli errori più comuni durante l'allattamento.

Stando a quanto dichiarato dagli stessi sviluppatori, l'idea è partita da un recente studio statunitense secondo il quale circa una donna su otto sperimenta le conseguenze della depressione post-partum, condizione che spingerebbe le neo-mamme a gettarsi tra le braccia di Internet per trovare risposte a tutte le loro insicurezze. Perché dunque non sfruttare le infinite potenzialità dell'IA per aiutare i genitori a reperire informazioni affidabili su tutto ciò che può riguardare i loro piccoli?

Finora i tentativi sono risultati  piuttosto deludenti, tanto che una ricerca apparsa la inizio gennaio su Jama Pediatrics ha evidenziato come l'83% delle diagnosi pediatriche eseguite da ChatGPT risultino del tutto errate.

I "cervelloni" di Oath Care si sono dunque messi all'opera per colmare il vuoto e realizzare un sistema di algoritmi in grado di assimilare le domande degli utenti per poi scandagliare tutte le fonti ritenute più attendibili – come le riviste scientifiche internazionali peer to peer o istituzioni come l' l‘American Academy of Pediatrics o l'American College of Obstetricians and Gynecologists – così da fornire in pochissimo tempo risposte molto accurate e mirate per la problematica esposta.

Trattandosi di un progetto molto recente però, l'archivio che consente a ParentGPT di processare le proprie risposte è ancora molto ristretto e condizionato da dati parziali che escludono ampie fette della società. Ciò può senz'altro influire sulle prestazioni e i consigli offerti.

«Abbiamo bisogno di fare ancora meglio nel condurre questi studi, in modo che possiamo avere dati dai quali attingere che siano inclusivi di tutte le popolazioni – ha ammesso Michelle Stephens, cofondatrice di Oath Care – Quindi finché ciò non accade, i dati che raccogliamo saranno sempre di parte».

L'IA però ha bisogno di commettere errori e ricevere feedback per imparare e migliorarsi. Nonostante le chiare lacune, la startup ha pertanto deciso di lanciare ugualmente il prodotto in modo da accelerare il processo di miglioramento.

Ecco perché dopo ogni interazione l'app suggerisce agli utenti condividere domande e risposte ottenute con la community e un folto team di specialisti – medici, infermieri, ostetrici, educatori, pedagogisti e persino fisioterapisti del pavimento pelvico – che possono a loro volta fornire valutazioni personalizzate ed empatiche sulla base delle singole esigenze.

Non solo: l'algoritmo è programmato per tener conto delle possibili differenze etniche e culturali tra genitori e professionisti coinvolti in modo da favorire l'incontro di parti il più possibile compatibili tra loro.

Il servizio al momento non è disponibile in Europa e non è nemmeno gratuito (costa $5 al mese o $48  all'anno) ma potrebbe davvero rappresentare un'autentica rivoluzione. Nel frattempo però, teniamoci stretto il nostro pediatra di fiducia.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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