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3 Novembre 2023
18:00

Quanto dura il ricovero dopo il parto?

Dopo il parto si rimane in ospedale dai 2 ai 4 giorni. La degenza varia in base al tipo di parto, naturale o cesareo, e allo stato di salute di mamma e bambino.

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Quanto dura il ricovero dopo il parto?
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In Italia dopo un parto vaginale senza complicanze si rimane in ospedale in media 2 o 3 giorni, mentre in caso di parto cesareo la degenza prevista è più lunga e dura in genere 3 o 4 giorni. Il ricovero breve, cioè inferiore a 48 ore, avviene in casi straordinari. Si tratta di indicazioni generali, perché sussistono delle piccolo differenze a livello regionale, tra i diversi punti nascita e a seconda della salute di neomamma e figlio.

Durata standard del ricovero

La durata del ricovero è in costante riduzione negli ultimi anni, anche a causa di necessità socioeconomiche. Ad oggi, in assenza di particolari complicanze, il ricovero standard alla nascita di un figlio varia tra i 2 e i 4 giorni, a seconda del tipo di parto, se naturale o cesareo. In passato, invece, anche in caso di parto spontaneo le dimissioni dall’ospedale non scattavano prima di quattro o cinque giorni dal parto.

L’American Academy of Pediatrics è intervenuta sull’argomento, dichiarando che:

«La durata del ricovero dovrebbe basarsi sulle caratteristiche uniche di ciascuna diade madre-bambino, tra cui la salute della madre, la salute e la stabilità del neonato, la capacità e la fiducia della madre nel prendersi cura di se stessa e del neonato, l'adeguatezza di sistemi di supporto a domicilio e accesso ad adeguate cure di follow-up in una struttura sanitaria».

Parto naturale

Il ricovero medio per parto vaginale senza complicazioni è di 48-72 ore. Significa che, se non sussistono controindicazioni per neomamma e figlio, la dimissione dall’ospedale avviene a due o tre giorni dalla nascita del neonato (generalmente il terzo giorno dopo il parto).

Nell’ora immediatamente successiva al parto la neomamma viene monitorata per scongiurare il rischio di complicazioni e le vengono controllati il polso e la temperatura. Tuttavia, la degenza viene protratta se il neonato è nato pretermine e/o la mamma o il piccolo presentano dei fattori di rischio di salute, sociale o relazionale.

Parto cesareo

Il ricovero medio per parto cesareo senza complicazioni è più lungo rispetto al parto naturale e dura generalmente 72-96 ore, quindi tre o quattro giorni. Si tratta di due giorni di degenza in più rispetto al parto spontaneo, perché il taglio cesareo prevede un’operazione chirurgica con tutti i rischi del caso che richiede un ricovero e una convalescenza più lunga.

Cos’è il ricovero breve

Il ricovero breve dopo il parto dura meno di 48 ore. Generalmente le dimissioni precoci si concordano durante la gestazione e avvengono solo se viene garantita al neonato l’esecuzione dei controlli necessari da parte del punto nascita o dei servizi territoriali.

Come precisa MSD, le dimissioni possono scattare anche dopo solo sei ore dal parto se non sono stati utilizzati anestetici generali e non si sono verificati problemi.

Pro e contro

In situazioni limitate e selezionale, a meno di 48 ore dal parto, spontaneo e senza complicazioni, la puerpera è libera di lasciare la struttura ospedaliera e di tornare a casa con il figlio. In generale il ricovero breve viene preso in considerazione solo se è assicurata l’assistenza a domicilio alla puerpera e al figlio dopo il rientro.

I vantaggi del ricovero breve, secondo chi lo promuove, consistono nel legame profondo che si instaurerebbe fin da subito tra il piccolo e i suoi genitori. Fin dai primi giorni di vita il neonato verrebbe introdotto nell’ambiente domestico, con la possibilità di conoscere senza interferenze la mamma, l’altro genitore e gli eventuali fratelli.

Tuttavia, secondo chi lo sconsiglia, la degenza breve comporta dei rischi. La mamma, per esempio, potrebbe avere delle difficoltà ad allattare e l’ittero può insorgere nel neonato anche al terzo giorno dalla nascita. Inoltre, con le dimissioni precoci, la neomamma ha meno tempo per ricevere le informazioni corrette sulla gestione del suo corpo e del neonato dal personale sanitario.

Assistenza e supporto post-ricovero

Prima di lasciare l’ospedale, alla neomamma vengono generalmente fornite informazioni sui cambiamenti che subirà il suo corpo e sulle misure da adottare una volta a casa per aiutare l’organismo a ritornare nelle condizioni precedenti la gravidanza. Si programmano delle visite di controllo regolari, da praticare nelle settimane seguenti (tra le 3 e le 8) alla nascita del piccolo. Al momento delle dimissioni, occorre che sia stato stabilito quali professionisti si prenderanno cura della madre e del neonato, quindi medico di base, ostetrico o ginecologo e pediatra.

Visite a domicilio

In caso di gravi problemi di salute dopo il parto, il medico, il personale dell’ospedale o il servizio sanitario programmano delle visite a domicilio oppure dei controlli in ambulatorio per monitorare le condizioni di salute di mamma e figlio. Accade in caso di complicanze dopo il parto, quali emorragie, infezioni all’utero, vescicali, renali o della mammella, problemi dell’allattamento, depressione.

Supporto per la neomamma

Il ritorno a casa dopo il parto e la degenza ospedaliera è un momento particolarmente delicato perché la neomamma si ritrova a dover gestire, oltre a un neonato, i cambiamenti fisici e psicologici, senza il supporto costante del personale sanitario di Reparto.

Prima di lasciare la struttura ospedaliera, la mamma viene sottoposta a una visita medica di controllo e informata sulle accortezze da adottare durante le prime settimane a casa. Informazioni che riguardano l’uso di appositi assorbenti per le secrezioni vaginali, l’eventuale assunzione di farmaci, la cura dell’area genitale a volte dolorante, il trattamento delle emorroidi, la gestione dell’allattamento (o del non allattamento) e il cattivo umore dopo il parto. Se il sentimento di tristezza non svanisce dopo una settimana o dieci giorni dall’arrivo del piccolo e/o se interferisce con la cura del neonato e le attività quotidiane, è raccomandabile consultare un medico per accertarsi che non si tratti di depressione post-partum.

In generale, comunque, è essenziale garantire continuità nelle cure a mamma e figlio dopo le dimissioni.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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