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17 Ottobre 2023
18:00

Rosolia in gravidanza: sintomi, rischi e prevenzione

La rosolia è una malattia infettiva esantematica causata da un virus che si trasmette per via aerea. Se viene contratta dai bambini o dagli adulti, è un'infezione lieve con un decorso favorevole, mentre può essere molto pericolosa in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre.

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Rosolia in gravidanza: sintomi, rischi e prevenzione
rosolia in gravidanza

La rosolia, nota anche come “morbillo tedesco” o “morbillo dei 3 giorni”,  è una malattia infettiva esantematica virale, causata da un virus a Rna del genere Rubivirus, della famiglia dei Togaviridae. Si manifesta con un’eruzione cutanea simile a quella del morbillo e della scarlattina, malattie infettive esantematiche. Colpisce soprattutto i bambini, specialmente tra i 5 e i 14 anni, e nella maggior parte dei casi causa sintomi lievi; può essere pericolosa se contratta in gravidanza, perché può causare anomalie congenite, aborto spontaneo e morte intrauterina del feto.

La malattia si trasmette con le goccioline di saliva, quindi attraverso colpi di tosse, starnuti o parlando a distanza ravvicinata. L’incubazione dura circa 14-23 giorni. La rosolia è di solito contagiosa nella settimana che precede la comparsa delle macchie cutanee, ovvero l'esantema, e per i 4 giorni successivi.

Con l'introduzione della vaccinazione nel 1969 in Italia, si è assistito ad una progressiva riduzione dei casi di rosolia. In Italia è prevista la notifica obbligatoria in Classe II (malattie rilevanti perché ad elevata frequenza e/o passibili di interventi di controllo), motivo per cui abbiamo la possibilità di avere dati aggiornati. Nel nostro Paese, dal 1 gennaio al 31 agosto 2023, sono stati segnalati solo 9 casi di morbillo in Italia: il 90% era non vaccinato al momento del contagio. A luglio 2023, la rosolia è stata la terza malattia prevenibile con la vaccinazione ad essere eliminata dal nostro Paese, dopo il vaiolo (eradicato a livello mondiale nel 1980) e la poliomielite (eliminata dalla Regione OMS Europa nel 2002).

Sintomi della rosolia

I sintomi della rosolia sono sono lievi ed evidenti per un periodo di 5-10 giorni. Di solito durano da 1 a 5 giorni e iniziano con:

  • Linfonodi ingrossati e dolenti alla base del cranio, nella parte posteriore del collo e dietro le orecchie. Il gonfiore può durare circa una settimana.
  • Una lieve eruzione cutanea rosa o rosso pallida che inizia di solito dietro le orecchie, poi sul viso e si diffonde rapidamente a cascata, ovvero al tronco e poi alle braccia e alle gambe, prima di scomparire nello stesso ordine con cui è comparsa. Le macchioline rimangono in genere per 2-3 giorni, poi scompaiono lasciando posto alla classica desquamazione non sempre rilevabile.

Possono poi manifestarsi in contemporanea o dopo 24 ore circa:

  • Febbre: 38,5 o inferiore
  • Mal di testa
  • Naso chiuso o che cola
  • Occhi rossi e pruriginosi
  • Articolazioni doloranti, soprattutto nelle giovani donne

In quasi la metà degli adulti, la malattia è asintomatica, quindi la persona infetta non sa di essere malata, nell’altra metà invece potrebbe esserci:

  • Febbre
  • Mal di gola
  • Esantema al viso
  • Dolori articolari
  • Occhi arrossati
  • Malessere generalizzato
rosolia esantema

Rosolia e morbillo psono entrambe malattie esantematiche virali, ma sono ben diverse tra loro. Nella rosolia ad esempio non sono presenti:

  • Piccole macchie bianche, note come macchie di Koplik, sulla mucosa delle guance, nella zona dei molari
  • Fotofobia
  • Tosse

Possibili complicanze

Le complicanze della rosolia sono abbastanza rare, tra cui  artralgia o artrite. I sintomi possono durare fino a 1 mese e si manifestano con dolori alle dita, ai polsi e alle ginocchia o alle articolazioni coinvolte. Il rischio maggiore anche se raro  è l’encefalite, mentre le manifestazioni emorragiche si verificano in circa un caso su 3.000, più spesso nei bambini, per danno ai vasi e alle piastrine.

La rosolia in gravidanza

La rosolia in gravidanza può essere pericolosa, perché il virus è in grado di superare la barriera placentare e provocare anomalie embrio-fetali. Fino al 90% dei bambini nati da madri che hanno avuto la rosolia durante le prime 12 settimane di gravidanza sviluppa la sindrome della rosolia congenita, che può causare:

  • Ritardi nella crescita
  • Cataratta
  • Sordità
  • Problemi con lo sviluppo del cuore (difetti cardiaci congeniti)
  • Problemi con lo sviluppo di altri organi
  • Problemi con lo sviluppo mentale e l'apprendimento

Il rischio più elevato per il feto si verifica durante il primo trimestre, ma anche un’esposizione successiva è pericolosa. Tra i rischi, ci sono l’ aborto spontaneo e la morte intra-uterina.

Per monitorare l’efficacia dei programmi vaccinali e i progressi verso l’eliminazione, in Italia, dal 2005, la rosolia congenita e la rosolia in gravidanza sono incluse tra le malattie infettive soggette a notifica obbligatoria di classe III. A tal proposito, è stato segnalato un caso nel 2016, un caso nel 2017 e nessun caso confermato negli anni 2018-2020 .

vaccino rosolia

Diagnosi

Per la diagnosi della rosolia di solito è sufficiente un esame obiettivo. Il pediatra, infatti, deve visitare con attenzione il bambino, valuta i sintomi e la storia clinica. Se ci sono dei dubbi, l'unico modo per avere la conferma diagnostica è la ricerca del virus o degli anticorpi specifici per il virus in un campione biologico

Come si cura

La terapia della rosolia si basa sulla gestione dei sintomi, quindi bisogna somministrare al bambino del paracetamolo per abbassare la febbre ed eventualmente per contrastare il dolore alla testa. Si consiglia di mantenere il piccolo sempre ben idratato, soprattutto se la temperatura tende a salire.

Vaccino e prevenzione della rosolia

La cura migliore contro la rosolia è la prevenzione, che si basa sul vaccino. Si tratta di un vaccino trivalente che comprende i virus attenuati, ovvero modificati per essere innocui, per contrastare rosolia – morbillo – parotite. Il calendario vaccinale prevede la somministrazione di due dosi ai nuovi nati: la prima tra i 12 e i 15 mesi, la seconda a 5-6 anni in contemporanea al richiamo di vaccino DTaP (difterite – tetano – pertosse acellulare). La vaccinazione può essere fatta insieme a quella contro la parotite, il morbillo e la varicella tramite un'unica siringa.

La vaccinazione, se effettuata con due dosi, ha un'efficacia del 98-99% nel prevenire le forme complicate.  Lo si può fare anche da adulti  se non eseguita in infanzia. Di solito si consiglia alle donne che vorrebbero avere un figlio, ma che non sono ancora incinte.

Poche sono le controindicazioni alla vaccinazione, da verificare con il medico curante.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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