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18 Settembre 2023
10:00

Superare la paura della nuova classe: i consigli per stringere nuove amicizie

Prima dell’inizio dell’anno scolastico, i bambini e gli adolescenti che stanno per intraprendere un nuovo ciclo di studi tendono a manifestare ansia e inquietudine per i nuovi compagni. Ecco dei consigli per aiutare i figli a superare la paura della classe sconosciuta.

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Superare la paura della nuova classe: i consigli per stringere nuove amicizie
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A settembre si respira nell'aria la trepidazione per l’inizio del nuovo anno scolastico. Corsa frenetica all’acquisto del materiale, profumo di articoli di cancelleria, bombardamento di notifiche dal gruppo Whatsapp dei genitori, zaino che torna a riempirsi dopo mesi di ozio. Quello che precede l’inizio delle lezioni sui banchi è un periodo denso di ansia per i figli, che a volta accusano lo stress da rientro. Accade che alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico i piccoli manifestino una certa inquietudine per i compagni di classe, specie se si sta per intraprendere un nuovo percorso (la prima elementare, media o superiore, il cambiamento di scuola, la ripresa dopo una bocciatura). Dopo anni trascorsi a condividere tempo e spazio con determinati amichetti, non è semplice abituarsi a compagni nuovi e a una classe sconosciuta. Anzi, l’idea di stringere nuove amicizie e conoscere nuovi compagni in alcuni casi diventa fonte di ulteriore ansia e stress.

All’origine della riluttanza di un bambino o un adolescente a cambiare classe, ci sono un misto di senso di insicurezza, timore del giudizio e paura del rifiuto. A volte l’ansia di conoscere nuovi amici è dettata anche da precedenti esperienze negative di prese in giro, isolamento e bullismo e, quindi, dal terrore che simili episodi si possano ripetere.

Pare essere il passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria il più critico, come riporta un recente studio pubblicato sulla rivista Social Psychology of Education. Si tratta di una transizione scolastica che comporta tanti cambiamenti e coincide con uno dei periodi più complessi e intensi per i primi adolescenti, chiamati a creare nuove amicizie e gestire gruppi di amici.

I consigli per superare la paura della nuova classe

Ecco dei consigli per aiutare il fanciullo a superare la paura della nuova classe.

Mantenere un dialogo aperto

È utile mantenere un dialogo aperto con il bimbo, fornendogli ascolto e dimostrandogli empatia. Se il piccolo è stressato o preoccupato per la perdita dei vecchi compagni di scuola, è giusto che esterni i suoi pensieri e le sue emozioni e che non abbia paura a dimostrarli. Anzi, è bene che si sfoghi e si senta libero di raccontarci quel che lo cruccia, senza temere di essere additato come “esagerato” o senza che si senta a disagio.

Rassicurarlo

La paura e il senso di spaesamento sono stati d’animo comuni prima dell’inizio un nuovo ciclo di studi. Ha senso ricordargli che quel che sta vivendo lui, probabilmente lo stanno vivendo anche i suoi futuri compagni banco, e che, magari l’abbiamo pensato anche noi in passato. La paura e la preoccupazione, infatti, accompagnano qualsiasi tipo di cambiamento nella vita delle persone.

Incoraggiarlo a interagire con i pari

È bene incoraggiarlo a interagire con gli altri, senza però esercitare eccessive pressioni. È importante invitarlo a non chiudersi in se stesso e ad aprirsi alla bellezza di nuove amicizie. Il piccolo a volte vive come un dramma l’abbandono dei vecchi compagni, a cui si era affezionato, fino a rifiutarsi (a parole) di stringere nuovi legami. Tuttavia, quando arriva in classe, giorno dopo giorno, inizierà probabilmente a familiarizzare anche con i nuovi amici e a tessere rapporti, senza accorgersene. Ecco perché è utile spronarlo a lasciarsi andare e spiegargli che, quando li conoscerà, probabilmente gli piaceranno quei nuovi amici. Ovviamente, esortarlo ad avvicinarsi e a socializzare non significa martellarlo insistentemente con la spinta a crearsi amicizie: la nascita delle amicizie deve avvenire spontaneamente.

Educarlo al riconoscimento e alla gestione dei conflitti

La scuola è un luogo di crescita, di formazione, di sviluppo di rapporti interpersonali e amicizie, tuttavia a volte diventa anche teatro di episodi di bullismo, isolamento, discriminazione. È utile, quindi, mettere al corrente il piccolo di fenomeni negativi e insegnargli a riconoscere situazioni conflittuali e gestirle.

No al terrorismo

Se da un lato è opportuno informarlo di possibili screzi con i compagni, dall’altro non occorre ripetergli con ostinazione rischi e pericoli, raccontargli continuamente di episodi di bullismo o metterlo ripetutamente in guardia dai ragazzi più grandi. Anzi, allarmarlo rischia di trasmettergli ulteriore paura e preoccupazione.

Evitare di caricarlo di aspettative sul rendimento scolastico

È opportuno evitare di caricarlo di aspettative sul rendimento scolastico o di creare competizione con i compagni. Lui non deve vivere la scuola come una gara al voto più alto. Si tratta di una visione che rischia di alimentare la falsa convinzione che i compagni siano sfidanti da battere. In più, se il piccolo avverte eccessivamente l’ansia da prestazione, rischia di vivere male il giudizio altrui e di non sentirsi all’altezza di fronte alla classe.

Iscriverlo ad attività extra-scolastiche

Senza dubbio lo sport e le attività collettive di svago sono ottimi modi per socializzare. Anche l’intervallo ricreativo, che spezza le ore di lezione, è un lasso di tempo durante il quale il bimbo mette in gioco le sue competenze sociali e tende più facilmente a socializzare.

In caso si sospetti un disagio o gravi difficoltà a interagire e stringere amicizia con i pari, è raccomandabile rivolgersi a uno specialista del settore.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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