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8 Marzo 2024
12:30

Voti di Maturità, troppi 100 e lode al Sud rispetto al Nord. La proposta del Governo: test Invalsi nel curriculum

Il Governo vorrebbe inserire nel curriculum dello studente anche gli esiti delle prove Invalsi, per colmare le discrepanze dei voti di Maturità e degli esiti dei test nazionali, soprattutto al Sud.

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Voti di Maturità, troppi 100 e lode al Sud rispetto al Nord. La proposta del Governo: test Invalsi nel curriculum
voti esame di Maturità

Nel curriculum degli studenti dell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado potrebbero essere inseriti anche gli esiti dell'esame Invalsi del quinto anno. Questa è la proposta del Governo, che dal 2025 vorrebbe aggiungere anche tali risultati. Il motivo? I voti degli esami di Maturità: al Sud ci sarebbero troppi 100 e lode, con discrepanze notevoli con gli esiti dei test Invalsi.

Il curriculum dello studente è un documento allegato al diploma di Maturità, che contiene al suo interno le esperienze fatte alle scuole superiori. Non solo i voti ottenuti, ma anche le attività extra, ad esempio. La proposta del Governo è quella di inserire anche i risultati delle prove nazionali che si fanno nell'ultimo anno di scuola secondaria di secondo grado. Sarebbero così visibili non solo alla commissione d'esame, ma potenzialmente anche all'università o ai datori di lavoro, oltre al voto dell'esame.

Il decreto 19 del 2 marzo, all'articolo 14, elenca tutte le modifiche dovute agli aggiustamenti del Pnrr. "In coerenza con la riforma del sistema di orientamento previsto dal piano nazionale", si legge, è utile inserire nel curriculum in una specifica sezione e in forma descrittiva "i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale distintamente per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione e la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese".

Si potrebbe già iniziare dall'anno scolastico 2024/2025, anche perché le prove Invalsi sono già iniziate. In realtà, l'idea non è una novità. Anche nella legge del 2017, quella della Buona scuola, se n'era parlato. Ma poi un emendamento firmato da Nicola Fratoianni a febbraio 2020 aveva cancellato la norma. La pandemia aveva poi sospeso questi test e solo dall'anno scorso vengono riproposti.

esame di Maturità

Per il sindacato c'è il rischio che i dati dell'Invalsi, che dovrebbero servire solo come informazione statistica, possano essere a disposizione di tutti. Anche perché il curriculum è allegato al diploma di Maturità, che ha un valore legale. Impossibile rifiutarsi di mostrare tali esiti. Per il Ministero della Pubblica Istruzione, però, potrebbe essere un ottimo punto di partenza per risolvere quelle discrepanze profonde che esisterebbero tra i voti di Maturità e i risultati delle prove nazionali, in particolare al sud.

I dati emersi da questi test nazionali l'anno scorso avevano svelato che solo uno studente su due era arrivato all'esame del quinto anno con una preparazione sufficiente in italiano e matematica. Al Nord avevano centrato il risultato due studenti su tre, mentre al Sud la media era più bassa. Però proprio nelle regioni meridionali spesso i voti di Maturità finali sono più alti: Puglia e Calabria hanno il numero più alto di diplomati con 100 e lode.

In realtà esame di Maturità e prove Invalsi sono cose completamente diverse, che verificano competenze differenze. Per i sindacati questa decisione "rafforza il ruolo delle prove nazionali come valutazione degli apprendimenti individuali più che valutazione di sistema, snaturando il ruolo di Invalsi come ente di ricerca e sovrapponendo il suo operato alla funzione docente a cui spetta unicamente la valutazione degli alunni. Chiederemo di abolire questo obbrobrio pedagogico e didattico".

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