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27 Settembre 2023
10:00

Come capire se il bambino non ci sente bene

Come capire se il bimbo non sente bene? A ogni età del neonato sono tanti i campanelli d'allarme da tenere sotto stretta osservazione, anche se alla nascita tutti i bimbi sono sottoposti a screening uditivo.

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Come capire se il bambino non ci sente bene
Bambino non sente

Molto spesso, soprattutto quando sono piccini o appena nati, ci chiediamo se i nostri figli vedono o sentono bene, perché cogliamo dei segnali che potrebbero metterci in allarme, preoccuparci, causare ansia e paure. Ovviamente in questi casi è sempre bene chiedere consiglio e aiuto al medico pediatra, l'unico che può dare consigli sulla salute dei nostri bambini. Spesso ci rivolgiamo a lui per chiedergli come capire se il bambino sente bene, perché magari abbiamo avuto la sensazione che avesse dei problemi di udito.

In Italia, per quello che riguarda la salute dell'udito nell'età dell'infanzia, esistono degli screening che spesso vengono eseguiti già in ospedale, poco tempo dopo la nascita, prima delle dimissioni. Così da individuare in tempo eventuali problemi di salute dell'orecchie e della capacità uditiva.

Come riconoscere i disturbi dell'udito nei bambini

Molto spesso temiamo che i nostri figli non sentano bene. L'udito dei bambini si sviluppa già nel grembo materno, a partire dalla 20esima settimana di gravidanza, anche se il sistema uditivo diventa funzionale solo alla 25esima. Quando nascono i bambini sono già in grado di sentire la voce umana, la musica e altri suoni, a patto che tali "rumori" siano superiori a 60 dB. Affinché possa sentire pienamente, potremmo dover attendere anche sei mesi: a questa età sono già in grado di comprendere e distinguere tanti suoni differenti.

Per capire se il bambino appena nato ha problemi di udito, sono tante le "tecniche" che possiamo sfruttare. Talvolta ci preoccupiamo perché il bambino continua a dormire anche in presenza di rumori forti, ma questo è del tutto normale. I "test" vanno eseguiti quando è sveglio: di fronte a rumori improvvisi, intenti e fastidiosi potrebbe spaventarsi, girarsi di scatto, iniziare a piangere.

I segnali da cogliere sono diversi a seconda dell'età:

  • a tre mesi non si spaventa di fronte a un suono improvviso, non risponde alle voci, alla musica, ai suoni riprodotti, non si calma con i suoni morbidi, non fa vocalizzi e non si tranquillizza sentendo voci famigliari
  • dai quattro agli otto mesi non gira gli occhi o la testa verso un suono che proviene da un luogo distante, non cambia espressione di fronte a un rumore forte, non ama giocare con trombette e sonagli, non tenta di imitare i suoni, non ha iniziato a balbettare, non risponde al no o al tono di voce che cambia, presta attenzione solo ai rumori vibranti
  • dai nove ai dodici mesi non risponde a una fonte di rumore, non risponde al suo nome, non sa pronunciare più suoni con consonanti quando balbetta, non ascolta, canta o balla su una canzone, non dice singole parole, non capisce le parole più comuni

A che età si fa controllare l'udito nei bambini

I test audiometrici vengono eseguiti ai bambini appena nati, perché il riconoscimento precoce di un difetto dell'udito può aiutare a trovare il trattamento necessario per evitare la parziale o completa sordità e tutte le conseguenze. Gli esami di audiometria infantile si compongono di diversi test, che sono in grado di dare come risposta una valutazione quantitativa della soglia uditiva del piccolo paziente.

Gli esami di audiometria infantile si ripetono solo in caso di fattori di rischio, famigliarità o esito negativo o incerto dei primi test

I test uditivi sono oggettivi, perché non ci può essere collaborazione da parte del paziente. I neonati sono sottoposti a screening appena nati. Come abbiamo accennato, il primo controllo dell'udito va fatto subito dopo la nascita, prima delle dimissioni del bebè. Se non c'è una risposta certa, si può ripetere entro il primo mese di vita e, in caso ancora di risposta mancante, entro il terzo mese di vita.

I controlli successivi, a età diverse, sono necessari solo in base all'esito dell'esame: se non ci sono risultati preoccupati, se non c'è famigliarità per ipoacusia, di solito non si fa altro, a meno che i genitori e il pediatra non si accorgano in seguito di una riduzione dell'udito.  Potrebbero essere prescritti poi ulteriori test dell'udito in caso la mamma abbia contratto delle infezioni specifiche in gravidanza  o nel caso il bambino nel corso della vita contragga determinate infezioni. Sarà il pediatra anche in questo caso a stabilire quali bambini dovranno essere sottoposti ai test e anche le tempistiche.  A tutte le età si possono  sottoporre i bambini a test per capire la funzionalità della membrana del timpano e della catena di ossicini dell’orecchio (impedenzometria).

Udito dei bambini

Come funziona lo screening uditivo

Come sottolineato, l'esame è oggettivo, per l'impossibilità del piccolo paziente di collaborare. I test oggettivi della funzione uditiva sono stati ideati appositamente per essere eseguiti con efficacia nei primissimi giorni di vita. Si distinguono in tre livelli:

  • Primo livello: otoemissioni acustiche evocate da transienti, da eseguire durante il sonno spontaneo del neonato, con un' altissima sensibilità per individuare sospetto deficit uditivo. Viene eseguito inviando all'orecchio del neonato stimoli sonori, registrando la risposta a tali stimoli
  • Secondo livello: i bambini che non hanno superato il primo test, hanno bisogno di un ulteriore approfondimento, con l'invio di uno stimolo sonoro all’orecchio e la registrazione dell’attività elettrica che il rumore comporta nelle vie uditive
  • Terzo livello: si tratta dello stesso test del secondo livello, ma con l'invio di stimoli sonori di intensità crescente per definire una stima elettrofisiologica della soglia uditiva
Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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