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20 Luglio 2023
15:00

Cosa fare se il bambino beve acqua di mare?

Una piccola quantità di acqua salata inghiottita durante il bagno in mare in genere non danneggia l’organismo del piccolo, anche se è opportuno prestare attenzione. L’acqua del mare, infatti, è tossica a causa della sua elevata salinità e degli eventuali agenti infettivi presenti. Bere tanta acqua di mare comporta anche il rischio di annegamento se l'acqua salata entra nei polmoni.

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Cosa fare se il bambino beve acqua di mare?
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Bere acqua di mare ha delle conseguenze per la salute dei più piccoli? Dipende. Se il bimbo ha ingerito una piccola boccata d’acqua salata, non occorre allarmarsi, tuttavia è bene essere consapevoli che l’acqua salata comporta dei rischi per l’organismo a causa dell'elevata salinità delle acque e della presenza di agenti infettivi in mare. Diverso è il caso in cui il piccolo inghiottisca una grande quantità di acqua di mare: se l’acqua entra nei polmoni del bambino, occorre un intervento immediato poiché il piccolo rischia l’annegamento.

Cosa comporta bere acqua salata

Il piccolo sta nuotando con il genitore in mare, quando inaspettatamente beve dell'acqua di mare e inizia a tossire, sputare e ad assumere un’espressione di disgusto. Come riporta la Società Italiana di Pediatria (Sip), l’acqua di mare, se ingerita in una piccola quantità, generalmente non comporta danni. Tuttavia, l’acqua marina è tossica per l’organismo a causa della sua elevata salinità e degli eventuali agenti infettivi che può contenere, perciò è raccomandabile prestare attenzione in mare per non inghiottirne una quantità smodata.

Bere tanta acqua salata comporta, nei casi più gravi, l’annegamento. Se il piccolo ha ingerito acqua di mare durante il bagno, occorre estrarlo dall’acqua, trasferirlo in un luogo asciutto e stenderlo su un piano rigido. Posizionarlo di lato lo aiuterà ad espellere l’acqua dalla bocca. In caso di rischio di annegamento, è raccomandabile liberare le vie aeree da eventuale vomito o materiale estraneo (come foglie o alghe) e coprire il bambino per impedire il raffreddamento corporeo. Nel frattempo, occorre contattare il 118 e attenersi alle indicazioni degli operatori al telefono.

Le acque marine hanno un alto contenuto di sale. La salinità media dei mari è di circa il 35%, cioè circa 35 g di sale per un litro d’acqua (contro un decimo di grammo nell'acqua di fiume). Assumere una quantità eccessiva di sale, già sconsigliata per un adulto, è assolutamente da evitare in un bambino, per il quale urge qualche accortezza in più nell’assunzione di sodio. Se bevuta al posto dell'acqua dolce, l'acqua salata provoca disidratazione. I reni di bambini sotto ai 12 mesi, nello specifico, non sono sufficientemente sviluppati per gestire il sale e un’overdose di sodio può provocare problemi respiratori e malattie.

In più, in caso di mare inquinato, gli agenti infettivi presenti nelle acque contaminate rischiano di provocare una forma di gastroenterite. I sintomi tipici sono:

  • Nausea
  • Vomito
  • Diarrea

All’insorgenza di tali segnali è consigliabile rivolgersi a un pediatra.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista accademica Journal of Exposure Science and Environmental Epidemiology, i più piccoli ingeriscono quantità superiori di acqua rispetto agli adulti quando nuotano, anche perché in media trascorrono più tempo a mollo. In più, la ricerca ha confermato che i bimbi di età 0-10 anni corrono un rischio maggiore rispetto agli adulti di contrarre malattie gastrointestinali e diarrea rispetto ai più grandi in seguito al bagno.

Lo stesso vale per la sabbia che, se ingerita, rischia di provocare infezioni gastrointestinali. La sabbia, infatti, può contenere germi e batteri dannosi per l’organismo. Inoltre, nel tappeto di granelli sabbiosi, rischiano di nascondersi corpi estranei.

Cosa dare ai bambini se hanno bevuto acqua di mare

Se il piccolo, mentre stava giocando in mare, ha per sbaglio bevuto dell’acqua salata, un ottimo rimedio è  compensare con dell’acqua dolce. Porgere al bimbo un bicchiere d’acqua naturale è utile, infatti, ad eliminare la quantità di sale presente nell’acqua marina ingerita.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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