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27 Giugno 2023
15:30

Rischio annegamento nei piccoli: quali sono le regole per il bagno al mare in sicurezza

L’annegamento è una delle cause più comuni di morte tra i bambini. A differenza del bagno in piscina, il bagno al mare non è mai vietato, al massimo è sconsigliato in determinate situazioni. Vediamo quali sono le accortezze da seguire quando i più piccoli si immergono nelle acque salate.

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Rischio annegamento nei piccoli: quali sono le regole per il bagno al mare in sicurezza
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Il bagno al mare è un must dell’estate in spiaggia, tuttavia tuffarsi nelle acque salate richiede delle accortezze per evitare incidenti anche fatali. Ogni anno sono centinaia i casi di annegamento registrati nelle località marittime d’Italia, un fenomeno che riguarda da vicino i più piccoli, particolarmente esposti al rischio di affogare in acqua. Caldo, correnti, mare mosso, onde, vento e bandiera gialla o rossa in spiaggia sono elementi da tenere assolutamente in considerazione prima di abbandonare sdraio e ombrellone e gettarsi in mare per un bagno.

L’ultimo caso risale a lunedì 26 giugno, quando una piccola di 7 anni è morta in ospedale a Bologna dopo essere stata travolta da un’onda in una spiaggia libera del Lido di Classe (Ravenna). L’asfissia in acqua è un evento tragico più comune di quanto si immagini. Secondo le stime dell’Onu, l’annegamento rientra tra le principali cause di morte in bambini e giovani fino a 24 anni, e, come riporta l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, tra il 2015 e il 2019 sono stati oltre 2.000 i casi di incidenti in acqua nel nostro Paese, di cui 1.209 fatali. Tuttavia, mentre in piscina – dove è ugualmente opportuno tenere alta la guardia e l’occhio vigile – sono esposti i cartelli che regolano la balneazione ed è di solito proibito fare il bagno in assenza dei bagnini di salvataggio, in spiaggia il bagno non è mai vietato, tutt’al più è sconsigliato. Per questo motivo, è raccomandabile ricordare una serie di regole per la sicurezza in mare di grandi e piccini.

Le regole per un bagno in mare sicuro

Guardare il colore della bandiera

Innanzitutto, occhio alla bandiera issata in spiaggia. Il vessillo giallo indica l’assenza di sorveglianza temporanea sul litorale e coincide con i momenti di pausa dei bagnini, che cadono nell’orario di pranzo (circa dalle 13 alle 15), anche se in determinati lidi la bandiera gialla viene utilizzata anche per segnalare raffiche di vento. La bandiera rossa, invece, avverte i bagnanti del pericolo di balneazione dovuto al mare mosso, a condizioni meteorologiche sfavorevoli o all’assenza totale di sorveglianza in quel tratto di spiaggia. La doppia bandiera rossa segnala un rischio molto elevato, mentre la doppia bandiera gialla indica un cambio repentino del meteo con possibilità di temporali anche molto violenti. Il connubio di bandiera gialla e bandiera rossa insieme è utilizzato per sconsigliare giri in pedalò, nuotate in mare aperto e tuffi.

In Italia le bandiere non costituiscono un divieto punibile a norma di legge

In Italia i vessilli non costituiscono un divieto punibile a norma di legge, tuttavia sono delle segnalazioni che è caldamente raccomandabile seguire con attenzione e riguardo. Si rimanda alla coscienza del singolo genitore, quindi, la scelta di rimanere ligi alla regola della bandiera o di concedere il bagno al figlio, nonostante le indicazioni contrarie. Anche se, a un occhio inesperto, quelle onde potrebbero risultare innocue e domabili, le increspature delle acque potrebbero invece trasformarsi in insidie pericolose per i bagnanti a causa di forti venti e correnti.

Considerare le correnti e la profondità delle acque

Le correnti costituiscono un pericolo ingannevole in mare, rischiando di travolgere i bagnanti senza preavviso. È opportuno che i genitori sorveglino costantemente i figli in acqua, senza perdere d’occhio i minori. Anche le profondità sono rischiose per i piccoli, che, se non toccano più il fondale, rischiano di annegare, anche se sono in grado di nuotare. È raccomandabile, poi, che mamme e papà prestino attenzione all’uso di materassini gonfiabili e canotti in mare, specie in caso di bandiera gialla e rossa, poiché le correnti rendono rischioso salirci sopra e lasciarsi trasportare.

Controllare l’orario e la temperatura

La vecchia regola del “niente bagno dopo mangiato” non è sbagliata. Anche se non esistono linee guida univoche e chiare su quanto aspettare dopo il pasto, è meglio attendere di aver digerito prima di immergersi in acqua. In più, ha senso prestare attenzione alla temperatura e all’orologio: dopo una prolungata esposizione al sole e nelle fasce orarie più calde, quando il sole picchia in testa, è raccomandabile tenersi lontano dalle acque, per evitare indigestioni, svenimenti e malori in mare, con conseguente rischio di annegamento.

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Mai in acqua oltre la cintura

Come raccomanda la Società Italiana di Salvamento, che ha confezionato un decalogo per la sicurezza in caso di bagno in mare, coloro che non sono in grado di nuotare non devono entrare mai in acqua oltre alla cintura, prestando particolare attenzione ai fondali ripidi e alle eventuali correnti. Braccioli, materassini, gonfiabili, canotti vanno utilizzati nei pressi della riva, senza allontanarsi troppo al largo.

Attenzione ai tuffi

I tuffi al mare sono una delle attività più divertenti e apprezzate da adulti e bambini. Tuttavia, lanciarsi in acqua richiede prudenza e assennatezza, poiché un tuffo azzardato rischia di provocare incidenti gravi, incluso l’annegamento. Prima di tuffarsi, è raccomandabile valutare l’altezza del tuffo, calcolare la profondità dell’acqua, perlustrare l’area alla ricerca di eventuali ostacoli nascosti sotto l’acqua (come scogli o fondali bassi), controllare le condizioni del mare e assumere la posizione corretta. Se il mare è mosso, è rischioso tuffarsi: come riporta il decalogo della Società Italiana di Salvamento, il riflusso dell’onda determina una significativa diminuzione della profondità del fondale favorendo l’impatto del tuffatore con il fondo. In più, le onde rischiano di causare traumi, facendo urtare il bagnante contro gli scogli.

Sorvegliare costantemente i minori

Non va mai perso di vista un bambino in acqua. È fondamentale che mentre il piccolo gioca tra le onde rimanga di sorveglianza un genitore o un adulto a controllarlo, anche se è presente la figura del bagnino in spiaggia. Quest’ultimo, infatti, per quanto sia preparato e all’erta, è impegnato a controllare la situazione generale, senza avere l’occhio puntato su un unico bagnante, specie in caso di una giornata particolarmente affollata. In più, sarebbe consigliabile fare il bagno con almeno un’altra persona, mai da soli, e nuotare senza superare la zona riservata alla balneazione, fuori dalla quale si muovono le imbarcazioni e il mare aperto diventa pericoloso. In caso di difficoltà in acqua, infatti, il compagno rappresenta il primo anello di soccorso.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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