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8 Settembre 2023
14:00

Gentle parenting: alla scoperta della genitorialità gentile e di un nuovo modello educativo

Il gentle parenting, cioè la "genitorialità gentile", è un approccio educativo che si basa su quattro cardini: empatia, rispetto, comprensione e confini.

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Gentle parenting: alla scoperta della genitorialità gentile e di un nuovo modello educativo
Gentle parenting

Con il termine "gentle parenting" si indica un tipo di genitorialità (genitorialità gentile), volta a crescere generazioni di bambini sereni, compresi, empatici, con un'alta fiducia nelle proprie capacità. È un nuovo metodo educativo di tendenza sui social, anche attraverso video su TikTok di account seguiti da milioni di follower, incuriositi da questo nuovo approccio genitoriale.

L'approccio gentile è un metodo educativo che si basa sul modello montessoriano, per poter crescere i propri figli partendo dalla loro intelligenza emotiva, rispettandosi a vicenda e potendo esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni, i bisogni più profondi. Oltre ai post sui social, ci sono anche dei libri che spiegano questo nuovo modello, come il testo di Sarah Ockwell-Smith che si intitola "The Gentle Parenting Book".

Cosa si intende per gentle parenting?

Il gentle parenting è un modello educativo che si basa, come suggerisce il nome stesso, sulla gentilezza, la serenità, la calma. Nella relazione con i propri figli, i genitori sono guidati da questi principi, per crescere bambini sereni, felici, rispettosi. Il concetto di genitorialità gentile esiste da qualche tempo, ma recentemente è diventato nuovamente popolare grazie ai social network che ne hanno diffuso l'approccio.

Si basa su una relazione tra genitori e figli improntata sulla calma, il rispetto, la gentilezza, la comprensione. In base all'età del bambino, le famiglie sono portate a comprendere i suoi bisogni, a capire quello che sta attraversando, per poter trovare insieme la soluzione migliore per affrontare ogni situazione e far crescere in modo sereno i bimbi. Il rapporto tra genitori e figli è di tipo empatico, di complicità e non di controllo assoluto.

Sarah Ockwell-Smith, autrice del libro guida sulla genitorialità gentile, spiega quali sono le quattro parole chiave di questo modello educativo, che prende in prestito anche molti aspetti dello stile montessoriano:

  1. Empatia: i genitori devono essere empatici nei confronti dei sentimenti dei loro figli, per capire quali sono le loro motivazioni e come agire in risposta agli input che vengono dati da loro. Mettersi nei panni dei propri figli è fondamentale per una genitorialità improntata sulla felicità
  2. Rispetto: i genitori devono rispettare i figli come rispettano gli adulti e i figli devono rispettare i genitori. Nella società moderna si tende a sottovalutare quello che vogliono i bambini, non li ascoltiamo abbastanza e non li rispettiamo a sufficienza: sono persone come gli adulti che provano emozioni e sentimenti e che hanno diritto a esprimersi e a essere tenuti in considerazione
  3. Comprensione: i genitori dovrebbero il più possibile sforzarsi di capire il comportamento dei propri figli e il loro modo di comunicare, adattando lo stile comunicativo in famiglia per fare in modo di comprendersi a vicenda, qualunque sia l'età del bimbo. Comprendere l'altro è il primo passo per una genitorialità gentile, per capirne i bisogni e trovare insieme una soluzione sensata. Bisogna anche comprendere gli altri e non giudicare mai chi ha fatto scelte diverse dalle nostre
  4. Confini: c'è chi confonde la genitorialità gentile con una genitorialità troppo permissiva, nella quale i bambini non hanno regole. Non è vero che i bambini fanno sempre quello che vogliono perché i genitori dicono sempre sì. In realtà, ci sono dei confini e dei paletti anche più severi, dei limiti imposti da regole famigliari coerenti, chiare e semplici, che tutti applicano, non solo i bambini. Le regole sono importanti per dare un senso di sicurezza ai più piccoli

Gli altri stili educativi genitoriali

Questo stile genitoriale va a sommarsi agli altri modelli educativi individuati dalla psicologa dello sviluppo Diana Baumrind, che ne ha descritti quattro per quello che riguarda il rapporto tra genitori e figli: autorevole, autoritario, permissivo, non coinvolto.

  1. Stile autorevole, quello che la psicologa ritiene il migliore. I genitori fondano la loro genitorialità su rinforzi positivi: la punizione è un evento raro. Si mettono nei panni dei loro figli, cercando di capirne sentimenti, emozioni e capacità, per sostenere uno sviluppo dell'autonomia entro limiti e confini chiari e semplici. Il rapporto si basa sulla fiducia, sul rispetto reciproco e sulla condivisione di regole, in un clima sereno
  2. Stile autoritario, improntato su un approccio rigido e severo. Al bambino viene chiesto molto, ma i genitori non mostrano reattività nei suoi confronti. Le regole sono fissate senza il coinvolgimento dei figli: bisogna seguirle senza fare domande, obbedendo e basta. La punizione è spesso presente quando queste vanno infrante. Molto spesso, purtroppo, sono anche punizioni corporali, come le sculacciate. Sono bambini lunatici, poco inclini all'allegria, spesso stressati e che non hanno fiducia nelle loro capacità
  3. Stile permissivo, è l'approccio dei troppi sì, dell'indulgenza da parte dei genitori, con figli che crescono troppo liberi e troppo autonomi. I genitori non sono molto esigenti e non ci sono regole chiare o punizioni certe. Sono bambini felici che non sanno però cosa sia l'autocontrollo e la fiducia in loro stessi
  4. Stile non coinvolto, definito anche come stile negligente, che vede i genitori assenti dal punto di vista della presenza fisica, ma anche emotiva. Non hanno aspettative per i figli, non comunicano, non cercano di capire i loro bisogni e di aiutarli a soddisfarli. Genitori e figli sono distanti anni luce. Di solito sono bimbi con scarsa competenza sociale, rendimento scolastico basso, comportamenti problematici
genitorialità gentile

Come praticare la genitorialità gentile

Dopo aver visto i quattro punti cardine della genitorialità gentile, ecco come possiamo renderla il nostro approccio quotidiano per un clima sereno in famiglia:

  • Quando parliamo con i nostri figli dobbiamo metterci al loro livello, anche dal punto di vista visivo
  • Comunichiamo in modo positivo, sottolineando quello che possono fare e non quello che non devono fare
  • Quando parliamo con i nostri figli ricordiamoci di usare un tono rassicurante, gesti che seguono il parlato (il linguaggio del corpo è fondamentale) e una narrazione che possono comprendere, anche in base alla loro età
  • Diciamo meno No e più Sì, trasformando le frasi negative in frasi propositive che invitano all'azione (ad esempio al posto di dire "Non mettere tutti i giochi in giro", possiamo dire "Quando prendi un gioco, metti a posto quello che non usi più, così rimane tutto in ordine")
  • Quando parliamo con i bambini dobbiamo essere sempre calmi
  • Ricordiamoci che i bambini imparano anche dal nostro esempio e da quello che vedono
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