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9 Ottobre 2023
12:57

Gli 8 errori più comuni durante lo svezzamento

Iniziare troppo presto, aspettare troppo a lungo, eccedere con il sale, dare troppe proteine animali: gli errori dei genitori durante lo svezzamento o l'autosvezzamento sono più comuni di quanto si creda. Ecco quelli in cui si cade più spesso.

A cura di Sara Polotti
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Gli 8 errori più comuni durante lo svezzamento
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Non lo si ribadisce mai abbastanza: lo svezzamento è una fase davvero importante nella vita di un bebè. I motivi sono numerosi, ma basti pensare che si tratta del momento in cui il bambino comincia a mettere le basi della sua indipendenza dai genitori, diventando sempre più autonomo. Oltre a questo, lo svezzamento rappresenta uno dei pilastri su cui appoggerà il futuro rapporto con il cibo.

Stabilito tutto questo, anche i papà e le mamme più consapevoli, pur con tutte le buone intenzioni tendono a cadere in alcuni errori.

Iniziare troppo presto

Iniziare troppo presto lo svezzamento, ovvero prima dei 6 mesi, è controproducente e solitamente sconsigliato da pediatri e pediatre poiché gli alimenti (anche liquidi) in sostituzione del latte materno o in formula non hanno lo stesso valore nutrizionale ed energetico. Non a caso le più importanti organizzazioni sanitarie internazionali, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Fondo per l'Infanzia dell'ONU (UNICEF), considerano il latte umano  ( e in sua mancanza la formula per lattanti) l'alimento ideale per i bambini fino a 6 mesi di vita.

Oltre a questo, i lattanti non sono ancora in grado di deglutire alcuni cibi. Per non parlare degli agenti patogeni a cui potrebbero andare incontro, con un aumento del rischio di diarrea e denutrizione.

Iniziare troppo tardi

Anche iniziare troppo tardi (dopo i 6-7 mesi) è sconsigliato, poiché potrebbe causare carenze nutrizionali: il latte materno, da una certa età in poi, non è infatti più sufficiente da solo a garantire il benessere del bambino.

In più, "potrebbero esservi effetti avversi sullo sviluppo ottimale delle capacità motorie della bocca, come la capacità di masticare, e sulla facilità ad accettare nuovi sapori e cibi di diversa consistenza", fanno sapere dall'Istituto Superiore di Sanità.

Forzare lo svezzamento

Benché sia meglio non iniziare troppo tardi, anche forzare il bambino è sconsigliato (attorno ai 6 mesi: non serve spaccare il minuto, insomma).

Sempre dall'ISS lo dicono chiaramente: "Ammesso che il bambino sia in buona salute, ai genitori si deve consigliare di osservare il comportamento dei figli e di rispondervi in maniera appropriata (cioè di non forzare mai il lattante a mangiare)". A un certo punto, infatti, i bambini mostrano interesse per il cibo diverso dal latte: è bene assecondarli.

Le proteine

L'importanza delle proteine è innegabile, ma i genitori oggigiorno tendono a eccedere con le proteine animali durante lo svezzamento (lo ha messo in luce uno studio di Nutritake qualche anno fa, insieme all'eccesso di sodio e di zucchero). Meglio però evitarlo: troppe proteine animali si associano al rischio di obesità.

Basterà in questo senso rispettare le quantità raccomandate dal pediatra o dalla pediatra, senza andare a occhio (perché spesso si tende a sottostimare il peso). E ricordando che esistono le proteine vegetali.

Il sale prima dei due anni

La prima pappa non è dolce, è vero, ma nemmeno salata. E anche se ormai è risaputo che durante lo svezzamento il sale non è consentito, spesso si tende a introdurlo comunque troppo in fretta.

Secondo le ultime indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, il sale non dovrebbe comparire nell'alimentazione dei bambini fino ai due anni di vita. Dopodiché, si può salare, ma senza eccedere i 2 grammi al giorno.

I succhi di frutta

Secondo il Ministero della Salute, spesso durante lo svezzamento si tende a eccedere con il consumo di cosiddetti succhi di frutta, e in particolare di quelli contenenti dolcificanti artificiali e carboidrati semplici al posto del glucosio, fruttosio e saccarosio naturali.

"Quelli che contengono zuccheri alcolici, come mannitolo e sorbitolo, sono stati associati ad un aumento del rischio di diarrea in alcuni bambini", fanno sapere. "L’eccessivo consumo di succhi di frutta, veri o cosiddetti, diminuisce anche l’appetito del bambino per altri cibi e può rendere molli le feci. Per queste ragioni non si raccomandano più di 120-180 ml di succo di frutta al giorno. Un eccessivo consumo di succo di frutta è stato anche associato ad un rallentamento della crescita e a bassa statura ed obesità".

Si al latte materno durante lo svezzamento

E se il bambino gradisce la prima pappa, ciò non significa dire addio al latte materno. L'allattamento al seno, durante lo svezzamento, può continuare in quanto offre molti vantaggi, tra cui quello di aumentare la capacità del bambino di tollerare i diversi alimenti e riduce quindi la probabilità che compaiano allergie. Quindi no al "ormai è grande, mangia la pappa. Il latte di mamma non serve più). Al contrario l'OMS consiglia il latte materno fino ai 2 anni, se mamma e bebè sono d'accordo. In mancanza del latte materno, si potrà utilizzare una formula di proseguimento fino al compimento del 12° mese di vita del bambino. No all'introduzione del latte vaccino prima dei 12 mesi.

Perdere la pazienza

A volte quando i bebè sembrano non volere assaggiare nulla, quando sono troppo lenti o quando lo svezzamento (o l'autosvezzamento) non va come previsto, il rischio è quello di perdere la pazienza, ripiegando poi su pochi alimenti, ovvero quelli che il bambino pare accettare più volentieri.

Ruolo dello svezzamento, tuttavia, è anche quello di plasmare i comportamenti alimentari dei bambini negli anni successivi. Più gusti e più consistenze provano, più in futuro saranno propensi a variare la loro alimentazione – che, lo ricordiamo, è essenziale per il benessere dell'organismo.

Meglio quindi mantenere la pazienza, anche quando le speranze sembrano flebili: lo svezzamento è una fase delicata e a volte dura, ma che ripagherà nel lungo termine se fatta correttamente.

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