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31 Dicembre 2023
9:00

I disturbi del sonno dei bambini: quali sono e come possiamo gestirli

I disturbi del sonno dei bambini variano a seconda dell'età e alterano la qualità del riposo dei nostri figli, con effetti negativi sulla salute e il loro benessere psicofisico. Le cause possono essere patologiche o fisiologiche e per migliore la situazione spesso è necessario intervenire sullo stile di vita dei piccoli.

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I disturbi del sonno dei bambini: quali sono e come possiamo gestirli
Pediatra
I disturbi del sonno nei bambini

I disturbi del sonno nei bambini sono aumentati soprattutto negli ultimi 20 -30 anni, tanto da interessare circa 1 bambino su 4 di età inferiore ai 5 anni. Nei più grandicelli, la percentuale scende al 10-12%, ma rimane comunque un problema da non sottovalutare. Una ridotta qualità o quantità di sonno può avere effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita del bambino e dei genitori.

Non stupisce, quindi, che siano uno dei principali fattori di ansia per mamme e papà e uno dei motivi più frequenti di visita dal pediatra o neuropsichiatra infantile.

Il sonno è infatti molto importante per la crescita dei piccoli ed è fondamentale tutelarlo in qualità e in quantità. Le esigenze di sonno però cambiano con l’età, ovvero più il bambino cresce, minore è il numero di ore che gli serviranno per sentirsi riposato e carico per affrontare la giornata.

Tabelle alla mano, come riporta l'Accademia Americana di Medicina del Sonno, i bambini dai 4 ai 12 mesi di età devono dormire tra le 12 e le 16 ore, suddividendo il riposino in diversi momenti della giornata. Per i bambini da 1 a 2 anni le ore scendono a 11-14 ore, per poi divenire 10-13 tra i 3 e i 5 anni di vita.

I disturbi del sonno più comuni nei bambini

Dormire fa parte della crescita e anche periodi di difficoltà del sonno possono rientrare nella normale maturazione e sviluppo del bambino.  Un sonno disturbato può essere provocato da tante cause diverse, alcune fisiologiche, ovvero legate alla normale crescita e sviluppo del bambino, altre patologiche. E a volte ritroviamo anche più di una causa alla base di un sonno disturbato del bambino.

In generale, i più comuni disturbi del sonno sono:

  • Insonnia (20-30%)
  • Parasonnie (25%)
  • Disturbi del ritmo circadiano (7%)
  • Disturbi respiratori del sonno (2-3%)
  • Disturbi del movimento legati al sonno (1-2%)
  • Ipersonnie (0,01-0,20%)

È bene sapere però che i disturbi del sonno variano a seconda dell’età del bambino. E così se nella prima infanzia predominano difficoltà di addormentamento e risvegli frequenti, parasonnie (quali incubi e terrori), nelle età successive possono comparire con maggiore frequenza disturbi del ritmo circadiano e disturbi del movimento correlati al sonno, per lasciare poi il posto in adolescenza ai disturbi legati alla scarsa igiene del sonno, favoriti dagli stili di vita scorretti e dall’uso eccessivo dei media device.

I disturbi del sonno nel primo anno di vita

I  neonati dormono molto. A mano a mano che crescono però riescono a stare svegli per periodi più lunghi che non saranno solo impiegati per alimentarsi, ma per farsi coccolare e giocare.

Oltre all'aumentare delle esperienze di autonomia, altri fattori possono influenzare il sonno nel primo anno, tra cui lo svezzamento, ovvero l’introduzione della prima pappa a partire dai 6 mesi di vita, e la dentizione. Infatti, se è vero che il primo dentino di solito compare intorno agli 11-2 mesi di vita, il bambino può lamentare dolore alle gengive già nei mesi precedenti e lamentarsi con pianti improvvisi nel cuore della notte.

Da non dimenticare tra le cause di sonno disturbato le coliche gassose, note anche con il nome di “coliche dei primi cinque mesi di vita” perché proprio nei primi cinque mesi di vita possono svegliare il piccolo con forti dolori addominali e tanta aria nel pancino.

Un ruolo non trascurabile sono anche i fattori genetici: studi sui gemelli e sulla familiarità hanno dimostrato una forte influenza genetica nell’insonnia. Anche l’ordine di nascita sembra incidere sul sonno: alcuni studi riportano infatti una maggiore frequenza di insonnia nei primogeniti e nei figli unici.

Non da ultimo il benessere mentale dei genitori: un’eventuale depressione materna può essere all’origine di una insonnia in un bambino. Studi scientifici hanno infatti dimostrato che il 38% delle madri di “cattivi dormitori” ha sintomi nevrotici e/o depressivi.

I disturbi del sonno nei bambini da 2 a 4 anni

Più avanti nella crescita possono iniziare a verificarsi i cosiddetti “incubi”, sogni spaventosi che, sebbene creino paura e ansia nel bambino, in realtà rappresentano progressi nel processo di maturazione mentale e dell'immaginazione creativa.

L'incubo contiene spesso sentimenti forti che il bambino ha dentro di sé: può quindi essere un'opportunità per esprimere ed elaborare i conflitti e le ansie della vita quotidiana. Sono frequenti nella prima infanzia e si possono acutizzare nei periodi di stress e nei passaggi evolutivi.

I disturbi del sonno nei bambini da 2 a 4 anni

Il terrore notturno è un'esperienza diversa dall'incubo, è un risveglio in preda al panico, accompagnato spesso da grida e agitazione motoria, di cui il bambino in genere non ha ricordo. Come un incubo però può essere influenzato da fattori ambientali ed emozionali.

Intorno al terzo anno di età i bambini chiamano spesso i genitori dopo essere stati messi a letto o esprimono la paura del buio: è una fase normale nello sviluppo infantile e può essere legata alla consapevolezza della progressiva autonomia rispetto ai genitori nonché alla loro capacità di immaginazione.

Il piccolo però non ha ancora la capacità di distinguere tra fantasia e realtà: il confine tra immaginazione e realtà è perciò labile, soprattutto di notte quando il bambino ha pochi stimoli provenienti dalla realtà e molti invece provenienti dall’immaginazione. Ecco quindi che bambini assolutamente tranquilli durante il giorno possono venire assaliti da forti paure la notte, quando fa buio.

I disturbi del sonno dai 5 anni in poi

L'inizio della scuola materna, il distacco dai genitori e l'affidarsi a figure adulte diverse da quelle del contesto familiare in cui è sempre vissuto può essere un'esperienza traumatica per il bambino, almeno inizialmente.

Così l’andare a letto e addormentarsi può rappresentare un altro distacco dai genitori. E chi ne fa le spese è il sonno, interrotto dai risvegli del bambino in cerca di mamma e papà.

Anche fattori imprevisti che turbano la routine di vita del bambino possono avere un effetto negativo sulla qualità e quantità del sonno. Malattie in famiglia, conflitti fra i genitori o la nascita di un nuovo fratellino possono cioè turbare il riposo dei più piccoli concretizzandosi eventualmente in veri e propri incubi.

Le cause organiche dei disturbi del sonno nei bambini

Di fronte a notevoli difficoltà ad addormentarsi o ai risvegli durante il sonno, è importante consultare il pediatra perché bisogna escludere cause organiche, tra cui:

  • Reflusso gastroesofageo
  • Allergia ed asma
  • Dermatite atopica
  • Disturbi del respiro nel sonno, quali la sindrome delle Apnee Ostruttive nel Sonno.

Alcuni bambini, in particolare quelli con disturbo dello spettro autistico, deficit dell’attenzione/iperattività o cefalea cronica sono a maggior rischio di un sonno disturbato o di presentare insonnia, ovvero una difficoltà persistente ad addormentarsi o a dormire un numero adeguato di ore, con risvegli frequenti nella notte.

Perché mio figlio ha difficoltà ad addormentarsi?

L’insonnia associata all'insorgenza del sonno si verifica nei bambini piccoli, specie in età prescolare che non riescono a calmarsi o imparare a dormire da soli. È probabile che abbiano paure, ansia da separazione o ansia di dormire da soli.

Vi è poi un tipo di insonnia che di solito si verifica nei bambini in età prescolare e scolare, con comportamenti oppositivi tipici dell’età, tra cui la resistenza di andare a dormire. I bambini spesso si rifiutano di andare a letto mostrando resistenze, proteste verbali o richieste di fare qualcos'altro prima di andare a letto per ritardare l'ora di andare a dormire.

Infine, vi è l’insonnia psicofisiologica che si verifica nei bambini più grandi e negli adolescenti. Gli individui con insonnia psicofisiologica spesso hanno pensieri frenetici quando cercano di addormentarsi, controllano l'ora preoccupati perché non riescono ad addormentarsi.

Perché mio figlio si sveglia di notte?

I risvegli notturni nei bambini piccoli sono uno dei problemi più comuni che i genitori devono affrontare. Entro i 6 mesi di età, la maggior parte dei bambini è fisiologicamente in grado di dormire tutta la notte e non necessita più di alimentazione notturna. Tuttavia, il 25%-50% continua a svegliarsi durante la notte.

I risvegli notturni si possono verificare da quattro a sei volte per notte. Il problema raramente è il risveglio notturno, ma piuttosto il fatto che il bambino possa non riuscire a riaddormentarsi da solo e con il pianto o le grida richiami i genitori.

Come affrontare i disturbi del sonno nei bambini

Il sonno dei bambini, come dicevamo, è importante per la loro crescita e va promosso e tutelato. Dormire per il numero delle ore raccomandate ed in modo regolare si associa, tra l’altro, a una buona crescita, interazione con gli altri bambini, buoni livelli di attenzione e di memoria, ottimali capacità di apprendimento e in generale ad una migliore salute mentale e fisica.

Al contrario, un sonno insufficiente correla con problemi comportamentali, di sviluppo e di apprendimento, nonché con un aumentato rischio di alcune patologie tra cui obesità, ipertensione, diabete e depressione.

Il ruolo dei genitori in ciò è fondamentale per stabilire regole e rituali per un corretto riposo. Come per gli altri comportamenti, infatti, fornire un confine e dare una regolarità alle abitudini rispetto al sonno aiuta il bambino a sentirsi contenuto e dà continuità alle sue esperienze.

Innanzitutto vanno rispettati il più possibile orari e abitudini. A letto presto, senza aspettare che sia troppo stanco perché un bambino esausto diventa spesso anche nervoso e irritabile. Il rischio è, quindi, che si addormenti con ancora maggiore difficoltà. E così se il papà o la mamma una sera tornano più tardi dal lavoro è comunque importante mettere a letto il bambino sempre alla stessa ora, senza capricci.

Bambini dormono con peluche

Alcuni rituali possono poi facilitare la fase di addormentamento del bambino, quali una favola o una ninna nanna prima di addormentarsi. Meglio poi fare addormentare il bambino dove passerà la notte, ovvero nel suo lettino. Non sul divano o nel lettone e poi spostarlo: il rischio è un risveglio improvviso e non gradito.

Scegliere sempre un ambiente adeguatamente preparato, con luci soffuse, eventualmente con una musica dolce di sottofondo. Al contrario, i media device come telefonini e tablet possono interferire con la qualità e la quantità del sonno, per cui è consigliabile non usarli alla sera.

Infine, nei più grandicelli evitare il latte o altri liquidi, camomilla compresa. Meglio sostituirli con un oggetto consolatorio. I giocattoli che i bambini portano a letto con loro sono oggetti significativi che danno sicurezza e fanno compagnia.

Come gestire i risvegli notturni

Gli errori di comportamento dei genitori possono manifestarsi durante i risvegli, tra questi la tendenza, per esempio, ad accorrere subito e a prendere in braccio il bambino sia all’addormentamento che durante i risvegli. In caso di incubo è importante cercare di consolare e rassicurare il bambino facendogli sentire l’amore che lo circonda. L'incubo contiene spesso sentimenti forti che il bambino ha dentro di sé: può quindi essere un'opportunità per esprimere ed elaborare i conflitti e le ansie della vita quotidiana.

È importante che i genitori ascoltino il racconto di un sogno brutto aiutando il bambino a sostenere le emozioni da esso provocate, evitando di banalizzarne il contenuto.

Quando preoccuparsi?

Qualora la difficoltà nell'addormentamento e nella qualità/quantità sonno permane a lungo nel tempo o diventi tale da interferire con la vita del bambino e della famiglia è importante parlarne al pediatra per identificare le cause e quindi mettere in atto le strategie correttive più opportune.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Elena Bozzola
Pediatra
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 2001, poi Specializzata in Pediatria Generale e Specialistica presso l’Università degli Studi di Pavia. Ho lavorato presso UO Neonatologia S Giuseppe a Milano, poi UO Pediatria Ospedale Universitario S Paolo a Milano. Dal 2009 lavoro quale dirigente medico in pediatria presso Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, occupandomi prevalentemente di pediatria generale e malattie infettive.  Ho effettuato una fellowship presso Ospedale Nicklaus, Miami, USA nel 2018. Sono stata eletta Segretario e Consigliere  Nazionale della Società Italiana di Pediatria nel 2016, ruolo che tuttora ricopro.  Inoltre, sono Vicedirettore di “Pediatria Magazine”, rivista ufficiale della Società Italiana di Pediatria,  e Coordinatore della Commissione Comunicazione Scientifica della Società Italiana di Pediatria.
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