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16 Febbraio 2024
9:00

Il metodo debate a scuola: il dibattito che aiuta gli alunni a rispettare le idee altrui

Il debate è un metodo pedagogico che si può utilizzare in classe per allenare l'oratoria degli studenti. Una volta scelto un argomento il docente dividerà i ragazzi tra favorevoli, contrari, giuria e moderatore, spiegherà le regole e i ragazzi dovranno instaurare un dibattito rispettoso, sostenendo l'argomentazione scelta. A vincere saranno gli alunni più convincenti.

A cura di Sophia Crotti
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Il metodo debate a scuola: il dibattito che aiuta gli alunni a rispettare le idee altrui
dibattito a scuola

Il metodo debate è una tecnica didattica da poter applicare in classe, in modo che i ragazzi imparino, attraverso il dibattito, a instaurare un confronto tra idee diverse.

L’insegnante in classe proporrà un argomento e poi dividerà la classe a metà, disponendo a suo piacimento i ragazzi tra favorevoli o contrari.  Gli studenti dovranno instaurare un dialogo rispettoso, imparando l'importanza di argomentare le proprie idee, di rispettare quelle altrui altrui e cimentandosi anche nella difesa di ideali ai quali non credono. Il dibattito fornirà loro le basi fondamentali per muoversi nella società da cittadini educati, preparati e attenti.

In che cosa consiste la metodologia debate?

Il debate è un metodo pedagogico, formativo ed educativo che consiste nell’accendere in classe un dibattito, moderato da specifiche regole, tra due diverse fazioni di studenti. Al centro deve esserci un argomento, che può essere strettamente legato al programma didattico che si sta seguendo o all’attualità e i ragazzi dovranno sostenere tesi a favore o contro.

Gli alunni imparano così ad affinare le proprie capacità oratorie, la loro empatia ed elasticità mentale, proprio perché non saranno loro a decidere se posizionarsi tra i favorevoli o tra i contrari, ma l’insegnante. I ragazzi si troveranno a dover sostenere o confutare una tesi a prescindere dal loro reale pensiero sull’argomento e dovranno farlo in maniera rispettosa. Tra gli studenti, infatti, verrà scelto un moderatore che si occuperà di gestire il dibattito, dando di volta in volta la parola a un membro delle due fazioni.

dibattito in classe

Ovviamente se i ragazzi sono piccoli o alla prima esperienza con il metodo debate può intervenire l’insegnante ma col tempo è bene che si allontani, rimanendo una sorta di allenatore al dialogo, ma lasciando gli studenti liberi di esprimere le proprie idee e di rispettarsi vicendevolmente. Il docente, insieme a una parte scelta della classe svolge il ruolo di giuria.

I benefici del debate in classe

Sono innumerevoli i benefici che gli studenti possono trarre dal dibattito guidato in classe:

  • Imparano a parlare in pubblico: le prime volte saranno spaventati forse, ma poi confrontandosi con gli altri riusciranno ad acquisire abilità oratorie sempre migliori.
  • Comprendono l'importanza del lavoro di squadra: solo collaborando i ragazzi appartenenti a ciascuna fazione riusciranno ad avvalorare la propria tesi nel modo più corretto.
  • Imparano a rispettare le idee degli altri: alla base della democrazia vi è la capacità di rispettare le idee altrui e i ragazzi grazie al dibattito affinano questa abilità.
  • Migliorano l'empatia: non sempre i ragazzi si troveranno ad avvalorare una tesi in cui credono, ma allenarsi a questo tipo di elasticità mentale gli consentirà di essere più empatici e di provare a mettersi sempre nei panni degli altri.
  • Affinano l'abilità critica: saranno più in grado di capire quando una notizia è vera e quando è falsa, proprio grazie all'ascolto delle argomentazioni di ciascuno.

Come si fa il debate?

Il debate segue delle regole precise, che vanno prima presentate alla classe, in modo che gli studenti diano vita a un dibattito rispettoso e proficuo:

  1. Spiegare agli alunni di cosa si tratta: meno gli studenti sono esperti, più sarà importante spiegare bene lo scopo del dibattito, ossia saper esprimere un’idea, saperla argomentare e accettare l’opinione opposta altrui. È importante che abbiano chiaro che a vincere non sarà l’idea giusta contro quella sbagliata ma quella meglio argomentata.
  2. Scegliere un tema: il tema può essere legato all’ambiente scolastico, per esempio “è giusto che a scuola si indossi la divisa”, ad una specifica materia scolastica, per esempio “l’arte è libera e non ha bisogno di regole”, a tematiche di attualità “la crisi climatica è solo colpa dell’uomo”, “la gelosia è una forma d’amore”. Un’alternativa può essere quella di far scrivere a ciascuno studente un’idea per il dibattito su un foglietto, mettere tutti foglietti in un spacchettino e pescarne uno di volta in volta.
  3. Dividere gli alunni: questo compito spetta al docente che dovrà cercare di dare vita a due gruppi equilibrati, composti da 6-8 persone, i cui membri abbiano ognuno delle specifiche competenze. Solo così i ragazzi impareranno a collaborare e il debate porterà beneficio alla loro autostima. Un ultimo gruppo farà la giuria e un ragazzo a turno il moderatore.
  4. Dare delle regole: spiegare ai ragazzi chi dovrà essere “pro” e chi “contro” l’argomento, dire quanto tempo ciascun gruppo avrà per avvalorare una tesi e quanti round di dibattito saranno messi a loro disposizione e in ultimo spiegare bene i ruoli di ciascuno, è molto importante. Bisogna spiegare poi che è obbligatorio aspettare il proprio turno per parlare, evitare di alzare la voce o di usare un lessico non appropriato all’ambiente scolastico.
  5. Disporre i banchi in modo da creare un aula di tribunale: il ragazzo che fa il moderatore potrà sedersi in cattedra, i due gruppi si dispongono uno da un lato, l’altro dall’altro della cattedra e la giuria rimane nel mezzo.
  6. Segnare alla lavagna i punti forti delle argomentazioni di ciascun gruppo: così una volta terminato il dibattito se ne potrà parlare insieme.
  7. Decretare il vincitore: giuria e docente spiegheranno perché ha vinto una tesi, piuttosto che un’altra. Il ruolo della giuria è pedagogico perché nello spiegare quale argomentazione è stata più forte darà ai ragazzi preziosi consigli.

Quanto dura il debate?

Non esistono regole specifiche riguardo il tempo a disposizione per argomentare la propria tesi, ma è importante stabilire un limite temporale insieme.

dibattito a scuola

Si può procedere di 15 minuti in 15 minuti, dunque una volta scelto l’argomento ogni squadra avrà a disposizione un primo quarto d’ora per decidere come sostenere la propria tesi, dopo di che ciascuna delle due squadre potrà in 15 minuti argomentare la propria tesi. In ultimo il vero e proprio dibattito, alcuni membri scelti si confronteranno rispondendo alle domande della fazione opposta, sempre in 15 minuti di tempo.

Chi ha inventato il debate?

Il dibattito, inteso come strumento pedagogico, ha origini molto antiche. Attorno al 335 a.C Aristotele nel capitolo VIII del suo libro Topici delineò le caratteristiche di una sua lezione scolastica, che prevedeva l’esercizio della dialettica degli studenti. Secondo lui confrontarsi su diverse tesi poteva aiutare tutti i partecipanti al dibattito a comprendere i lati positivi e quelli negativi di ciascuna idea da loro sostenuta e di conseguenza insegnare a saper meglio scindere le notizie vere da quelle false.

In Inghilterra e negli Stati Uniti furono poi club e associazioni nel Settecento a dare vita a momenti di ritrovo in cui i membri affinavano le proprie capacità oratorie su temi religiosi, economici sociali e politici. Dal 1885 inziarono delle vere e proprie competizioni tra università, in cui gli studenti si sfidavano argomentando le proprie tesi. Ad oggi esistono competizioni nazionali e internazionali di dibattito proposte agli studenti delle scuole superiori.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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