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24 Febbraio 2024
18:00

Inseminazione artificiale: come funziona e quando si ricorre alla tecnica di primo livello

L'inseminazione artificiale è una tecnica di procreazione medicalmente assistita di primo livello, poco invasiva e indolore. La tipologia di inseminazione più diffusa è l'intrauterina (IUI), anche se non è l'unica. Prevede l'inserimento di un campione di liquido seminale (del partner o di un donatore) nell'utero della donna.

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Inseminazione artificiale: come funziona e quando si ricorre alla tecnica di primo livello
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L’inseminazione artificiale è la tecnica medica di procreazione assistita più diffusa, a cui ricorrono diverse coppie in cerca di un figlio. È catalogata come procedura di primo livello, quindi è più semplice e meno invasiva rispetto alla fecondazione in vitro (FIVET) o all’iniezione intracitoplasmatica del singolo spermatozoo (ICSI). Consiste nell’immissione degli spermatozoi, precedentemente prelevati dal liquido seminale del partner maschile o provenienti da un donatore, direttamente nell’utero della donna attraverso un piccolo tubo di plastica. Secondo il Registro nazionale Pma gestito dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2021 sono state più di 10.200 le coppie che si sono sottoposte all’inseminazione intrauterina e oltre 1.700 le gravidanze ottenute.

Come funziona l'inseminazione artificiale

L’inseminazione intrauterina (IUI) è una tecnica di fecondazione assistita di primo livello, la più diffusa, che consiste nel trasferimento di un campione di sperma nell’utero della donna tramite un catetere. È considerata una procedura medica poco invasiva, semplice, indolore, che non prevede l’anestesia e viene effettuata nei giorni fertili della donna, cioè nel periodo di ovulazione del ciclo mestruale.

Si distingue tra:

  • Fecondazione omologa quando viene utilizzato il seme del partner maschile
  • Fecondazione eterologa quando viene utilizzato il seme di un donatore (in caso di sterilità maschile)

Procedura

Il liquido seminale viene prelevato dal partner maschile per masturbazione il giorno in cui viene eseguito il trattamento. In caso si usino i gameti di un donatore, si ricorre alla banca di semi.

Dopodiché, in laboratorio viene preparato il campione di liquido seminale da introdurre nell’utero della donna. Nello specifico, vengono selezionati gli spermatozoi mobili con normale forma e struttura e scartate eventuali sostanze tossiche (come batteri e spermatozoi non vitali). Si tratta del processo di capacitazione seminale, che serve a individuare gli spermatozoi qualitativamente migliori per aumentare la probabilità di gravidanza.

Una volta ottenuto il campione di sperma, viene introdotto nell’apparato genitale femminile attraverso un piccolo tubo di plastica senza anestesia. La speranza è che l’ovocita appena ovulato incontri gli spermatozoi più vigorosi e avvenga la fecondazione.

Dopo circa quindici giorni si effettua il test di gravidanza per verificare se il trattamento è andato a buon fine.

Quando viene effettuata

L'inseminazione artificiale viene programmata nei giorni fertili della donna, cioè nel periodo di ovulazione del ciclo mestruale, per aumentare la probabilità di gravidanza.

A volte nei giorni che precedono l’inseminazione la donna viene sottoposta a una leggera stimolazione ovarica tramite una terapia farmacologica ormonale per incrementare la produzione di ovociti durante il ciclo.

Nel frattempo, la paziente, per monitorare l’andamento dell’ovulazione, viene sottoposta a:

  • un controllo ecografico dei follicoli per analizzare l’ovulazione e individuare il periodo del mese in cui è più probabile che rimanga incinta
  • un monitoraggio ormonale per limitare il rischio di gravidanze multiple e lo sviluppo di malattie (come la sindrome dell’iperstimolazione ovarica severa)

I tipi di inseminazione artificiale

In realtà l’intrauterina non è l’unica procedura di inseminazione artificiale esistente, anche se è la più praticata. In totale le tecniche di primo livello indicate dall’Istituto Superiore di Sanità sono cinque e si distinguono in base al punto di deposito del campione di liquido seminale:

  • Inseminazione intrauterina (IUI): gli spermatozoi vengono depositati nell’utero della donna per favorire l’incontro con l’ovocita
  • Inseminazione intravaginale (IVI): gli spermatozoi vengono depositati nella vagina
  • Inseminazione intracervicale (ICI): gli spermatozoi vengono depositati nel canale cervicale
  • Inseminazione intratubarica (ITI): gli spermatozoi vengono depositati nelle tube
  • Inseminazione intraperitoneale (IPI): gli spermatozoi vengono depositati nell’addome

Quando è indicata

In Italia l’inseminazione artificiale, come il resto delle tecniche di procreazione assistita, è accessibile esclusivamente alle coppie eterosessuali maggiorenni, come previsto dalla Legge 40/2004. Viene proposta dal medico quando i coniugi non riescono a ottenere una gravidanza nonostante i ripetuti rapporti sessuali non protetti e in caso «non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilità».

Nello specifico l’inseminazione artificiale è indicata in caso di:

  • Sterilità apparentemente immotivata (cioè la coppia non riesce ad avere figli nonostante non sia stata rilevata una causa evidente)
  • Infertilità maschile
  • Ripetuti tentativi senza successo nell’ottenere una gravidanza, sia attraverso la stimolazione delle ovaie sia con rapporti sessuali mirati nei giorni di ovulazione
  • Malattie sessuali che ostacolano o impediscono il rapporto sessuale completo
  • Alterazione del muco cervicale
  • Anticorpi anti-spermatozoi

Rischi

I rischi più comuni di un trattamento di inseminazione artificiale sono:

  • Iperstimolazione ovarica
  • Aborto
  • Malformazioni del feto
  • Malattia genetica del feto
  • Gravidanza ectopica
  • Ovulazione multipla
  • Scarso peso del nonato alla nascita
  • Microsomia del feto
  • Nascita prematura
  • Morte prematura

Quante probabilità ci sono di rimanere incinta con l’inseminazione artificiale

Le probabilità di successo dell’inseminazione artificiale variano in base all’età della donna:

  • 12,7% per le donne di età inferiore o uguale a 34 anni
  • 3,2 % per le donne di età superiore o uguale ai 43

A influire sono pure fattori quali la specifica causa di infertilità della coppia, le caratteristiche qualitative e quantitative del liquido seminale, il tipo di stimolazione farmacologica effettuata.

Secondo il Registro nazionale Pma gestito dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2021 sono state più di 10.200 le coppie che si sono sottoposte all’inseminazione intrauterina – considerando sia l’omologa che l’eterologa – e oltre 1.700 le gravidanze ottenute. Il 10,9% dei cicli di inseminazione ha avuto esito positivo, traducendosi in una gestazione.

E se non funziona

Di solito se dopo 3-4 cicli di inseminazione artificiale non si verifica il concepimento si valuta di procedere con tecniche di secondo livello, più invasive e avanzate, come la FIVET.

Alle coppie con un problema di infertilità maschile lieve, sterilità senza spiegazione o endometriosi minima o moderata nella donna, vengono generalmente proposti fino a sei cicli di inseminazioni intrauterine per aumentare le probabilità di una gravidanza.

Quanto si paga

In regime privato i prezzi si aggirano sui 900 euro circa per la IUI con il gamete maschile del partner, 1.400 con donazione di seme. Il prezzo aumenta se il seme è donato (fecondazione eterologa) e se la pratica è preceduta dalla terapia farmacologica, e quindi non avviene su ciclo spontaneo.

Per quanto riguarda i costi, in Italia sono previste delle novità. L’inseminazione artificiale rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), cioè nelle prestazioni fornite dal Servizio sanitario nazionale, e dal 1° aprile 2024, entrerà in vigore il nuovo tariffario LEA. Se la scadenza verrà rispettata, i trattamenti di fecondazione omologa saranno gratuiti nelle strutture pubbliche, mentre per quelli di fecondazione eterologa si pagherà un ticket, il cui importo è imposto dalla singola Regione.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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