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19 Gennaio 2024
13:00

Instagram inviterà gli adolescenti ad andare a dormire quando usano il social a notte fonda

Dopo dieci minuti trascorsi su Instagram a notte fonda, il social invierà all'utente adolescente un avviso per sollecitarlo a chiudere l'App e andare a dormire. L'obiettivo è favorire il riposo notturno, importante soprattutto per i più giovani. È l'ultima di una serie di novità introdotte dalla società di Zuckerberg per la tutela dei minori online.

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Instagram inviterà gli adolescenti ad andare a dormire quando usano il social a notte fonda
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Sono in arrivo su Instagram degli avvisi notturni per invitare gli utenti adolescenti a chiudere l’App e dormire dopo dieci minuti trascorsi sul social a tarda notte. Si tratta dell'ultima funzionalità introdotta da Meta chiamata "nighttime nudges" (dall'inglese «solleciti notturni») progettata per ricordare ai più giovani di non trascurare il riposo notturno. «È ora di fare una pausa? – si leggerà nell'avviso – Si sta facendo tardi. Considera la possibilità di chiudere Instagram per la notte».

Adolescenti e social network è l’accoppiata del secolo, tanto affiatata quanto difficile da tenere sotto controllo. Negli ultimi anni Meta, il colosso guidato da Mark Zuckerberg che gestisce Instagram, Facebook e Whatsapp, sta introducendo diverse novità per regolamentare l’uso delle sue piattaforme online da parte dei teenager. L’ultima è legata alla fisiologia del sonno.

Tutelare i più giovani e tenerli a una “distanza di sicurezza” dalle insidie della rete e dai contenuti ritenuti pericolosi per la loro salute mentale è una sfida non da poco. È complicato trovare modalità di controllo che si rivelino realmente efficaci e che non si scontrino con il diritto alla privacy dell’utente.

L’aggiornamento più recente riguarda la qualità del riposo notturno, fondamentale a tutte le età e in modo particolare durante l’adolescenza, quando lo sviluppo cerebrale è in pieno svolgimento. Per favorire un riposo regolare, Meta ha annunciato una novità: «il sonno è importante – si legge sul sito del gruppo –, soprattutto per i giovani, quindi stiamo lanciando nuovi solleciti notturni che verranno visualizzati quando gli adolescenti avranno trascorso più di 10 minuti su Instagram in posti come Reels o Messaggi Diretti a tarda notte. Ricorderanno agli adolescenti che è tardi e li incoraggeranno a chiudere l’app».

«Chi dorme non piglia pesci» è vero finché si rispetta il numero di ore di riposo raccomandato, che per un adolescente di età compresa tra i 13 (l’età minima per iscriversi a un social di Meta) e i 18 anni è pari a 8-10 ore a notte, come riporta l’American Academy of Sleep Medicine. Un monte ore che rischia di non essere rispettato anche a causa dell’uso smodato degli smartphone e dei dispositivi elettronici, che influisce sul sonno peggiorandone la qualità e diminuendone la quantità.

Le ricerche più recenti dimostrano che l’uso di media elettronici, aumentato rapidamente negli ultimi dieci anni tra gli adolescenti, interferisce con il riposo notturno rendendolo meno soddisfacente. Tradotto: più rischi per la salute fisica e mentale delle nuove generazioni. Nello specifico, uno studio pubblicato nel 2023 pubblicato su Sleep Health Journal che ha esaminato i dati di oltre 86mila adolescenti di 18 Paesi europei e nordamericani ha rilevato che i ragazzini dormono di meno, vanno a dormire più tardi e soffrono di un jet leg sociale per l’uso eccessivo dei social.

Sulla questione era intervenuto in modo netto l’Ordine degli Psicologi della Toscana, che a dicembre 2022 aveva sottolineato la carenza di sonno nei più giovani a causa dell’uso dei social. «Particolarmente significativa è la frequenza di accesso ai social media, soprattutto Tik Tok e Instagram, che vengono visualizzati anche a letto, prima di addormentarsi, e finiscono per ridurre il riposo di bambini e adolescenti. – aveva dichiarato la presidente dell’Ordine, Maria Antonietta Gulino – . La qualità e la durata del sonno sono fondamentali per il corretto equilibrio psicofisico ed è per questo che occorre introdurre fin dalle scuole primarie, oltre che in famiglia, un'educazione al digitale che è ormai parte integrante della quotidianità, anche tra i bambini».

Non è l’unica novità che riguarda l’attività degli under 18 online. Lo scorso 9 gennaio la società di Zuckerberg, che ha dichiarato di collaborare con psicologi e specialisti della salute mentale degli adolescenti, ha annunciato l’introduzione di nuove impostazioni per proteggere i minori da contenuti che inneggiano ad autolesionismo, suicidio e disturbi alimentari. L’aggiornamento sarà automatico per i nuovi utenti minorenni, mentre per quelli già iscritti a Facebook e Instagram comparirà una notifica che li invita ad aggiornare le impostazioni della privacy del social per impostare la limitazione.

Quello tra piattaforme social e salute mentale è, tuttavia, un tema controverso. Secondo diversi esperti le misure adottate finora dalle singole società digitali per controllare l’uso dei social da parte dei più piccoli non sono sufficienti, anche per un presunto interesse economico delle aziende. A questo proposito, un recente studio di Harvard ha sollecitato le istituzioni a intervenire con una legislazione governativa. «Sebbene le piattaforme di social media possano affermare di poter autoregolamentare le proprie pratiche per ridurre i danni ai giovani, devono ancora farlo, – ha dichiarato l'autore senior della ricerca, Bryn Austin, professore presso il Dipartimento di Scienze sociali e comportamentali – e il nostro studio suggerisce che hanno enormi incentivi finanziari per continuare a ritardare l’adozione di misure significative per proteggere i bambini». Incentivi legati alle pubblicità e ai contenuti promozionali che compaiono sulle “home” dei social o prima dell’inizio dei video, che inevitabilmente vengono visualizzati pure dagli utenti più giovani.

Fonti
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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