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25 Febbraio 2024
9:00

Lassativi ai bambini: quando darli e quali sono i contro

In caso di stipsi (stitichezza) i lassativi possono rappresentare una soluzione per favorire l'evacuazione e mantenere le feci morbide. Trattementi e scelta dei fermaci devono però essere concordati con il pediatra per evitare spiacevoli effetti collaterali.

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Lassativi ai bambini: quando darli e quali sono i contro
Pediatra
lassativi bambini

La condizione che pone i genitori di fronte al dubbio se somministrare o meno dei lassativi ai bambini è la stipsi, una difficoltà di scaricarsi che si protrae nel tempo.

Per stipisi infatti s'intende l'emissione di due evacuazioni (o meno) ogni settimana per almeno un mese. La stipsi nel bambino può essere funzionale (90% dei casi) o organica (10% dei casi), ovvero dovuta ad una malattia.

La stipsi a funzionale è un problema comune durante l’infanzia, e può comparire già nel primo anno di vita. Si può associare a defecazione dolorosa, incontinenza fecale e dolore addominale.

Nella stipsi funzionale può invece essere utile, oltre alle misure educazionali ed alimentari, il ricorso a terapie disimpattanti.

Cos'è la stipsi e quali sono le cause nei bambini

La stitichezza colpisce fino al 30% dei bambini e rappresenta circa il 3-5% di tutte le visite dai pediatri.

Viene definita come la emissione di due evacuazioni o meno ogni settimana per almeno un mese.  Nella maggior parte dei casi si verifica in età pre-scolare e si tratta di un'alterazione funzionale, legata cioè ad un rifiuto del bambino che trattiene le feci per stress emotivi, cambiamenti della dieta con diminuzione dell'apporto di fibre o di acqua, dimenticanza, etc.

In una minoranza dei casi, la stipsi può essere uno dei sintomi di una malattia: in questi casi si  parla di stipsi organica. Ciò può avvenire nella fibrosi cistica, nella malattia di Hirscsprung, nella celiachia, nell’ipotiroidismo, etc.

Si parla di stipsi funzionale nei bambini di età inferiore ai 4 anni, allorchè sono state escluse cause organiche in caso di presenza da almeno un mese di  due o meno defecazioni a settimana, storia di eccessiva ritenzione di feci, di dolore addominale di fecalomi e nei bambini abituati ad andare in bagno, anche di almeno un episodio/settimana di incontinenza

Nei bambini più grandi, si utilizzano tra i criteri la presenza di due o meno defecazioni a settimana, almeno un episodio di incontinenza fecale a settimana, storia di ritenzione volontaria di feci, dolore addominale, fecalomi.

Rimedi per la stitichezza nei bambini

In caso di un bambino con stipsi è molto importante parlarne con il proprio pediatra al fine di identificare i trattamenti più opportuni.

La terapia della stipsi organica prevede il riconoscimento della patologia e il suo trattamento. Nel caso della stipsi funzionale, la terapia si basa generalmente sull’utilizzo di clisteri evacuativi con soluzione fisiologica, utili nel caso di stipsi acuta con ostruzione fecale da presenza di grossi ammassi di feci dure, detti fecalomi o farmaci che aiutano a mantenere le feci morbide come il Polietilenglicole.

Quando dare lassativi ai bambini?

In caso di difficoltà alla defecazione è sempre importante parlarne con il pediatra ed effettuare gli accertamenti da lui consigliati e le terapie più idonee all’età del bambino.

Anche se non viene richiesta in farmacia la ricetta medica per acquistarli, è sempre importante farsi guidare dal proprio pediatra sia sulla scelta del prodotto, che sulla quantità che sulla durata della terapia.

È importante consultare anche il pediatra in caso di comparsa di sintomi quali nausea, vomito, gonfiore o dolore addominale in corso di assunzione di lassativi.

Quali scegliere

In base alle linee guida europee sulla gestione della stipsi funzionale vengono raccomandati:

  • Dieta ricca di fibre ed acqua per rendere le feci più morbide
  • Regolare attività fisica nei bambini
  • Educazione sull’uso della toilette o del vasino ed eventuale supporto psicologico nei casi più ostinati
  • Utilizzo di farmaci che aiutano a mantenere le feci morbide come il Polietilenglicole (PEG), con o senza elettroliti per via orale da 1 a 1,5 g/kg al  giorno per 3-6 giorni; poi alla dose di 0,4 g/kg al giorno come mantenimento, da modulare in base alla risposta clinica (ovvero se compare diarrea, la dose va ridotta). Può essere somministrato una volta al giorno o suddiviso in più dosi.
  • Clistere con soluzione fisiologica una volta al giorno per 3-6 giorni nei bambini con fecaloma, se PEG non è disponibile. Viceversa, l'aggiunta dei clisteri all'uso cronico del PEG lo è non consigliato. L'effetto di solito si verifica entro pochi minuti dalla somministrazione per via rettale.

Il lattulosio è raccomandato come trattamento di mantenimento di prima linea, se il PEG non è disponibile. Si tratta di un disaccaride sintetico del lattosio, che provoca un effetto osmotico, con conseguente aumento dei liquidi intraluminali e stimola la peristalsi del colon. Il lattulosio è un lassativo sicuro ed efficace nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 16 anni. Gli eventi avversi sono generalmente minimi e comprendono gas addominale, gonfiore e crampi.

L'idrissido di magnesio noto come olio di magnesia, e altri sali di magnesio, come il solfato di magnesio e il citrato di magnesio, hanno effetto lassativo e possono essere considerati come trattamento aggiuntivo o di seconda scelta.

Gli effetti collaterali però includono diarrea, dolore addominale e gonfiore. L'idrossido di magnesio deve essere usato con cautela nei bambini con insufficienza renale.

Il trattamento di mantenimento dovrebbe durare almeno due mesi ed è comunque utile prolungare la terapia almeno per un mese dopo che tutti i sintomi dei sintomi della stitichezza siano risolti. Meglio ancora, il trattamento dovrebbe essere diminuito gradualmente. Viceversa, l'uso di lubiprostone, linaclotide e prucalopride nei bambini con stitichezza non è raccomandato dalle linee guida europee.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Elena Bozzola
Pediatra
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 2001, poi Specializzata in Pediatria Generale e Specialistica presso l’Università degli Studi di Pavia. Ho lavorato presso UO Neonatologia S Giuseppe a Milano, poi UO Pediatria Ospedale Universitario S Paolo a Milano. Dal 2009 lavoro quale dirigente medico in pediatria presso Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, occupandomi prevalentemente di pediatria generale e malattie infettive.  Ho effettuato una fellowship presso Ospedale Nicklaus, Miami, USA nel 2018. Sono stata eletta Segretario e Consigliere  Nazionale della Società Italiana di Pediatria nel 2016, ruolo che tuttora ricopro.  Inoltre, sono Vicedirettore di “Pediatria Magazine”, rivista ufficiale della Società Italiana di Pediatria,  e Coordinatore della Commissione Comunicazione Scientifica della Società Italiana di Pediatria.
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