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«Mio figlio si ammala sempre». I consigli per affrontare e prevenire i malanni invernali

Le infezioni respiratorie ricorrenti nell'infanzia sono nella maggior parte dei casi degli eventi del tutto normali, dovuti all'immaturità transitoria del sistema immunitario. In vista del ritorno a scuola, ecco quali sono i fattori di rischio e i consigli per prevenire e trattare queste malattie molto comuni durante le stagioni autunnali e invernali.

29 Agosto 2023
9:00
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«Mio figlio si ammala sempre». I consigli per affrontare e prevenire i malanni invernali
Pediatra
Mio figlio si ammala sempre
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Mio figlio, 3 anni a ottobre, si ammala sempre. Da quando ha iniziato l’asilo la tosse non è mai passata, per cui sono state più le volte che non ci è andato di quelle che ha frequentato. Come possiamo evitargli tutte queste infezioni in inverno?

Marta, mamma di Diego

La storia di Diego è la storia di tanti bambini che, alle prese con il primo anno di asilo, sviluppano nella stagione autunno-invernale infezioni respiratorie ricorrenti. Non a caso, circa il 25% dei bambini di età inferiore a 1 anno e il 6% dei bambini durante i primi 6 anni di vita presentino infezioni respiratorie ricorrenti.

In realtà a volte il termine infezioni respiratorie ricorrenti è usato impropriamente. Vediamo insieme di che cosa si tratta, prima di capire che cosa possiamo fare per prevenirle.

Cosa sono le Infezioni Respiratorie Ricorrenti

Secondo una recente consensus intersocietaria, i criteri per definire il bambino affetto da Infezioni Respiratorie Ricorrenti  in età pediatrica sono innanzitutto diversi a seconda dell’età del bambino:

Perciò , per i più piccini, di età compresa tra 1 e 3 anni, si parla di Infezioni Respiratorie Ricorrenti in presenza di sei o più infezioni delle vie respiratorie (delle quali 1 può essere polmonite, anche grave) in un anno o di almeno due polmoniti non gravi in un anno

Tra i 3 e i 6 anni, per parlare di Infezioni Respiratorie Ricorrenti sono richieste cinque o più infezioni delle vie respiratorie (delle quali una può essere polmonite, anche grave) in un anno o di almeno due polmoniti non gravi in un anno.

Infine tra i 6 e i 12 anni la classificazione prevede una o più infezioni delle vie respiratorie (delle quali 1 può essere polmonite, anche grave) in un anno o di almeno 2 polmoniti non gravi in un anno.

Benché si tratti di una situazione destinata per lo più a evolvere favorevolmente nel corso degli anni (più il bambino diventa grande, meno si ammala), essa interferisce notevolmente sulla condizione di benessere del bambino e sulla organizzazione della intera famiglia.

Come comportarsi

Ammalarsi rientra nel processo di crescita dei bambini: rispetto agli adulti, i bambini presentano un aumentato rischio di infezioni respiratorie ricorrenti in rapporto alla relativa immaturità del loro sistema immunitario.

Gli anticorpi che la mamma passa al proprio bambino durante la gravidanza e nei primi mesi di vita con l’allattamento al seno sono destinati ad esaurirsi. Il bambino cioè dovrà a poco a poco costruirsi le proprie difese.

Perciò, quando parliamo di infezioni respiratorie ricorrenti quindi quello che ci deve preoccupare è soprattutto la gravità dell’episodio più del numero di episodi. Ovvero, se un bambino ha malattie gravi, ad esempio bronchiti che sono diventate broncopolmoniti, questo può essere spia di un difetto del sistema immunitario.

Anche i raffreddori sempre complicati  da infezioni batteriche (presenza di muco verde o giallo) possono suggerire una complicanza batterica di una infezione virale.

Tutte queste condizioni devono essere prese in considerazione perché quando mancano alcune delle armi immunitarie, le malattie, anche se iniziate come lievi, non guariscono, si aggravano e possono andare incontro a complicazioni.

Si tratta per fortuna di poche situazioni e la loro gestione va affrontata con il pediatra. Saprà lui capire se le infezioni sono gravi e quindi degne di approfondimenti immunologici oppure no.

Un’altra cosa importante da considerare è se il bambino ha sempre bisogno dell’antibiotico per guarire; anche in questo caso è meglio approfondire con qualche esame.

Cosa favorisce i malanni di stagione

Diversi sono i fattori di rischio che fanno sì che alcuni bambini possano più facilmente presentare infezioni respiratorie rispetto ai coetanei.

Su alcuni di essi possiamo intervenire, riducendo così la probabilità che il bambino si ammali.

In primis vi è un precoce ingresso in comunità, ovvero il contatto con altri bambini per periodi prolungati in ambienti chiusi, quali ad esempio le stanze dell’asilo.  E se la socializzazione è sicuramente importante per i piccoli, bisogna considerare che la maggior parte di bambini con infezioni respiratorie ricorrenti frequenta l’asilo e nel più dei casi comincia a soffrirne entro il primo anno di ammissione in comunità.

Altri fattori, tra cui il basso peso alla nascita, il mancato allattamento materno o la presenza di allergie respiratorie, sono stati poi associati a un rischio maggiore.

Tra i fattori ambientali vi sono l’esposizione a fumo passivo, l’ inquinamento ambientale (incluso quello domestico, il basso livello socio-economico e la scarsa igiene.

In particolare, Il fumo passivo, come evidenziato da diversi studi presenti in letteratura, è  tra i più importanti fattori di rischio ambientale e può aumentare anche il rischio di sensibilizzazione agli allergeni inalanti e alimentari, nonché  sopprimere l‘induzione delle difese epiteliali antibatteriche nella risposta dell‘organismo contro i germi. Pertanto, evitare il fumo passivo può rappresentare un‘importante misura preventiva.

Nel più  dei casi gli agenti responsabili di tali infezioni sono i virus, tra cui

  • virus respiratorio sinciziale
  • rhinovirus
  • i virus influenzali e parainfluenzali

Più raramente vi sono dei batteri, tra cui lo Streptococco β-emolitico di gruppo A.

Per cui, in previsione della stagione invernale, è opportuno parlare con il proprio pediatra per avere qualche consiglio sulle vaccinazioni, tra cui il vaccino anti influenzale, che in Italia è offerto gratuitamente ai più piccoli e alle categorie a rischio di sviluppare delle forme gravi.

E se le porte di asili e scuole a breve si apriranno un po' in tutta Italia, siamo ancora in tempo per prepararci e preparare i nostri bambini alla ripresa della routine. Perché si sa, nonostante i consigli dei pediatri, tanti  bambini  in state vanno  a letto più tardi e tendono anche a svegliarsi la mattina oltre gli orari consueti.

Come prepararsi all'inizio di scuole e asili

In vista della ripresa della scuola è quindi importante riprendere gradualmente i vecchi ritmi, assicurando al bambino un sonno adeguato sia qualitativamente che quantitativamente.

Il riposo notturno e una corretta alimentazione sono infatti i pilastri del nostro benessere fisico e mentale. Senza un “buon sonno” è difficile studiare e concentrarsi a scuola, ma anche giocare in modo costruttivo con gli altri bambini.

Il sonno è anche un potente alleato contro i malanni di stagione: gli studi scientifici hanno dimostrato che una riduzione nella qualità e quantità del sonno inevitabilmente si associa ad un maggior rischio di contrarre le infezioni.

Così pure, senza una alimentazione adeguata e ricca in vitamine, specie senza una buona e ricca colazione sarà complicato sostenere una intera giornata in classe. Troppo spesso i bambini vanno a scuola o all’asilo senza aver mangiato per mancanza di tempo. Al contrario è molto importante trovare un tempo per fare colazione e affrontare con energia la giornata.

Approfittiamo degli ultimi giorni di vacanza anche per un controllo dal pediatra, per verificare lo stato di salute e la crescita, nonché fare scorta di qualche buon consiglio personalizzato per evitare i malanni di stagione.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Elena Bozzola
Pediatra
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 2001, poi Specializzata in Pediatria Generale e Specialistica presso l’Università degli Studi di Pavia. Ho lavorato presso UO Neonatologia S Giuseppe a Milano, poi UO Pediatria Ospedale Universitario S Paolo a Milano. Dal 2009 lavoro quale dirigente medico in pediatria presso Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, occupandomi prevalentemente di pediatria generale e malattie infettive.  Ho effettuato una fellowship presso Ospedale Nicklaus, Miami, USA nel 2018. Sono stata eletta Segretario e Consigliere  Nazionale della Società Italiana di Pediatria nel 2016, ruolo che tuttora ricopro.  Inoltre, sono Vicedirettore di “Pediatria Magazine”, rivista ufficiale della Società Italiana di Pediatria,  e Coordinatore della Commissione Comunicazione Scientifica della Società Italiana di Pediatria.
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