video suggerito
video suggerito
16 Gennaio 2024
9:00

Motricità fine: cos’è, perché è importante e come stimolarla

Con motricità fine si intendono tutti quei movimenti ad alto controllo nell'esecuzione, tipici di mani, piedi o bocca. Allenarla è molto importante per permettere ai bambini di eseguire movimenti di precisione essenziali. Si stimola fin dai 3 mesi di età, facendo sperimentare ai bimbi azioni quotidiane o facendoli entrare in contatto con diversi materiali.

12 condivisioni
Motricità fine: cos’è, perché è importante e come stimolarla
Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva
bimbo si allaccia un bottone

La motricità fine è l'insieme di tutti quei movimenti che hanno un altissimo controllo nella loro realizzazione, come per esempio quelli che solo l'essere umano è in grado di fare con le proprie mani. Movimenti di precisione essenziali ai bambini fin da piccoli, per mangiare, sperimentare, toccare, allacciarsi scarpe o bottoni.

L'importanza di questi movimenti è riconosciuta da tempo immemore già da filosofi artisti e pedagogisti: “mano strumento degli strumenti” diceva Aristotele, “a quello arriva la man che ubbidisce all’intelletto” ricordava Michelangelo Buonarroti e “mano organo dell’intelligenza” affermava Maria Montessori.

Che cos'è la motricità fine?

Si parla di motricità fine riferendosi a quei movimenti con un alto livello di controllo nell’esecuzione, fini appunto, tipici di mani, piedi, bocca e viso: questi sono resi possibili dall’elevato numero di ossa, muscoli e terminazioni nervose che li compongono.

Solitamente ci si riferisce soprattutto ai movimenti fini delle mani, una gamma di possibilità estremamente varia grazie alla capacità – unica dell’essere umano – di utilizzare indipendentemente le dita (dissociazione delle dita) ed alla coordinazione oculo-manuale. Pensiamo ai movimenti della vita quotidiana come indicare, sfogliare un libro, allacciare bottoni, scrivere: implicano tutti un utilizzo preciso e funzionale delle dita, impiegate in modo coordinato con controllo del tono.

La motricità fine si differenzia dalla grosso-motricità, che riguarda movimenti più grossi appunto, quali il controllo della postura ed i movimenti del corpo nello spazio (mantenere l’equilibrio, camminare, saltare, arrampicarsi…).

Ovviamente la distinzione delle due tipologie di motricità è solo parziale. Pensiamo a calciare una palla: il movimento è apparentemente grosso-motorio, tuttavia aggiustamenti di caviglia e piede sono necessari all’esecuzione di un gesto migliore. Pensiamo invece alla scrittura: il movimento in apparenza unicamente fine, richiede in realtà una corretta postura di tronco e una buona integrazione degli arti superiori per l’esecuzione di un gesto armonico.

Perché la motricità fine è importante?

La motricità fine è molto importante poiché innanzitutto è prerogativa dell’uomo, l’unico animale in natura a poter utilizzare la mano in modo tanto fine e preciso. In secondo luogo permette già ai bambini piccoli di fare movimenti necessari e meticolosi.

motricità fine

Il noto pollice opponibile è prerogativa di una ristretta cerchia di alcuni primati e marsupiali, nessuno di essi tuttavia è in grado di dissociare i movimenti di ogni singolo dito, dosarne in modo estremamente preciso la forza, integrarne i movimenti con il controllo visuo-spaziale e sfruttarli per compiere attività sociali ed evolutive.

Pensiamo – e magari proviamo a muovere le mani provando ad imitare le azioni seguenti –  al bimbo piccolo che indica con l’indice ciò che vuole mostrare, o che inizia a prendere piccoli pezzi di cibo con l’opposizione di pollice e indice. Ma pensiamo anche poi alla mano che prende, lancia, allaccia, avvita, impugna, disegna, sfoglia, scrive, imita, costruisce…Quanti movimenti hanno fatto le nostre dita?!? Movimenti che hanno funzione di sopravvivenza, sociale, ludica, comunicativa…Un’infinita meraviglia!

Quando si sviluppa la motricità fine?

Lo sviluppo delle motricità fine segue nel bambino la maturazione di alcune tappe, che riportiamo di seguito. Ricordiamoci che ogni bimbo ha una sua evoluzione, pertanto i mesi non sono limiti estremamente rigidi, tuttavia se si nota un ritardo nella maturazione della fasi o atipie nei movimenti è bene consultare uno specialista.

  • Fino ai 3 mesi: la prensione avviene tramite riflessi
  • Dai 4 ai 9 mesi: la prensione diventa intenzionale, il bambino afferra dapprima gli oggetti posti sulla linea mediana e poi riesce a cercarli e afferrarli in modo sempre più controllato; la prensione è inizialmente cubito-palmare, si evolve poi in pluri-digitale. Il bambino sa rilasciare l’oggetto e tenere contemporaneamente un oggetto per mano.
  • 12 mesi circa: maturazione della presa a pinza superiore, ossia dell’opposizione del pollice all’estremità (falange distale) dell’indice. Il bambino sa inoltre indicare con precisione, tramite il pointing, ciò che desidera o ciò che vuole mostrare.
  • 15-18 mesi: il bambino riesce a controllare prensione e rilascio dell’oggetto, si diverte a lanciare gli oggetti. Tiene in mano il pennarello o la matita e si coordina in modo tale da lasciare una traccia sul foglio, usa il cucchiaino, mette fuori-dentro gli oggetti da un contenitore.
  • 2 anni: sa infilare, sfilare, avvitare, manipolare la plastilina, collabora nel vestirsi-svestirsi.
  • 3 anni: il bambino svolge in autonomia attività della vita quotidiana quali allacciare zip, indossare le scarpe, vestirsi e svestirsi, mangiare in completa autonomia. Può essere che utilizzi ancora entrambe le mani alternandole.
  • 4 anni: le coordinazioni occhio-mano diventano via via più fini, la prensione dello strumento grafico è sempre più funzionale e il bambino sa utilizzare le forbici.
  • 5 anni: la prensione della matita è matura, il bambino ha un emilato che usa prevalentemente ed in modo più accurato.

Come sviluppare e migliorare la motricità fine?

Innumerevoli possono essere le proposte o, meglio, dire occasioni, che i bambini hanno per sviluppare la motricità fine. Prima di fare qualche esempio, è necessario ricordare che – se non nel caso in cui il bambino è seguito da uno specialista per un potenziamento specifico dovuto alla rilevazione di una fragilità – va evitato di pensare alla proposta di attività che “esercitino” la motricità fine; pensiamo piuttosto all’offerta di possibilità di esplorazione e manipolazione di materiali e consistenze differenti, all’incentivo a “fare da solo” le attività della vita quotidiana a costo di qualche tovaglia macchiata o maglietta messa a rovescio o all’aiuto nelle attività di cucina quali tagliare, impastare, per esempio.

psicomotricità

Non è necessario acquistare giochi ultra specifici o materiali particolari! Inoltre, ricordiamoci, come descritto inizialmente, che la motricità fine non è indipendente dalla grosso-motricità: è importante che il bambino abbia l’occasione di muoversi nello spazio, sperimentando posture o coordinazioni globali così che lo sviluppo motorio possa essere armonico e integrato.

Ecco di seguito alcune proposte a titolo esemplificativo:

  • Oggetti di consistenze, forme e grandezze differenti da manipolare ed esplorare (anche lanciare, mettere dentro, impilare..): palle e palline, cubotti e cubetti, stoffe, rametti e sassolini, didò…
  • Cura di sé: usare saponetta, dentifricio e spazzolino, spugna per la doccia, spazzola, carta igienica..
  • Abbigliamento: mettere e togliere calze e scarpe, infilarsi e sfilarsi vestiti, allacciare zip e bottoni… (vestirsi o svestirsi, abbottonare, allacciare le scarpe, usare la cerniera, annodare…);
  • Alimentazione: bere (tenere prima il biberon poi il bicchiere “da grandi”), cibarsi usando le mani e poi il cucchiaino e poi ancora forchetta e coltello, aiutare ad apparecchiare e sparecchiare, impastare pizza e biscotti con l’adulto, tagliare frutta per la macedonia…
  • Giochi non strutturati: plastilina, tagliare e incollare, giocare a palla, mollette…
  • Giochi strutturati: pesca dei pesciolini, puzzle, incastri, shangai
  • Attività creative: suonare uno strumento, utilizzare strumenti di lavoro (traforo, viti, martelletti..), ago e filo…
  • Pregrafismo: disegno con colori a dita, sulla sabbia, in verticale, con gessetti ecc. fino alla riproduzione di lettere e numeri con la matita

Cosa fare se il bambino ha difficoltà nella motricità fine?

Qualora genitori o insegnanti notassero impaccio nella motricità fine, è bene si rivolgano ad un TNPEE per una valutazione approfondita e per l'eventuale percorso e\o consulenza.

In generale, è bene che il bambino abbia la possibilità di sperimentare ed "esercitarsi", ossia fare diverse attività che ingaggino l'utilizzo di mani e dita, senza che queste arrivino a creare frustrazione e che, viste le sue difficoltà, vengano proposte con particolare insistenza come vero e proprio "compito".

In età prescolare si possono sfruttare molteplici giochi e attività che coinvolgano l'utilizzo delle abilità fino-motorie in contesti ludici o di forte ingaggio (es. cucinare con la mamma). Questo si può continuare a fare, variando le proposte, anche in età scolare, seppure crescendo è bene avere qualche accortezza in più.

Le richieste scolastiche prevedono infatti un buono sviluppo della coordinazione oculo-manuale e dei movimenti fini delle dita: pensiamo a scrivere, tagliare, incollare, tracciare linee ecc. Ciò significa che se da una parte queste attività sono un ottimo esercizio per i bambini che hanno fragilità in quest'ambito, dall'altra la grande fatica richiesta e il confronto con i pari che svolgono i compiti con maggiore velocità\precisione\riuscita potrebbe essere frustrante. È indispensabile quindi il lavoro di rete tra specialista-casa-scuola per stabilire le attività possibili e utili, che portino ad apprendimento senza rischiare il carico eccessivo.

Sfondo autopromo
Famiglia significa NOI
api url views