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22 Febbraio 2023
15:00

Metodo Montessori: cos’è, come funziona e come costruire un mondo all’altezza dei bambini

I bambini devono essere liberi e autonomi, sono questi gli elementi alla base del metodo Montessori. Maria Montessori passò la sua vita a studiare e osservare i bambini, elaborando un metodo pedagogico rivoluzionario: per la prima volta il bimbo e le sue esigenze furono al centro. Le scuole montessoriane in Italia sono ancora poche, ma si moltiplicano all’estero. Il metodo educativo si può replicare a casa, costruendo ambienti a portata di bimbo.

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Metodo Montessori: cos’è, come funziona e come costruire un mondo all’altezza dei bambini
metodo montessori

Il metodo Montessori è un sistema educativo nato dagli studi scientifici, medici e pedagogici di Maria Montessori e si basa sull'idea che il bimbo abbia bisogno di un ambiente su misura per lui, così potrà imparare imitando gli adulti, che hanno il ruolo di supervisori.

La scuola montessoriana, facendo riferimento agli studi della sua fondatrice, è basata su metodi educativi che lasciano liberi e autonomi i bambini. Per questo in Italia prende piede con più difficoltà, il sistema scolastico italiano è fortemente incentrato sulla figura dell’adulto, visto come dispensatore del sapere.

Dopo gli studi Maria Montessori ebbe modo di lavorare nella clinica psichiatrica dell’Università, dove si occupò della riabilitazione di bambini con deficit motori e disturbi psichici. Osservandoli e studiando pensatori come Itard e Seguin comprese che le metodologie utilizzate in quel contesto avrebbero potuto migliorare il metodo educativo delle scuole tradizionali.

Dal 1907, anno in cui Maria Montessori fondò “La Casa dei bambini" a Roma, scuola per bambini dai 3 ai 6 anni, le scuole montessoriane si sono moltiplicate. Questo fenomeno ha coinvolto principalmente Nord Europa, Stati Uniti ed Inghilterra.

Secondo la visione di Maria Montessori, i bambini si confrontano tutti i giorni con un mondo non ancora su misura per loro. Le aule delle scuole montessoriane sono dotate di sedute, banchi, mobili e scaffali su misura di bambino.

L’insegnante supervisiona l’operato dei piccoli, che devono essere liberi di portare a termine i loro compiti quando lo desiderano e che imparano proprio nella loro libertà i confini che impone il rispetto di quella degli altri.

Cos’è il metodo Montessori

Il metodo Montessori è una disciplina pedagogica fondata su alcuni principi cardine, stilati nel testo “Il metodo”, scritto da Maria Montessori nei primi anni del Novecento.

I bambini non sono piccoli adulti

Secondo la pensatrice i bimbi non sono piccoli adulti,  fin dalla nascita hanno una missione a loro del tutto sconosciuta: quella di diventare grandi. Questo obiettivo è la ragione dei bisogni psichici e fisici che i piccoli hanno e che, spesso, neanche noi genitori sappiamo comprendere.

Quindi per facilitarci le cose, creiamo delle circostanze a portata di adulto e non di bambino, nelle quali il piccolo non può esprimersi liberamente. Per esempio lo imbocchiamo troppo a lungo, senza permettergli, con gradualità, di sperimentare da sé, sostituendolo nei suoi compiti evolutivi.

Metodo Montessori

I tre principi cardine per la crescita autonoma del nostro bimbo, secondo il metodo montessoriano sono i seguenti:

  • Un ambiente su misura di bambino: all’adulto spetta ricreare un ambiente ad hoc per il piccolo, che così può essere libero di agire. Per imparare a fare le cose in autonomia, deve disporre di oggetti che lo rendano attivo e non passivo. Per intenderci, se il piccolo non può scendere da solo dal letto, non riesce a riporre il suo quaderno sulla mensola apposita, dipenderà per forza dall’adulto e non imparerà. Esistono arredi su misura di bambino, ispirati al metodo Montessori, come il lettino, e l’arco montessoriano.
  • I bambini imparano per imitazione: per Maria Montessori i bambini imparano facendo e imitando, per questo è bene che le attività didattiche che gli sono proposte non prevedano per forza l’aiuto di un adulto. È meglio che sui libri di testo siano presenti diversi esempi, che il bimbo potrà imitare e poi mettere in pratica in autonomia. Per lo stesso motivo nelle scuole montessoriane le classi sono miste e non divise per età, perché i piccoli devono imparare dai più grandi.
  • L’adulto è un supervisore: noi adulti tendiamo a voler spiegare ai bambini “come si fa”, ma secondo Maria Montessori il piccolo può imparare da solo attraverso il fare. Il bimbo imparerà anche sbagliando, non serve intervenire per raccontargli il corretto utilizzo di un oggetto. I maestri formati per insegnare in classi o scuole montessoriane devono optare per lezioni brevi e concise, per lo più individuali. Serve comprendere come ogni bambino reagisce individualmente agli stimoli, non chi in un gruppo apprende prima o dopo.

Quando nasce il metodo Montessori

Maria Montessori nasce a Chiaravalle nel 1870, da una famiglia che le impartisce un’educazione molto rigida, pur lasciandola, dopo qualche litigio, libera di studiare ciò che desidera. Maria sceglie infatti la strada della medicina, ai tempi molto difficile per le donne. Si laurea brillantemente nel 1896, divenendo la terza donna laureata in medicina in Italia.

La sua passione per i bambini, che accresceva occupandosi volontariamente dei piccoli dei quartieri periferici di Roma, la porta ad iscriversi alla specializzazione in neuropsichiatria infantile. Si dedica poi all’attività lavorativa nella clinica psichiatrica dell’ospedale dell’università di Roma, dove sviluppa il suo interesse per la pedagogia.

Maria Montessori

Più studiava tecniche per inserire i bambini con deficit motori o psichici nella società, più si rendeva conto che le stesse metodologie potevano essere applicate per i bambini di tutte le scuole.

Sempre più affascinata da questo mondo decide di conseguire un’altra laurea, questa volta in filosofia. Nel 1904 supera l’esame che le fa ottenere la libera docenza, ossia l’abilitazione all’insegnamento. Fonda quindi il primo istituto montessoriano nel 1907, chiamato “La casa dei bambini”, proprio a Roma. Gli anni del fascismo sono molto duri per Maria Montessori, che viene attaccata per le sue amicizie altolocate e accusata di simpatizzare per il fascismo.

Nel 1924 tiene un corso a Milano e ottiene le lodi del regime che muta il suo operato in Opera Nazionale Montessori, con presidente Benito Mussolini.

Maria Montessori aveva un obiettivo: espandere il suo metodo e vedere moltiplicarsi le scuole che lo avrebbero utilizzato

La verità è che Maria Montessori aveva un unico obiettivo: espandere il suo metodo e vedere moltiplicarsi le scuole che lo avrebbero utilizzato. Per questo colse tutte le agevolazioni che Mussolini le garantì.

Maria lascia cadere le critiche e nel 1926 dà vita al primo corso di formazione per insegnanti a Milano, ben 180 docenti da tutto il mondo ne prendono parte. La fama di Maria Montessori si espande, tiene diversi congressi a Ginevra tra i quali uno sulla pace che le costa l’inimicizia del regime e la chiusura di tutte le scuole.

Maria Montessori si rifugia in Olanda con il figlio e inizia la sua divulgazione all’estero. Si sposta in India, dove viene internata causa lo scoppio della II Guerra Mondiale, una volta libera torna in Italia. Si sposta da amici nei Paesi Bassi, finché nel 1955 lo stato nascente del Ghana la chiama perché sia presente alla stesura del nuovo piano scolastico. La Montessori è costretta a rinunciare per preservare la sua salute e muore di lì a poco.

Il successo del metodo montessoriano si è diffuso in tutto il mondo, dopo la morte di Maria Montessori, specialmente negli Stati Uniti e in Inghilterra, dove i discendenti della famiglia reale frequentano scuole montessoriane da generazioni.

In Italia la diffusione è stata molto più lenta, uno studio condotto dall’Università la Sapienza di Roma, ha affermato che le scuole che hanno al loro interno classi montessoriane, registrate nel 2021 erano 103, 79 pubbliche, le restanti private. A queste vanno aggiunte le 10 scuole della Fondazione Montessori Italiana (FMI). Secondo lo studio, non rispondono all’appello tutte quelle scuole che hanno insegnanti con preparazione montessoriana e che quindi utilizzano i metodi di Maria Montessori nell’educazione dei piccoli.

Le finalità del metodo Montessori

Il metodo si basa sull’idea che i bambini imparino in autonomia. Perciò, per quanto difficile da comprendere per noi adulti, il piccolo va lasciato libero di apprendere e di sbagliare. La nostra funzione è quella di organizzare in maniera ottimale gli spazi per il piccolo e supervisionare il suo operato. Non serve intervenire per dire “come si fa”, perché perché il bambino impara con il fare.

Per Maria Montessori disciplina e libertà erano concetti diversi ma complementari

Erroneamente si pensa quindi che l’estrema libertà lasciata da questo metodo sia sinonimo di indisciplina. Per Maria Montessori disciplina e libertà erano concetti diversi ma complementari: i bambini imparano osservando ed imitando. Nel loro imparare attraverso il “fare” c’è una forte componente imitativa. Sta a noi adulti essere modelli di riferimento sano ed equilibrato, così da fornire comportamenti proattivi e socialmente accettati. La libertà nasce dall’opportunità del “fare da solo”, la disciplina nasce dall’immagazzinamento di comportamenti socialmente accettati e rinforzati.

Differenze tra la scuola montessoriana e la scuola tradizionale

Parlando di scuole montessoriane, la prima evidente differenza da quelle tradizionali è quella del ruolo dell’insegnante, che come ogni adulto deve supervisionare e aiutare il bambino a crescere, senza intervenire.

L’organizzazione della giornata del bambino, poi, non dipende poi da una divisione delle materie da svolgere durante orari prestabiliti. Il bimbo, in totale autonomia e nel rispetto costante degli altri e delle loro tempistiche, sceglie qual è il momento più adatto per fare ciò che desidera.

Le lezioni degli insegnanti sono individuali e caratterizzate da rapidità e concisione. Essendoci, poi, tra i punti cardine della pedagogia montessoriana, il fatto che i bimbi imparano facendo più che ascoltando lunghe spiegazioni, i libri di testo devono essere ricchi di esempi da imitare. Solo così il bambino non avrà per forza bisogno dell’aiuto dell’adulto.

Metodo Montessori

Tutto poi deve essere a portata di bambino, a partire dai banchi individuali che vengono sostituiti da tavoli ad altezza di bimbo, stuoie e luoghi dove i piccoli possono trovarsi in cerchio, per giocare o discutere.

Le classi sono in prevalenza miste, secondo l’idea per la quale sia necessaria una collaborazione tra grandi e piccoli per imparare. I materiali scolastici suggeriti da Maria Montessori, e quindi utilizzati nelle scuole montessoriane, sono definiti materiali di sviluppo. Non solo quaderni, penne e lavagne popolano una classe montessoriana, ma anche oggetti di colore, forma, peso e origine diversa. Questo perché qualsiasi cosa il bambino avrà in mano, servirà a sviluppare i suoi sensi al meglio.

Gli oggetti stimolano la curiosità e permettono al piccolo di imparare toccando con mano. Ogni senso va stimolato con l’utilizzo di oggetti che rappresentano anche realtà astratte, per esempio una torre rosa caratterizzata dalla sovrapposizione di diversi cubi, dal più grande al più piccolo, rappresenta la grandezza, il peso e l’altezza.

Per l’udito Maria Montessori raccomandava l’uso di cilindri di legno contenenti oggetti diversi, in modo che scossi, facessero rumori differenti.

Per comprendere il concetto di caldo o freddo, faceva riempire due borse per l’acqua calda di acqua a temperatura differente. Lo stesso per il tatto, secondo lei, i bambini imparano la differenza tra superfici ruvide e lisce toccandole.

L'ambiente preparato e amorevole

Un’altra funzione fondamentale degli adulti è quella di preparare per i piccoli spazi amorevoli e accoglienti. Il luogo in cui il bambino si rifugia, fa i compiti, dorme da solo, sperimentando per la prima volta l’autonomia, è la sua cameretta.

Cameretta Montessoriana

Innanzitutto deve essere ordinata, secondo Maria Montessori il caos oltre a generare frustrazione, fa perdere la voglia di giocare ai bambini. A partire dallo scatolone dei giochi, abolito a favore di spazi separati e ordinati, fino ad arrivare alla separazione degli angoli adibiti a ciascuna attività:

  • lettino montessoriano: deve essere basso, così che il piccolo possa salire e scendere autonomamente, anche imparare a rifarsi il letto. Spesso i letti montessoriani sono a capanna, dunque hanno una struttura in legno che li sovrasta e imita un tetto, per rendere più avventuroso l’approccio al riposo in solitudine.
  • specchio: è importantissimo, perché guardandosi allo specchio il bimbo impara a riconoscersi. Deve essere lungo, arrivare fino a terra e attaccato alla parete.
  • armadio: come tutti gli altri arredi montessoriani deve essere all’altezza del bambino e leggero, così che il piccolo possa riporre autonomamente i suoi vestiti.
  • angolo gioco: può essere scelto anche come angolo lettura e non serve molto per individuarlo, basta mettere a terra un tappeto con dei cuscini. Il piccolo saprà che lì può giocare o leggere i libri, che prenderà dalla libreria.

I periodi sensitivi del metodo montessoriano

Un altro elemento cardine della teoria montessoriana sono i 4 periodi sensitivi. Secondo Maria Montessori, fin dalla nascita ed entro i 6 anni di vita, i bambini sono appunto più sensibili a certi stimoli e quindi ad acquisire alcune specifiche abilità.

Il bambino va lasciato libero di sviluppare la propria sensibilità

Questa fase secondo Maria Montessori è passeggera dunque è necessario che il bambino sia lasciato libero di sviluppare la propria sensibilità, se non lo si fa in tempo, questa possibilità è persa per sempre.

  • Ordine: in questa fase il bambino desidera prendere gli oggetti e metterli in un dato posto, sempre lo stesso. Farlo lo fa sentire gratificato. Se qualcuno mette in disordine tenderà a piangere e ad essere molto nervoso. Questo perché l’ordine lo aiuta nei processi mentali e nelle classificazioni, che sta imparando a fare. L’ordine è ottimo in generale per orientarsi e concentrarsi.
  • Movimento: spostarsi autonomamente da un posto all’altro è fondamentale per il bimbo, che solo così impara a conoscere il mondo. Maria Montessori era convinta che le facoltà psichiche e quelle motorie crescessero all’unisono, anche perchè il piccolo si muove assecondando la sua volontà, quello che gli dice appunto la sua mente. Lasciato libero di esprimersi col movimento il bimbo imparerà anche la coordinazione.
  • Amore per l’ambiente: il piccolo è molto attratto dall’ambiente che lo circonda, vuole esplorarlo, toccare ogni cosa e imparare. Per questo è fondamentale creare un ambiente ad hoc per lui, ordinato, su misura e armonioso.
  • Linguaggio: secondo Maria Montessori l’acquisizione del linguaggio, per i bambini, inizia già nella fase prenatale, durante la quale iniziano a distinguere la voce della mamma. La lingua, poi, si impara in maniera del tutto spontanea, fino ai 2 anni con picchi esplosivi. Tra i 2 e i 6 anni, con la capacità di organizzare il linguaggio in strutture. Fin dalla nascita i piccoli sono attratti dalla voce umana che li circonda, imparano poi a modulare la voce, a dire consonanti e vocali, c’è la fase dei no e dei perché, e infine quella in cui imparano a parlare di loro in prima persona.

Per sviluppare il linguaggio, in particolare, Maria Montessori propone tre diverse attività da far fare ai bambini. Le carte delle nomenclature, sono cartoncini sui quali ci sono diverse immagini, si possono dividere per categorie, per esempio: gli animali, la frutta, la verdura. Il piccolo stimola il suo linguaggio osservando le carte e collegandole al nome dell’oggetto che rappresentano. Possono essere utilizzate anche durante la crescita cercando delle categorie più complesse.

Ci sono poi i libri, nello specifico i silent book e i quiet book. I silent book sono libri dotati di grandi immagini, senza il racconto di una storia scritta, siamo noi genitori a doverla inventare per raccontarla ai nostri bambini. I quiet book, invece, servono, oltre a sviluppare il linguaggio, anche a stimolare manualità e sviluppo sensoriale del piccolo, poiché sono composti con velcro, cerniere, stoffa, nastri e bottoni.

Il metodo Montessori a casa

Ovviamente il metodo Montessori può essere replicato a casa, così da garantire al bambino un'educazione in linea con quello che impara a scuola.

Mettiamoci in ginocchio, solo così ci renderemo conto se il piccolo ha tutto ciò che gli serve a portata di mano e all’altezza del suo sguardo

Per farlo basta applicare gli accorgimenti di cui abbiamo parlato prima, proviamo sempre a inginocchiarci all’altezza del piccolo per guardare il mondo dalla sua prospettiva. Solo così ci renderemo conto se ha tutto ciò che gli serve a portata di mano e all’altezza del suo sguardo.

Casa montessoriana

È importante che abbia un piccolo tavolo, di solito di altezza compresa tra i 40 e i 45 cm o nella sua cameretta o in sala, con una seggiolina alta 20/25 cm, alla sua portata.

In bagno, poi, sarebbe bene avere un piccolo lavabo con uno specchio basso, apposta per il bambino che impara così autonomamente a lavarsi le mani e, in generale, l’importanza dell’igiene personale.

Infine, se non si hanno degli spazi su misura di bambino possiamo portare il piccolo alla nostra altezza, con la torre montessoriana, una piccola scaletta di legno che aiuta il bimbo ad arrivare all’altezza delle superfici da lavoro che utilizziamo noi.

Perché, come abbiamo già detto, il bambino impara facendo, sia a lavarsi le mani che a mettere il bavaglino o annaffiare le piante. Basta cambiare approccio, fargli capire che quello che facciamo noi per lui è in grado di farlo da solo, e senza accorgercene staremo già applicando il metodo montessoriano.

Quale metodo educativo scegliere per il  bambino

Metodo Montessori, happy child, filosofia finlandese, scuola tradizionale. Si rinnovano di continuo i metodi educativi e si moltiplicano, rendendoci difficile la scelta.

Soprattutto si scontrano fortemente con l'idea di scuola che ha formato noi genitori basata sui voti, i rimproveri degli insegnanti, e poi dei nostri genitori a casa, la competizione con i compagni, l'andare al primo banco se non si stava attenti.

Come se non bastasse, di pari passo cambiano anche i modelli educativi da utilizzare tra le mura domestiche, centinaia di genitori online (spesso senza alcuna vera qualifica o formazione specifica) cercano di spiegarci i loro metodi educativi e i benefici che ne traggono i bambini.

La verità è che non c'è una scelta giusta o una sbagliata, basta puntare sulla coerenza

La verità è che non c'è una scelta giusta o una sbagliata. Fondamentale rimane essere coerenti per non stravolgere la quotidianità del piccolo. Cerchiamo, per quanto possibile, di iscriverlo in una scuola che sentiamo possa mettere in pratica gli insegnamenti che noi diamo al bimbo a casa. E poi ascoltiamolo e osserviamolo, il nostro sguardo amorevole rimane il metro di giudizio sulla sua educazione e il suo benessere più potente che abbiamo.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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