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7 Agosto 2023
15:30

Negli USA approvata la prima pillola per curare la depressione post-partum

Si chiama zuranolone ed è il primo farmaco in pillole ad azione rapida studiato per alleviare i sintomi della depressione post-partum, che colpisce fino al 15% delle neomamme. Il medicinale è stato autorizzato negli Stati Uniti da FDA, tuttavia per arrivare in Italia serve l'approvazione dell’Aifa.

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Negli USA approvata la prima pillola per curare la depressione post-partum
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Un farmaco ad azione rapida contro la depressione post-parto, che colpisce fino al 15% delle mamme dopo la nascita del figlio. La notizia arriva dall’altra parte dell’oceano, dagli Stati Uniti, dove l’Agenzia americana che regola l’immissione in commercio di alimenti e farmaci (Fda-Food and Drug Administration) ha approvato un medicinale ad azione rapida creato per curare la depressione post-partum, una condizione diffusa in grado di influire su umore, sentimenti, routine e, specialmente, sul benessere mentale di chi la sperimenta. Si tratta di una pillola, lo “zuranolone” (zurzuvae), il primo trattamento orale specifico nato in laboratorio per guarire le mamme che soffrono di depressione post-partum. Il suo arrivo sugli scaffali delle farmacie in Italia, tuttavia, non è immediato né scontato: il farmaco deve essere autorizzato dall’ente regolatorio europeo (European Medicines Agency, EMA) e da quello italiano (Agenzia Italiana del Farmaco, AIFA) prima di essere disponibile nel nostro Paese.

«La depressione postpartum è una condizione grave e potenzialmente pericolosa per la vita in cui le donne provano tristezza, senso di colpa, inutilità e persino, nei casi più gravi, pensieri di fare del male a se stesse o al loro bambino – ha dichiarato Tiffany R. Farchione, direttore della Divisione di psichiatria presso il Centro per la valutazione e la ricerca sui farmaci della FDA – . E poiché la depressione postpartum può interrompere il legame madre-bambino, può anche avere conseguenze sullo sviluppo fisico ed emotivo del bambino». Fino ad ora, il trattamento per la depressione post-partum era disponibile negli Stati Uniti solo tramite iniezione endovenosa somministrata da un operatore sanitario in alcune strutture. «Avere accesso a un farmaco per via orale – ha aggiunto il medico – sarà un'opzione vantaggiosa per molte di queste donne che affrontano sentimenti estremi e talvolta pericolosi per la vita».

La depressione post-partum rappresenta la più rilevante complicanza psichica relativa al puerperio

La peculiarità del farmaco approvato dall’Agenzia americana sulla base di studi sperimentali è la sua celerità di azione. Secondo i primi risultati, il medicinale, da assumere per 14 giorni in una dose di 50 mg al giorno, agisce nel giro di tre giorni. Ovviamente, il farmaco viene venduto solo dietro prescrizione medica e dopo una diagnosi di depressione post-partum.

La depressione dopo il parto, che per decenni è stata soprannominata “male oscuro”, alla stregua di un morbo mostruoso e innominabile, oggi non è (quasi) più un tabù. Anche perché riguarda da vicino fino al 15% delle neomamme e rappresenta la più rilevante complicanza psichica relativa al puerperio, come riporta l’Istituto Superiore di Sanità. Si manifesta attraverso perdita di interesse, scarsa concentrazione, difficoltà nel prendersi cura di sé o del piccolo, isolamento, assenza di progettazione nel futuro, senso di inadeguatezza, senso di colpa, crisi di pianto, disperazione, ansia, insonnia, sintomi che generalmente sono più acuti al risveglio. Un fenomeno che richiede un trattamento medico, psicologico e psicoterapeutico, tra cui da oggi negli Usa è incluso lo zuranolone, la prima pillola specificatamente progettata per regolare lo stress e l’umore della donna dopo il parto.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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