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17 Ottobre 2023
17:30

Quali sono gli esami da fare nel secondo e terzo trimestre di gravidanza?

Sono diversi gli esami da fare durante il secondo e il terzo trimestre, alcuni obbligatori, altri facoltativi o consigliati. Alcuni sono gratuiti e garantiti dal Sistema Sanitario Nazionale. Solo con la prevenzione e il monitoraggio si potrà essere sicuri del benessere di mamma e bambino e fare in modo che la gravidanza prosegua serenamente.

A cura di Sophia Crotti
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Quali sono gli esami da fare nel secondo e terzo trimestre di gravidanza?
visite mediche in gravidanza

Nel corso della gravidanza sono diversi gli esami ai quali la futura mamma si deve sottoporre per monitorare il suo stato di salute e quello del suo bambino.

Durante il secondo e il terzo trimestre, il periodo cioè che va dalla 14esima alla 40esima settimana di gravidanza, il corpo della mamma muta, il pancione cresce e lei prende qualche chilo. Anche il feto cresce e si sposta a poco a poco per prepararsi al parto. Sottoporsi ai controlli medici consigliati, in questo periodo è fondamentale per tenere sotto controllo questi cambiamenti e assicurarsi che la gravidanza stia proseguendo per il meglio.

Tra gli esami da fare in questo periodo ce ne sono alcuni obbligatori, come la seconda ecografia morfologica, consigliati, in caso di presenza di alcuni fattori di rischio, come la curva glicemica o l’esame per la toxoplasmosi e facoltativi, come la misurazione della pressione e del peso della futura mamma.

Il Sistema Sanitario Nazionale italiano offre alle donne in gravidanza la possibilità di sottoporsi gratuitamente ai seguenti esami durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza: esame delle urine, ecografie ostetriche, emocromo, cardiotocografia, i test di screening per l’epatite B e C.

Gli esami da fare nel secondo trimestre di gravidanza

Durante il secondo trimestre di gravidanza, diversi sono gli esami che si possono ripetere per monitorare lo stato di salute di mamma e bambino. Per esempio il controllo della pressione arteriosa e il calcolo dell’aumento di peso della mamma, che possono essere misurati ad ogni visita ostetrica. Oppure gli esami del sangue e il test delle urine possono essere fatti più volte alla futura mamma.

Gli esami specifici del secondo trimestre, invece sono:

  • Ecografia morfologica: è un esame ecografico non invasivo che indaga l’anatomia del feto, la sua crescita e l’eventuale presenza di malformazioni. Durante l'esame si paragonano le dimensioni del bimbo ad alcune curve di riferimento per valutarne l’effettivo sviluppo. Il test ha però dei limiti, dettati sia dall’ecografia in sé, che è in grado di evidenziare solo alcune anomalie, sia dalla possibile presenza di fibromi uterini, cicatrici, una condizione di obesità o da possibili movimenti del feto.
  • Test di Coombs indiretto: è un esame del sangue specifico che indaga il fattore Rh nel sangue materno. L’esame vuole stabilire la compatibilità tra il fattore Rh materno e quello del bambino. Infatti, se i due fattori non sono entrambi positivi o entrambi negativi, il sangue della mamma, a contatto con quello del bambino potrebbe iniziare a produrre anticorpi anti-Rh. Questo potrebbe causare al feto l’anemia emolitica o addirittura la sua morte.  Se l’esame desse esito positivo la mamma viene sottoposta a un trattamento di immunoprofilassi anti-D, per prevenire la produzione di anticorpi ostili. La profilassi si ripete più volte e il piccolo e la mamma devono essere monitorati costantemente.
  • Test di translucenza nucale: questo è un esame di screening neonatale non invasivo, che si effettua tramite una semplice ecografia. L'esame si esegue con l'utilizzo di una sonda posizionata sull'addome o per via transvaginale. Lo scopo del test è evidenziare la possibilità che il feto soffra di alcune anomalie cromosomiche. Tutto si basa sulla valutazione dell'ampiezza di una striscia nera che appare dietro la nuca del bambino. Se è troppo spessa il piccolo potrebbe essere affetto da sindrome di Down, sindrome di Edwards, sindrome di Patau. La translucenza nucale indaga anche possibili malformazioni cardiache, genetiche, idrope fetale, anomalie scheletriche. Se i risultati dimostrano che la translucenza nucale supera i 3.5 mm il test è ad alto rischio e la mamma si deve sottoporre a esami più invasivi.
  • Test del DNA fetale: è un test di diagnosi prenatale non invasivo e nemmeno rischioso. Tramite un prelievo di sangue fatto alla futura mamma si potrà analizzare il DNA del feto per indagarne eventuali anomalie cromosmiche, alcune trisomie o malattie legate al cromosoma sessuale X. L'esame viene suggerito alle gestanti che hanno più di 35 anni, a chi ha avuto precedenti aborti o situazioni di gravidanze a rischio, o la presenza nella propria storia familiare di malattie genetiche.
  • Bi-test e Tri-test: questi test generalmente si svolgono all'inizio del secondo trimestre e sono volti a individuare alterazioni cromosomiche del feto. Entrambi gli esami consistono in semplici prelievi del sangue.
  • Esame delle urine: l'esame può essere più o meno approfondito a seconda che la futura mamma abbia delle infezioni in corso.
  • Esame della curva glicemica in gravidanza: questo esame viene fatto alla futura mamma solo se presenta alcuni fattori di rischio, legati all'età, alla storia familiare con casi di diabete, se ha già sofferto di diabete gestazionale. L'esame consiste nel bere una sostanza zuccherina a stomaco vuoto e sottoporsi a due esami del sangue a distanza di qualche ora. Livelli elevati di glucosio nel sangue durante la gravidanza potrebbero aumentare il rischio di nascita pre termine, che il piccolo abbia problemi respiratori, pesi troppo o presenti ipoglicemia dopo la nascita.

Gli esami da fare nel terzo trimestre di gravidanza

Anche durante il terzo trimestre oltre ad esserci degli esami specifici che la futura mamma dovrà fare durante le settimane che vanno dalla 28esima alla 40esima settimana, ci saranno anche esami ai quali la mamma dovrà sottoporsi settimanalmente o ogni volta che si reca dal medico curante, come la misurazione del peso e della pressione.

pressione in gravidanza

A seconda delle sue necessità e dello stato di salute, la futura mamma potrà ripetere anche esami del sangue e delle urine.

  • Ecografia del benessere fetale: l'ecografia del terzo trimestre rientra tra gli esami obbligatori in gravidanza. L'esame consiste in una ecografia con flussimetria doppler. La sua funzione primaria è quella di valutare l'accrescimento del feto, considerando 4 valori: il diametro biparietale (BPD), la circonferenza cranica (CC), la circonferenza addominale (CA) e la lunghezza di un femore. L'ecografia indaga inoltre la posizione del piccolo, il funzionamento della placenta, l'inserzione placentare, ed eventuali malformazioni. Grazie alla valutazione della quantità di liquido amniotico si capirà anche se la gestazione è destinata a durare oltre il termine.
  • Cardiotocogramma: grazie alla cardiotocografia si possono monitorare la frequenza cardiaca fetale e le contrazioni uterine. L'esame si svolge posizionando sul ventre materno due sonde. Una grazie agli ultrasuoni rileva il battito cardiaco, l'altra, posizionata più in basso, rileva meccanicamente le contrazioni uterine. L'esame generalmente si esegue alla 38esima settimana di gravidanza, prima solo se la futura mamma è affetta per esempio da diabete gestazionale. L'esame è molto importante perché dà utili informazioni riguardo il battito del cuore del piccolo, e l'entità delle accelerazioni o delle decelerazioni del ritmo.
  • Tampone vaginale e rettale: questo esame, che si esegue verso la fine della gestazione, è fondamentale per individuare l'eventuale presenza di streptococco B. Infatti nonostante la flora batterica della vagina sia generalmente abituata a combattere contro possibili infezioni vaginali, durante la gravidanza ormoni e stress possono alterare la sua normale funzionalità. Se la mamma dovesse essere affetta da una infezione, viene sottoposta a un ciclo antibiotico per evitare che il piccolo la contragga nella sua discesa attraverso il canale vaginale. L'esame si esegue come un qualsiasi altro tampone vaginale, quindi con l'utilizzo di uno speculum per la divaricazione e di un lungo cotton fioc, che può essere quindi inserito in vagina o nel retto, poiché i due orifizi comunicano all'esterno e potrebbero contaminarsi. Ovviamente per evitare di alterare i risultati si devono evitare rapporti sessuali nelle 24-48 ore precedenti al test e l'utilizzo di creme, unguenti o ovuli vaginali.

Quali esami ripetere ogni mese in gravidanza

Alcuni esami si ripetono periodicamente come il test delle urine, esami del sangue specifici, misurazione del peso o della pressione. Ci sono esami poi che devono essere ripetuti ogni mese se l'esito è positivo, tra cui gli esami infettivologici per HIV, sifilide, toxoplasmosi, epatite B o C.

ecografia

Anche il test di Coombs in caso di esito positivo deve essere ripetuto ogni mese per tenere monitorato lo stato di salute del piccolo.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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