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1 Aprile 2023
14:00

Quali sono le politiche dedicate alla famiglia in Danimarca

La Danimarca è considerato uno degli Stati eccellenti per quanto riguarda le politiche a sostegno della famiglia. Il welfare va a tutelare i genitori e le loro necessità, ma soprattutto il benessere del bambino. Non è un caso che le famiglie danesi siano più felici e che molti stranieri, ormai residenti in loco, non tornerebbero mai nella propria nazione di origine.

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Quali sono le politiche dedicate alla famiglia in Danimarca
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L’OECD, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, non ha dubbi su dove collocare in classifica i paesi europei per gli investimenti statali a sostegno delle famiglie. Se, purtroppo, l’Italia si attesta sotto la media per sussidi e congedi parentali, lo stesso non si può dire per le zone nordeuropee. Qui il welfare va a braccetto con genitori e bambini.

Se per un rapporto del 2015 di Save the Children era la Norvegia il paese dove le mamme vivono meglio, da un report UNICEF del 2020 è alla Danimarca che va il primato per il benessere infantile. Lo sanno le tante famiglie danesi che possono usufruire di politiche dedicate alla famiglia, che rendono la vita di grandi e piccoli sostenibile e sostenuta da aiuti statali.

Lo studio in questione va ad analizzare la qualità di vita negli stati OCSE, con un focus sulle politiche pubbliche e sociali, che possono influenzare il benessere del bambino. In Danimarca i neogenitori sono più felici che altrove. Il merito è di sussidi statali, di congedi di maternità e paternità lunghi, asili nido e scuole materne fruibili e gratuiti.

Di fatto, le regioni del Nord Europa e la Danimarca sui gradini più alti del podio, sono tra i paesi del Vecchio Continente migliori dove mettere su famiglia. Ne sono convinti anche gli stranieri residenti.

Perché in Danimarca si vive meglio

Chi ha avuto la fortuna di visitare Copenhagen o un’altra città della Danimarca, avrà di sicuro notato ordine e rispetto delle regole. Di pari passo con una certa attenzione alle politiche ambientali e al benessere dei suoi cittadini. Sì, il costo della vita è elevato, ma lo sono anche gli stipendi e lo Stato aiuta a colmare molti squilibri.

In Danimarca, a differenza di molti altri Paesi europei, la maggior parte delle donne lavora e, proprio grazie al sostegno da parte dello Stato, non ci sono ostacoli per le mamme lavoratrici. Anzi, grazie agli orari di lavoro flessibili, che permettono di passare più tempo con la famiglia e alle strutture pubbliche che si occupano dei bimbi quando i genitori sono al lavoro, il menage risulta più facile.

Ah, tanto per la cronaca, in Danimarca il gender gap è inferiore rispetto a molti altri stati mondiali, segno che la parità di genere è un concetto molto sentito. In top 10, neanche a farlo apposta, ci sono principalmente stati Nord Europei, dove in effetti la qualità di vita è percepita come migliore.

Lo sono anche il sistema educativo e la rete di aiuti pubblici, che rendono Danimarca e company dei paesi modello, dove il sostegno da parte dello Stato non manca.

Famiglia danese

Danimarca: le politiche dedicate alla famiglia

In Danimarca la famiglia è messa sul piedistallo dallo Stato, in quanto è considerata il fondamento della felicità e del benessere del bambino

La lista di politiche dedicate alla famiglia in Danimarca, che è considerata una vera e propria best practice, non è lunga ma è ben articolata. In poche parole tende a colmare ogni possibile lacuna per venire incontro alle esigenze di genitori e figli. Nel dettaglio:

I congedi parentali

Il congedo di maternità ha una durata più estesa rispetto a quello di molti altri paesi europei. Se in Italia, ad esempio, l’astensione dal lavoro obbligatoria è di 5 mesi totali, in Danimarca è invece di 52 settimane, ossia un anno intero retribuito. La regola generale è che la madre ha diritto a quattro settimane di congedo subito prima del parto programmato e poi ad altre 14 settimane di congedo dopo il parto.

Il padre ha diritto a due settimane di congedo durante le prime quattordici settimane dopo la nascita del figlio. Poi seguono 32 settimane in cui la madre e il padre possono condividere liberamente il congedo tra di loro. Possono scegliere di essere in congedo parentale contemporaneamente o in periodi uno dopo l'altro.

Gli assegni parentali

L'assegno di maternità o assegno parentale in danese è chiamato "barselsdagpenge". Viene pagato per fornire un reddito durante la gravidanza, o in concomitanza con la nascita o l'adozione. L'autorità "Udbetaling Danmark" decide se il soggetto è idoneo.

Il requisito è che il richiedente sia sul mercato del lavoro danese da almeno 13 settimane e durante tale periodo abbia lavorato per almeno 120 ore. Il che significa che anche gli stranieri residenti in Danimarca e che lavorano in loco in maniera stabile da almeno 13 settimane, possono richiedere gli assegni parentali.

La rete di centri e servizi

In molti Stati europei, come in Italia, la maternità non è facilitata dall’assenza o quantomeno penuria di adeguate strutture pubbliche di aiuto. Ma la Danimarca non è tra queste, anzi. Nel Paese della Regina Margherita II, i servizi funzionano: dagli asili alle materne, come i centri di assistenza.

Di più, molti luoghi di lavoro hanno i propri asili aziendali, per consentire ai genitori di poter svolgere il proprio lavoro senza la preoccupazione di chi si occupa dei loro figli. Di fatto, il sistema danese di welfare investe molto nell’assistenza infantile e così facendo agevola nel contempo anche le coppie di genitori, specie per i figli sotto i 5 anni.

Il sistema educativo danese e il tasso di povertà infantile

I bambini danesi hanno accesso a uno dei migliori sistemi educativi del mondo. L'istruzione è obbligatoria fino all'età di 15 o 16 anni e oltre l'80% continua a frequentare la scuola dopo questa età. Con tassi di occupazione, alla fine del percorso di studi, molto elevati.

Insieme ai suoi vicini nordici, quali Finlandia, Svezia e Norvegia, la Danimarca ha uno dei tassi più bassi di povertà infantile con meno del cinque per cento dei bambini che vivono in famiglie povere.

Il principio danese del sostengo alle famiglie

In Danimarca la famiglia è messa sul piedistallo dallo Stato, in quanto è considerata il fondamento della felicità e del benessere del bambino. Le autorità forniscono le migliori condizioni per evitare abusi e abbandoni, con un sostegno economico e di servizi che mira ad aiutare i genitori.

Un risultato degli sviluppi sociali degli ultimi vent'anni è che la partecipazione attiva delle donne nel mercato del lavoro, in particolare le madri di bambini piccoli, ha ormai raggiunto quasi lo stesso livello degli uomini.

Il tasso di partecipazione delle donne in età lavorativa 16-66 anni è del 77,5% sul totale. Per il gruppo di età compresa tra 20 e 44 anni, che in genere rappresenta le famiglie con un figlio, il tasso di partecipazione complessivo sfiora quasi il 90%.

Il che significa che una donna non si sente costretta a scegliere tra carriera e famiglia, ma viene incentivata e sostenuta nei due percorsi grazie allo Stato.

Sì, la cosa suona come una bella favola, visto che in molti altri Paesi, Italia compresa, alla donna è spesso chiesto un aut aut. Non è un caso che la Danimarca sia un luogo privilegiato da molti per vivere e far prosperare la famiglia. Lo sanno i tanti stranieri che proprio mai tornerebbero indietro.

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