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2 Febbraio 2024
9:00

Sabrina Flapp, la maestra che con un paio di calzini spaiati è riuscita a spiegare la diversità ai bambini

Sabrina Flapp è la maestra che nel 2011 ha inventato la giornata dei calzini spaiati, per spiegare ai bambini della scuola di Terzo di Aquileia il valore della diversità. Da allora la festività si è diffusa ovunque e il primo venerdì del mese di febbraio si festeggia questa giornata andando a scuola o al lavoro con calzini di colori e forme diverse.

A cura di Sophia Crotti
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Sabrina Flapp, la maestra che con un paio di calzini spaiati è riuscita a spiegare la diversità ai bambini
Giornata dei calzini spaiati

Avete presente quando di mattina fate tutto di fretta, arrivate affannati in ufficio e vi rendete conto, allacciandovi le scarpe, che avete messo due calzini di colori diversi. Probabilmente a questo punto alzerete gli occhi al cielo scocciati, ma la maestra Sabrina Flapp in quei calzini spaiati ha visto un immenso potenziale: quello di poter spiegare ai bambini, in modo semplice, la bellezza della diversità.

Era il lontano 2011 quando nella scuola primaria del piccolo paesino di Terzo di Aquileia, in provincia di Udine, tra i corridoi è iniziata a circolare l'idea della maestra Sabrina, di proporre una giornata per celebrare la bellezza dell'unicità di ogni bambino, chiedendo a loro e a tutto il personale scolastico di recarsi a scuola con due calzini diversi. Quella giornata sarebbe stata il culmine di una serie di attività proposte quotidianamente ai piccoli per rinforzare in loro l'idea della bellezza delle loro qualità in grado di renderli diversi da tutti gli altri.

Da allora Sabrina ne parla con 4 amiche, compagne di clownterapia, molto più tecnologiche di lei, e in breve l'hashtag #calzinispaiati raggiunge centinaia di migliaia di persone, che postano divertite le loro fotografie o quelle dei loro bimbi con ai piedi un paio di calzini diversi. Così è nata la giornata dei calzini spaiati, volta a promuovere la bellezza dell'unicità di ogni singolo bambino, perché di avere i calzini ai piedi, in fondo ce ne accorgiamo proprio quando sono spaiati.

Quel piccolo Comune che nel 2011 non contava neanche 3000 abitanti si è così affezionato a questa iniziativa che ci dice la maestra Sabrina un po' sottovoce, come si dicono quelle cose tanto belle da temere che non si realizzino se dette a voce alta, forse sotto l'indicazione stradale che accoglie chi arriva a Terzo di Aquileia, verrà aggiunta la scritta "Paese dei calzini spaiati".

La giornata, ormai celebrata in tutto il mondo, è stata spesso associata all'autismo, alla disabilità, in realtà spiega Sabrina: «È una giornata per tutti, perché anche chi si sente solo possa non sentirsi così, ma percepirsi come unico e speciale»

Com'è nata l'idea di istituire la giornata dei calzini spaiati?

Per anni io ho lavorato nella scuola a tempo pieno, dedicandomi con costanza a tante attività. Quando la scuola diventa famiglia si cerca di arrivare ai bambini nei modi più diversi possibili, che stimolino la loro manualità, la vista e il tatto. Se a questo aggiungiamo che nella scuola dove lavoro io c'erano tantissime giornate pensate per i bimbi, come la festa della zucca, la giornata con i nonni, la giornata dei racconti, la giornata dell'ecologia, si può capire come l'idea di istituire una nuova giornata sia venuta un po' da sé.

Ho pensato che sarebbe stato carino provare a rendere, in maniera diversa che con le sole parole, il concetto che si è amici degli altri nonostante ognuno di noi sia diverso nell'aspetto e nel carattere. Così nel 2010, o forse nel 2011, fatico a ricordare perché se ci penso oggi mi sembra che quella giornata sia sempre esistita, è nata la giornata dei calzini spaiati.

calzini spaiati

Dopo 2 o 3 anni che il progetto rimaneva tra le mura della scuola, ho deciso di raccontare questa cosa a 4 mie amiche che facevano con me le volontarie dell’associazione di clown di corsia VIP FriulClaun Odv, e loro mi hanno detto che era un'idea troppo bella per rimanere solo tra noi, quindi hanno deciso di postarla sui social.

Il primo anno hanno aderito all'iniziativa alcuni amici, poi gli amici degli amici e poi la giornata è diventata di tutti. Devo ringraziare loro, Edy Lovisetto, Giulia Zoratto, Clara Zaghis, Silvia Blazina, senza le quali tutto questo sarebbe rimasto solo una piccola iniziativa, limitata a poche scuole.

Ci racconti come è stata la prima giornata dei calzini spaiati?

È così lontana che quasi fatico a ricordarla, ma ci tengo a dire una cosa, chi fa la maestra per passione approva e accetta di mettere in atto tutti i progetti che hanno una finalità buona, quindi fin da subito tutti i miei colleghi sono stati entusiasti di celebrare questa giornata.

Poi la scuola in cui lavoro si trovava in un paesino piccolo, uno di quelli che sembrano vivere proprio per la scuola. Tutte le cose che nascono a scuola diventano poi un modo per entrare nelle famiglie, per cui fin da subito a presentarsi con due calzini diversi, non erano solo i bambini, ma anche i nonni e i genitori, che li mostravano fieramente.

Questo amore per l'iniziativa da parte del paese è rimasto ancora oggi, il 3 febbraio noi porteremo il nostro libro "Una straordinaria giornata per i calzini spaiati", che ha per protagonisti dei calzini che hanno i nomi che ci facevamo dare dai bimbi quando facevamo clownterapia, nella scuola di Terzo d'Aquileia e c'è gran fermento. Mi emoziono anche solo all'idea che forse il comune abbia pensato di scrivere sotto all'indicazione di Terzo d'Aquileia "Il Paese dei calzini Spaiati".

Perché utilizzare proprio i calzini?

Ho preso ispirazione da Patch Adams, l'ideatore della clownterapia, che non solo va in giro sempre con un cappello a forma di gallina, che ho anche io, ma indossa proprio due calzini di colori differenti.

calzini spaiati

Mi ha ispirata anche Pippi Calzelunghe, un personaggio strano ma che io da bimba adoravo, perché tutte le sue azioni erano sempre a fin di bene, lei lottava contro i birbanti per aiutare i suoi amici.

Perché la giornata dei calzini spaiati si festeggia proprio il primo venerdì di febbraio?

Il mese è quello di febbraio perché la prima volta che abbiamo festeggiato la giornata era proprio febbraio. Abbiamo scelto però il primo venerdì del mese e non una data specifica per fare in modo che questo progetto possa essere proposto nelle scuole ogni anno. Quando si sceglie una data specifica la ricorrenza poi può cadere nel weekend e non coinvolgere dunque le scuole, alle quali noi vogliamo arrivare.

Cosa si celebra durante la giornata dei calzini spaiati?

La giornata è solo il punto finale, il culmine di un lavoro che inizia prima. Nei giorni precedenti racconto la storia del libro sui calzini spaiati, faccio leggere sul libro di lettura una poesia che parla di amicizia, proponiamo ai bambini le più disparate attività.

Lo scorso anno, per esempio, ho portato un bimbo alla volta in una stanzetta dove c'era uno specchio, mi sono seduta accanto a loro e ad ognuno ho raccontato il motivo per cui per noi maestre è speciale, lasciando poi che ciascuno avesse il suo momento per guardarsi nello specchio. Qualcuno è scoppiato a ridere, qualcuno a saltare per la gioia, qualcuno si è commosso e qualcuno ci ha abbracciate.

calzini spaiati

Quindi direi che si celebra la bellezza di far sentire i bambini importanti, senza guardare solo agli aspetti negativi, perché sebbene ognuno di noi abbia dei difetti è bene coltivare le proprie qualità, lavorando insieme e facendo squadra.

Le vostre attività lavorative hanno influito sulla decisione di realizzare questa giornata?

Sai in realtà io sono una maestra ma le altre ragazze sono una medico anestesista, una architetto, una è libera professionista, una è graphic designer, quindi penso dipenda proprio dalla personalità che ognuno di noi ha. Tutti possono inventare qualcosa che può aiutare gli altri, siamo tutti i pezzetti di un grande puzzle e ognuno di noi può fare qualcosa. Ma di una cosa sono certa, per noi ha influito molto il volontariato, la capacità di fare del bene agli altri.

Quali attività possono mettere in atto le scuole in occasione della giornata dei calzini spaiati?

Si possono creare i calzini con il pongo, o costruire il calzino puzzle, si disegnano cioè dei calzini giganti su cartoncino bristol e ad ogni bambino viene dato un pezzetto da colorare, quello che poi nasce, grazie alle idee e ai colori di ognuno, è un disegno bellissimo, perché è l'insieme che crea una cosa migliore.

calzini spaiati

Poi si possono creare delle storie, per esempio mi sono inventata un racconto, ho detto ai bimbi che sotto la lavatrice c'è un buco dal quale escono i calzini spaiati, ognuno va nel mondo per a fare un'azione a fin di bene, uno diventa un nido per gli uccellini, uno va a incontrare i bambini in ospedale e ogni bambino inventa una storia per il suo calzino che va a compiere una bel gesto per qualcuno.

Questa giornata, nasce in una scuola primaria ma è solo per le scuole?

No, anzi, noi abbiamo una pagina su Facebook, alla quale ci arrivano tantissime fotografie di giocatori di rugby o di pallavolo che si fanno immortalare con i calzini spaiati il primo venerdì di febbraio, adulti in ufficio, dal reparto di neonatologia di Udine ogni anno ci arrivano fotografie dei piedini dei bambini nati in quel giorno con i calzini spaiati.

calzini spaiati

Ci sono future mamme che appoggiano calzine o scarpette spaiate dei loro prossimi bambini sul pancione. A scuola le cuoche vengono con i calzini spaiati, ci sono persone di tutte le età e questo è magnifico, anche chi è solo in quella giornata si sente meno solo.

Come si può spiegare la diversità ai bambini?

Probabilmente partendo dalle qualità, ognuno dice le sue specialità, ci sono bambini bravissimi a disegnare, altri bravissimi nello sport, altri ancora bravi in matematica. È importante dire ai bimbi che siamo diversi perché c'è una specialità che ci riguarda sempre.

Perché diventano così virali i contenuti in cui adulti professionisti come maestri o pediatri, scrivono ai bambini delle valutazioni o delle ricette in cui cercano di usare un linguaggio gentile e che li valorizzi?

Io ho lavorato per tanti anni in una scuola e il nostro metodo di lavoro è sempre stato trovare il bello nei bambini. Quando insegnavo inglese scrivevo sotto ai compiti dei bambini o con la penna azzurra o con quella arancione "ma che bello", "questo lavoro è uno spettacolo", ovviamente poi va messa una valutazione a registro, però non bisogna dimenticare che il quaderno non è solo quello di uno studente ma è quello di un bambino, dobbiamo ricordarlo sempre. Io penso sia un bel modo per far amare la scuola ai bambini.

Da sinistra a destra Sabrina Flapp, Silvia Blazina, Clara Zaghis, Edy Lovisetto, Giulia Zoratto
Da sinistra a destra Sabrina Flapp, Silvia Blazina, Clara Zaghis, Edy Lovisetto, Giulia Zoratto

Quando vedo i bambini arrivare a scuola prestissimo, ma comunque correndo, la scuola ha vinto. Quando ci salutano sorridendo abbiamo vinto, ma non come insegnanti, come scuola, abbiamo fatto in modo che il bimbo amasse la scuola.

Spesso la giornata dei calzini spaiati viene associata alla giornata per l'autismo, come mai?

Io penso che il nostro motto "Tutti diversi, tutti speciali" abbia indotto la stampa, soprattutto all'inizio, a collegarci a tante cose, anche alla sindrome di Down a dire il vero, e a tante altre realtà cariche di significato. E va benissimo, sono convinta che il progetto si adatti a tutti, tutti ci sono amici se usano i calzini spaiati per portare avanti un messaggio positivo.

L'importante è che non si associ un'unica ricorrenza ai calzini spaiati, escludendo le altre, questa giornata deve rimanere un modo per celebrare la bellezza della diversità, in ogni sua forma. Quel giorno deve passare il messaggio che un bambino è un bambino, bello nella sua unicità, senza nessuna altra etichetta.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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