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11 Dicembre 2023
15:00

«Se esci con i capelli bagnati prendi freddo»: perché non dirlo ai bambini

Non sempre c'è una stretta correlazione tra prendere freddo e ammalarsi in inverno. Talvolta, anzi il freddo aiuta i piccoli a sconfiggere o a non contrarre i malanni stagionali.

A cura di Sophia Crotti
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«Se esci con i capelli bagnati prendi freddo»: perché non dirlo ai bambini
asciugare i capelli

Esiste una stretta correlazione tra capelli bagnati in inverno e influenza? E tra freddo e raffreddore? A questa domanda cercano di rispondere diversi scienziati, medici e studi. La risposta è "non per forza", in inverno tendiamo ad ammalarci di più proprio perché spesso ci barrichiamo in ambienti riscaldati e molto secchi. Il freddo anzi, può fare la sua parte per migliorare alcune infezioni alle vie respiratorie.

«Se esci in inverno con i capelli bagnati, ti verrà un accidenti!». Quanti di noi si sono sentiti gridare questo mantra dalla finestra, e soprattutto quanti di noi in questi giorni invernali lo ripetono ai figli. I bimbi, frettolosi di uscire a giocare con gli amici e annoiati dal tempo trascorso a testa in giù sotto al getto di aria calda del phon, spesso non ne vogliono sapere di asciugare i lunghi capelli e al primo cenno di mal di gola eccoci pronti a dire "eh certo avrai preso freddo!".

Non ci si può certo prendere un raffreddore semplicemente uscendo al freddo

Nonostante già nella parola "raffreddore", vi sia già il termine freddo e tra i rimedi della nonna per guarire ci sia: rimanere al caldo sorseggiando un bel te o una pastina bollente, non c'è una così stretta correlazione tra influenza stagionale e il freddo.

Il presidente del Comitato per le malattie infettive dell'American Academy of Pediatrics, Sean O'Leary in un'intervista rilasciata al Washington Post ha spiegato: «Non ci si può certo prendere un raffreddore semplicemente uscendo al freddo».

In realtà riguardo alla relazione tra freddo e malanni, gli esperti sembrano essere divisi, dando pareri discordanti. Il freddo infatti non ha alcun ruolo nel decretare che un bimbo prenderà o non prenderà un virus. Il piccolo potrebbe stare con i capelli bagnati al freddo, senza però entrare in contatto con virus o batteri di altri individui infetti. Tuttavia, le basse temperature, secondo uno studio del 2023 pubblicato su "The journal of Allergy e Clinical Immunology" , sembrerebbero compromettere l'attività delle vescicole extracellulari. Queste piccolissime particelle si trovano nel muco nasale e entrano in azione proprio quando un virus si avvicina a loro minacciando di attaccare il nostro organismo. I ricercatori si sono accorti però che a basse temperature, ossia a circa 4 gradi e mezzo, queste vescicole diminuiscono del 42%. Insomma il naso dovrebbe rimanere al caldo per garantire la massima protezione dai virus.

Dunque avevano ragione i nostri genitori? Non resta che barricarsi in casa al caldo dei termosifoni per scongiurare ogni malanno? In realtà no, come spiegava li dottor Stan Spinner, direttore medico della Texas Children's Pediatrics, intervistato dal New York Times: «È più probabile che saremo tutti più vicini in questo periodo dell'anno, anche a coloro che sono già malati o che stanno incubando un'infezione, per di più in un ambiente secco, a causa del riscaldamento domestico». Il riscaldamento rende secca l'aria degli ambienti al chiuso e di conseguenza i seni nasali meno umidi e incapaci di intervenire in caso di attacco da parte dei virus. La bassa umidità interna, tipica degli appartamenti o dei negozi o delle classi nel periodo invernale, spiega uno studio, permette ai virus di rimanere per molto tempo sospesi in aria, anche una volta trascorsi diversi minuti dallo starnuto di un bimbo infetto. E dunque aumentano le possibilità di ammalarsi.

Il freddo, inoltre, per quanto le nonne forse sostengano il contrario, può essere un alleato contro alcune infezioni alle vie aeree. Proprio qualche giorno fa è uscito uno studio su American Academy of Pediatrics riguardo all'esposizione all'aria fredda per bimbi che avessero contratto la croup (o laringotracheobronchite). Si tratta di un'infezione che colpisce i bimbi principalmente tra i 6 mesi e i 10 anni di età, coinvolge la trachea e le corde vocali, causando serie difficoltà respiratorie. 118 bimbi ammalati sono stati sottoposti per mezz'ora o un'ora al giorno al freddo invernale, semplicemente uscendo dalla struttura ospedaliera e ne hanno tratto notevoli benefici. Ed è proprio la convinzione che esporre i bambini al freddo migliori le loro risposte immunitarie a far sì che nei Paesi nordici i genitori li lascino a riposare nel loro passeggino in mezzo alla neve, per diverse ore.

Insomma, inutile spaventare i bambini dicendo loro che se sono tornati a casa dagli allenamenti con i capelli bagnati, di sicuro si ammaleranno, aspettiamo che sia il termometro a decretare il loro stato di salute, magari proprio quel colpo di freddo li sta proteggendo da moltissimi virus.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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