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4 Luglio 2023
18:00

Social freezing: cos’è la crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale e a cosa serve

Il social freezing è un trattamento che permette di rimandare la maternità attraverso il congelamento preventivo degli ovociti. È una strategia utilizzata per preservare la fertilità femminile e aumentare le possibilità di rimanere incinta in età avanzata, anche se non esistono garanzie sul successo della gravidanza con gli ovociti crioconservati.

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Social freezing: cos’è la crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale e a cosa serve
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Il social freezing (o crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale) è un trattamento che consiste nel congelare gli ovuli di una donna per utilizzarli più avanti. L’obiettivo è preservare la fertilità femminile e aumentare le possibilità di una gravidanza futura. Si rivolge alle donne che per motivi personali o professionali vogliono rimandare la maternità, donne che devono sottoporsi a terapie che compromettono la fertilità e donne con familiarità per menopausa precoce.

Che cos’è il social freezing?

Si tratta di raccogliere e congelare gli ovuli di una donna, per poi scongelarli in un secondo momento, quando la paziente si sentirà pronta per una gravidanza. La tecnica sfrutta l’azoto liquido che consente di conservare nel tempo gli ovociti, mantenendone inalterate le condizioni. Una volta scongelati, gli ovuli precedentemente prelevati verranno utilizzati per una delle procedure di procreazione medicalmente assistita.

Le probabilità di concepimento di una donna, infatti, non rimangono inalterate nel tempo e diminuiscono con l’invecchiamento perché la qualità e il numero degli ovuli calano. Il social freezing è un tentativo utile proprio per preservare la fertilità nonostante l’avanzare dell’età, congelando gli ovuli quando la donna è giovane e sana e quando le uova sono della massima qualità.

Chi può ricorrere al social freezing?

Il trattamento di crioconservazione degli ovociti è rivolto a donne con esigenze diverse, tuttavia ha delle limitazioni legate all’età anagrafica e alla riserva ovarica della singola donna al momento dell’estrazione. La possibilità di accedere al social freezing e rimanere incinta in futuro grazie agli ovociti crioconservati dipende, infatti, dagli anni della paziente e dal numero e dalla qualità dei suoi ovociti. Se si è già in menopausa precoce, per esempio, non ha senso sottoporsi al social freezing, perché la riserva ovarica è ormai ridotta. L’età consigliata per congelare gli ovociti è prima dei 35 anni. Malattie come il diabete e l’ipertensione non impediscono di ricorrere al trattamento di congelamento degli ovuli, anche se richiedono un attento monitoraggio.

L’età consigliata per congelare gli ovociti è prima dei 35 anni

Coloro che si sottopongono alla pratica di social freezing vogliono rimandare la maternità a un’età più avanzata, quando la probabilità di rimanere incinte naturalmente saranno più basse rispetto a quel momento. Ma questa non è l’unica motivazione che spinge una donna a congelare i propri ovuli: la crioconservazione preventiva degli ovociti viene scelta, per esempio, anche da coloro che devono iniziare delle cure mediche dannose per la fertilità, come la chemioterapia o la radioterapia in caso di cancro, o che soffrono di malattie o condizioni che rischiano di influire sulla fertilità, come le malattie autoimmuni. È praticata in caso di casi di menopausa precoce in famiglia.

Come funziona il social freezing?

Il trattamento di crioconservazione degli ovociti a scopo precauzionale si snoda in più fasi. Vediamo nel dettaglio i passaggi del social freezing:

  1. Colloquio in un centro specializzato con uno specialista in fertilità, che prescriverà alla paziente una trafila di esami e analisi e ne valuterà l’idoneità al trattamento
  2. Valutazione della riserva ovarica: sulla base della qualità e della quantità degli ovuli della donna rilevati negli esami il medico valuterà il trattamento da seguire
  3. Induzione della multiovulazione: durante il ciclo mestruale ha inizio la stimolazione ovarica attraverso la somministrazione di ormoni. Attraverso il monitoraggio ecografico il professionista controlla il numero degli ovociti, che nel frattempo si stanno moltiplicando. Quando la quantità e la qualità degli ovuli è sufficiente per l’aspirazione, viene indotta l’ovulazione e programmato il prelievo chirurgico, che ha luogo 36 ore dopo
  4. Prelievo chirurgico degli ovociti sotto sedazione profonda
  5. Congelamento e conservazione degli ovociti

Il trattamento richiede diverse settimane dalla prima assunzione del farmaco alla raccolta degli ovuli, mentre il prelievo degli ovociti dura circa 15 minuti e tra l’ovulazione indotta e il prelievo chirurgico trascorre un giorno e mezzo. Se il numero di ovociti ottenuto non è sufficiente, la paziente, con il consenso dello specialista, potrebbe optare per un ulteriore prelievo.

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Quanto costa congelare gli ovuli?

Il costo medio per il social freezing è di circa 3mila euro, una somma che varia a seconda della clinica scelta. In genere, a due anni dal congelamento degli ovuli viene richiesto il pagamento annuale di circa 300 euro per il mantenimento degli ovociti. È opportuno richiedere un piano completo dei costi alla clinica, così da non rimanere sorpresi da spese “extra” inaspettate.

In caso di congelamento degli ovuli per motivi oncologici (perché, per esempio, ci si sta sottoponendo a cure per il cancro) la crioconservazione degli ovociti è gratuita e viene effettuata in una struttura ospedaliera.

Vantaggi e rischi del social freezing?

Congelare gli ovuli permette di aumentare la probabilità di rimanere incinta in un secondo momento utilizzando gli ovociti crionconservati in precedenza, e non solo. Vediamo nel dettagli i benefici del congelamento degli ovuli:

  • Possibilità di posticipare la maternità
  • Maggiore tranquillità e libertà di scelta nella vita personale e professionale
  • Minor rischio di anomalie cromosomiche legate all’età materna
Il maggiore rischio consiste nell'assenza di garanzie sul successo della futura gravidanza

Si tratta di un trattamento che allo stato attuale è ritenuto sicuro, anche a distanza di tempo. I rischi, estremamente bassi, sono legati al prelievo chirurgico degli ovociti e alla stimolazione ovarica, cioè alla stimolazione delle ovaie a sviluppare più ovociti, la stessa che viene praticata con la Fivet (fecondazione in vitro). Esistono rari casi di donne che hanno sperimentato effetti collaterali dovuti all’assunzione di farmaci per la fertilità, come la sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS). Potrebbero insorgere anche problemi etici o legali. Il rischio maggiore, comunque, consiste nell’assenza di garanzie sul successo della gravidanza con gli ovociti crioconservati. Non è detto, infatti, che la crioconservazione porti a un risultato sicuro, cioè a una gravidanza futura.

Il social freezing in Italia

In Italia il congelamento degli ovuli viene praticato sia in centri per la procreazione medicalmente assistita, sia in strutture ospedaliere, con una sostanziale differenza: il Sistema Sanitario Nazionale permette la crioconservazione degli ovuli solo in caso di malattie tumorali, mentre negli altri casi è obbligatorio rivolgersi a una clinica privata.

Il social freezing, o congelamento sociale degli ovuli, riguarda specificatamente le donne che desiderano ritardare la gravidanza fino a età avanzata a causa di fattori personali e/o professionali, legati allo stile di vita, alla carriera, alla stabilità finanziaria e allo saltato sentimentale. Tuttavia, come abbiamo anticipato, la crioconservazione viene effettuata anche in assenza di una motivazione sociale e in presenza di una motivazione medica. Il congelamento degli ovociti viene, infatti, scelto anche in caso di rischio di infertilità precoce. Una donna potrebbe, infatti, voler preservare la sua fertilità se le è stata diagnosticata una menopausa precoce o se si è sottoposta a chemioterapia per il trattamento del cancro.

Esiste un Registro Pma, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, dove è possibile consultare i centri di Pma di secondo e terzo livello autorizzati a praticare il social freezing.

Fonti mediche
Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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