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23 Febbraio 2023
10:00

Varicella nei bambini: cos’è, quanto dura e come riconoscerla

La varicella è una malattia esantematica, i suoi sintomi principali sono infatti le macchioline e le vescicole rosse. Seguono prurito, a volte il piccolo ha qualche linea di febbre ed è indolenzito. Viene trasmessa da un patogeno estremamente virale, il virus varicella-zoster (VZV), nei bambini si manifesta generalmente con una sintomatologia lieve. In ogni caso è importantissimo proteggersi, vaccinandosi.

A cura di Sophia Crotti
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Varicella nei bambini: cos’è, quanto dura e come riconoscerla
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La varicella è una delle malattie dell’infanzia caratterizzate dalla presenza sulla cute di un esantema con caratteristiche vescicole. É molto contagiosa ed è causata dal virus varicella-zoster (VZV).

Colpisce soprattutto i bambini durante la prima e la seconda infanzia, interessando in particolar modo quelli di età compresa tra i 5 e i 10 anni. La contagiosità della malattia va da 1-2 giorni prima della comparsa della manifestazione cutanea fino a circa 5 giorni dopo che spesso coincide con la  comparsa delle croste. A quel punto  il piccolo potrà dirsi non più contagioso per gli altri.

Che cos’è la varicella

La varicella è una malattia esantematica, ossia caratterizzata da una manifestazione cutanea, ovvero macchioline e vescicole rosse, per intenderci. Se il piccolo ce l’ha è perché ha contratto il virus varicella-zoster (VZV), virus molto contagioso. La malattia può essere preceduta o accompagnata da qualche linea di febbre e dal prurito, per il quale servono pazienza e attenzione.

Il decorso è molto rapido, dopo una settimana, al massimo dieci giorni il bimbo, in assenza di sintomi, generalmente può tornare a scuola.

Dal 1995 esiste il vaccino contro la varicella, che prevede due dosi di vaccino e che per i bambini nati dal 2017 rientra tra le vaccinazioni obbligatorie. Come ci saremo sentiti dire più volte, la varicella si ha una volta sola nella vita, rarissimi sono i casi del riverificarsi della stessa. Il virus, però, non viene eliminato dall’organismo, rimane latente nelle terminazioni nervose spinali e in alcuni casi può riattivarsi e manifestarsi nuovamente, sotto forma di Fuoco di Sant’Antonio.

Quali sono i sintomi della varicella

Nel periodo di incubazione della malattia, che va dalle due alle tre settimane, iniziano a manifestarsi nel bambino sintomi detti prodromici, ossia non riconducibili a una patologia specifica, ma avvisaglie di un’infezione. Il piccolo potrebbe essere dolorante e avere poca voglia di mangiare, a questo punto gli misureremo la febbre e potrebbe comparire qualche lineetta.

L’esordio della malattia, però, non coincide con l’inizio di questi sintomi ma con la comparsa dell’esantema. La febbre potrà durare dai 3 ai 5 giorni ma non supererà mai i 38.5 gradi di altezza.

I primi punti in cui l’eruzione cutanea si manifesta sono il volto, la pancia, la schiena e la testa, diffondendosi poi rapidamente sul resto della pelle. I puntini della varicella vengono definiti “a cielo stellato”, poiché proprio come le stelle nel cielo compaiono a gittate successive e  mutano durante il decorso della malattia. Si distinguono infatti, da quelle del morbillo, della sesta malattia o della scarlattina, perché sono innanzitutto  macule, poi maculo-papulose, ossia piatte e rosse.

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Poco dopo si trasformano in vescicole dal contenuto sieroso e infine lasciano il posto alle croste. La caratteristica della varicella è che le lesioni si sviluppano a grappolo in modo che si trovino in varie fasi di sviluppo in diversi punti del corpo. È essenziale dire che il 20% dei bambini, che è stato sottoposto a una delle due dosi del vaccino contro la varicella, sviluppa una sintomatologia molto lieve con spesso assenza di febbre, prurito e scarsa eruzione cutanea.

Dunque per riassumere i sintomi della malattia:

  • sintomi prodromici: febbre, inappetenza e indolenzimento
  • eruzione cutanea: su volto, pancia, schiena e testa
  • evoluzione dell'esantema: macule, macule-papule, vescicole sierose, croste

Dopo cinque giorni dall’inizio della malattia se il piccolo non ha più febbre, stanchezza o prurito, può tornare a scuola. Trascorsi questi pochi giorni, infatti, non compaiono più nuove macchie e dal settimo giorno iniziano a cadere le croste, in alcuni casi lasciando la pelle sottostante più chiara.

Cause e modalità di trasmissione

A causare la varicella, come già detto, è il virus varicella-zoster (VZV), responsabile anche dell’Herpes Zoster, noto come  fuoco di Sant’Antonio. La varicella può manifestarsi in qualsiasi momento, ma la maggior parte dei casi si manifesta durante i primi due mesi dell’anno, quando fa più freddo e siamo maggiormente esposti a infezioni.

La trasmissione del virus avviene per via aerea o per contatto

È inutile spaventarsi o creare allarmismi se c’è stato un caso a scuola, la trasmissione del virus avviene per via aerea o per contatto, richiede quindi di essere stati molto vicini al bambino malato.  Si può trasmettere quando una persona contagiosa parla, tossisce o starnutisce. O anche tramite il contatto di una lesione cutanea della varicella.

È bene invece isolare il bimbo dai suoi fratelli, specialmente se più piccoli, o dai membri della famiglia più fragili. Se la mamma è in dolce attesa, per quanto difficile, dovrà stare lontana dal piccolo, fino alla comparsa delle croste, e ricordargli di lavarsi spesso le mani.

Decorso e possibili complicanze

La malattia è definita benigna, poiché si risolve, senza l’utilizzo di particolari farmaci, nel giro di una settimana, al massimo 10 giorni nella maggior parte dei casi. Nei bambini che godono di buona salute la sintomatologia tende ad essere lieve, anche se può accadere che si infettino le vescicole o che la malattia si complichi.

Ci si accorge che la varicella sta passando proprio grazie all’osservazione della pelle del bambino, i puntini rossi lasceranno posto alle croste e il piccolo non si gratterà più.

In alcune situazioni i  sintomi possono essere  più gravi e possono verificarsi polmonite, calo delle piastrine, artrite, problemi epatici, renali e patologie neurologiche, tra cui in particolare la cerebellite. Le complicanze possono presentarsi anche verso la fine della forma acuta, quando cioè pensiamo che il bambino sia ormai prossimo alla guarigione.

Terapia e prevenzione

Grazie alla scienza, si può prevenire. Come? Con il vaccino,  da solo o combinato contro il morbillo, la parotite, la rosolia e ovviamente la varicella.

Il vaccino raccomandato a tutti è obbligatorio per tutti i bambini nati dal 2017. Il piano nazionale prevenzione vaccinale in Italia prevede due dosi che vengono somministrate  generalmente a 13-15 mesi e a 5-6 anni.

Il vaccino previene le forme gravi della manifestazione del virus nel 95% dei casi

Vale la pena di farlo anche da adulti se ancora non ci siamo sottoposti e non abbiamo contratto la malattia, perché è scientificamente provato che prevenga le forme più gravi nel 95% dei casi. Il vaccino è fondamentale per le donne in età fertile, se la mamma si ammala di varicella mentre è incinta, il virus può provocare grossi danni al feto.

Nel caso in cui venissimo a contatto con il piccolo malato e non fossimo vaccinati, possiamo sottoporci alla vaccinazione entro tre giorni, per prevenire o lenire i sintomi della malattia.

vaccino varicella

E se il bambino non ce la fa più perché non sopporta il prurito? Bisogna pazientare e distrarlo, in modo che non si gratti troppo aprendo le ferite. Per febbre, mal di gola e malessere generale il piccolo può prendere il paracetamolo.

Vi sono farmaci antivirali specifici che contengono principi attivi come l'Aciclovir, che possono essere utilizzati, sempre sotto somministrazione del pediatra, in caso di varicella acuta o quando il soggetto malato è immunodepresso. Per essere efficaci devono essere somministrati precocemente, entro 24-48 ore dall’inizio dell’esantema, ma non sempre riescono a prevenire le complicanze.

La varicella, come qualsiasi altra malattia nei bambini sotto i 16 anni, non va assolutamente curata con salicilati, per esempio l’aspirina, che potrebbero causare ai bambini la Sindrome di Reye, patologia grave che colpisce cervello e reni.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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