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17 Novembre 2023
9:00

Dipendenza da smartphone e tablet nei bambini, come riconoscerla e gestirla

La dipendenza da smartphone e tablet colpisce anche i più piccoli, suscitando in loro scatti di rabbia, eccessive lamentele, ritiro sociale e diversi comportamenti disregolati. Si tratta di una minaccia allo sviluppo sociale, emotivo e relazionale che va controllata.

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Dipendenza da smartphone e tablet nei bambini, come riconoscerla e gestirla
Psicologa
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L’uso eccessivo di smartphone e tablet riguarda anche i bambini. Gli esperti sono concordi: stare online per più di 20 ore alla settimana è considerato un comportamento problematico e a partire da 30 ore settimanali si è a rischio di dipendenza. Nonostante l’Oms suggerisca di evitare l’esposizione agli schermi digitali fino ai 3 anni di età, il 17% dei più piccoli tra gli 0 e i 4 anni ha accesso ai dispositivi. Ma che cosa si intende per dipendenza da smartphone e tablet e, soprattutto, come la si riconosce?

Con il termine “dipendenza” si intende un’alterazione del comportamento, caratterizzato dalla ricerca anomala ed eccessiva di sostanze o di attività nonostante l’evidenza che queste siano dannose. Il concetto di dipendenza nasce in relazione all’utilizzo di sostanze (ad esempio le sostanze stupefacenti come eroina e cocaina) anche se si è poi esteso pure alle dipendenze comportamentali. Altre dipendenze possono riguardare il gioco d’azzardo, internet e i social media, gli smartphone così come anche l’eccessiva passione per lo sport e il fitness. In altre parole, avere una dipendenza significa percepire come necessario qualcosa che non era indispensabile prima, ma di cui non si può più fare a meno. Nella maggior parte dei casi, per i nostri bambini, i dispositivi digitali sono diventati irrinunciabili, con tutti i rischi che ne derivano, legati a difficoltà di socializzazione, disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento, obesità e difetti di vista.

Come riconoscere la dipendenza da smartphone e tablet nei bambini

La dipendenza da smartphone e tablet si caratterizza per due aspetti fondamentali:

  1. l’impossibilità di rinunciare al dispositivo
  2. la necessità di passare un tempo sempre maggiore di fronte al device

A questi aspetti si uniscono comportamenti disregolati come scatti di rabbia, eccessive lamentele, ritiro sociale e molto altro.

Questo fenomeno ad oggi rappresenta una vera e propria minaccia allo sviluppo sociale, emotivo e relazionale dei bambini e ragazzi e necessita di essere sempre più attenzionato.

I rischi dell'uso eccessivo di smartphone e tablet

Una recente ricerca inglese ha osservato che un bambino esposto nei primi 24 mesi ad un'ora e mezzo di schermo avrà il 30% di rischio in più di sviluppare a 5 anni difficoltà di socializzazione e 20 volte in più degli altri di sviluppare a 10 anni un disturbo dell’attenzione e dell’apprendimento.

L'uso eccessivo dei dispositivi ha determinato inoltre maggiori tassi di obesità (dovuta alla maggiore sedentarietà dei piccoli) e difetti di vista come l’aumento di miopia in età evolutiva.

È utile, comunque, chiarire che quando un bambino gioca con lo smartphone o con il tablet non sperimenta esperienze di vita concrete, cioè tutte quelle esperienze che fanno sì che si possa apprendere un comportamento, un'emozione e una sensazione attraverso la totalità dell’esperienza.

Facciamo un esempio: se un bambino gioca con un personaggio dello smartphone che salta, aggirare i pericoli, supera una prova, si fa male e si rialza per raggiunge piccoli traguardi, non sperimenterà fisicamente la fatica, il dolore, il sudore, l’emozione del fallimento o la gioia concerta di aver raggiunto quel traguardo. Ma sperimenterà queste emozioni attraverso il personaggio, che non è lui o lei. Questo costituisce un problema: un bambino di 1 anno, 2 anni, 3 anni non conosce il mondo e ha bisogno di farne esperienza concreta per potersi fare una idea ed il mondo virtuale non è sufficiente.

Sempre di più osserviamo situazioni in cui i genitori utilizzano gli smartphone per distrarre i propri figli da una attività non gradita. Per esempio, quando di sente dire: “se non gli dò il tablet non riesco a farlo mangiare, se non gli dò il tablet non riesco a portarlo al supermercato”. In tutte queste situazioni non contribuiamo a favorire il processo di autoregoalzione emozionale e comportamentale. Così come succede in qualsiasi tipo di dipendenza, il comportamento indesiderato e la ricerca dello smartpone per alleviare quella sensazione di disagio, tenderà a verificarsi sempre più spesso e sarà necessario un maggior tempo di esposizione per garantire un ritorno ad uno stato di quiete.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) suggerisce di non dare accesso ai dispositivi fino ai 3 anni di età e di non superare l’ora di utilizzo giornaliero. Tuttavia è stato stimato che il 17% dei bambini tra gli 0 e 4 anni ha accesso ai dispositivi.

Anche nelle fasi successive della crescita è consigliato di limitare l’esposizione ai device: spetta ai genitori decidere se e in che misura limitare la fruizione dei media di un adolescente. Gli esperti però sono concordi: stare online per più di 20 ore alla settimana è considerato un comportamento problematico e a partire da 30 ore settimanali si è a rischio di dipendenza.

Come "disintossicare" i bambini da smartphone e tablet

Se il genitore si rende conto di essere di fronte ad un uso eccessivo dei dispositivi da parte del proprio figlio può valutare la possibilità di favorire il distacco dal dispositivo in questo modo:

  • Procedere in modo graduale: innanzitutto spiegare che è necessario ridurre l’utilizzo e che questo processo avverrà in modo graduale ovvero limitando l’utilizzo ad alcuni momenti della giornata (per esempio, dopo il pranzo o prima della cena)
  • Dare il buon esempio: non è utile dire di non usare il telefono a tavola, se allo stesso tempo il genitore lo tiene accanto al piatto o lo utilizza durante il pasto.
  • Installare sul dispositivo un'App Parental Control con cui si effettua una selezione delle applicazioni e delle operazioni che possono essere compiute dai più piccoli. È possibile anche limitare l'accesso ad internet per un dato periodo di tempo o l'apertura di applicazioni, come ad esempio i giochi in una determinata fascia oraria e con un determinato tempo di utilizzo
  • Chiedere aiuto ad un professionista delle salute mentale (psicologo o neuropsichiatra) quando si ha la sensazione che le difficoltà ad accettare una riduzione dell’utilizzo del dispositivo generano ansia, tensione, crisi di rabbia o ritiro sociale
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Elisabetta Lupi
Psicologa
Sono una Psicologa Specializzanda in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ho conseguito la Laurea Magistrale presso Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica dell'Università di Pisa nel 2016. Ho lavorato presso il Servizio di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell’Adolescenza dell'IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Ho svolto, in qualità di docente, corsi di formazione per il personale sanitario inerenti la diagnosi, la valutazione e il trattamento dei Disturbi dello Spettro Autistico. Ho collaborato alla scrittura di articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. Mi occupo di valutazione, diagnosi e trattamento dei Disturbi del Neurosviluppo, in particolare del Disturbo dello Spettro Autistico. Effettuo incontri di Parent Training per i genitori di bambini con difficoltà nello sviluppo.
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